MALATTIE DOVUTE A PROTOZOII protozoi sono organismi eucarioti (quindi dotati di vero nucleo cellulare) eterotrofi e unicellulari. Vivono pressoché in ogni ambiente e se ne conoscono di specie sia predatrici, sia parassite di altre specie. Per poter riconoscere i protozoi al microscopio occorre avere una discreta dimestichezza con questo strumento. Infatti, se è vero che questi organismi si distinguono già ad ingrandimenti di 100x, per poterli differenziare occorrono ingrandimenti molto spinti (600x) per i quali bisogna preparare il vetrino fissando il preparato con apposite soluzioni. In alcuni casi occorre prelevare il sangue dai pesci per osservare, se presenti, parassiti ematici. Per prelevare il sangue dai pesci bisogna tagliare la coda del pesce ancora vivo e far cadere le gocce di sangue su un vetrino. Si aggiunge al sangue una soluzione fisiologica (acqua e sale al 0.64%) e con un vetrino copri-oggetto si fa una strisciata del preparato sul vetrino porta-oggetto. Si abbassa quindi il vetrino copri-oggetto facendo attenzione areche non si formino bolle d’aria tra i due vetri. FLAGELLATIMalattia del sonno (Cryptobia e Tripanosoma)Sintomi: i pesci affetti da questi emoflagellati nuotano lentamente e mancano del riflesso di fuga, per questo si parla di “malattia del sonno”. Il ventre è incavato e i pesci tendono a restare in posizione obliqua, con il capo rivolto verso il basso. Le branchie sono pallide. Diagnosi: La diagnosi certa di questa malattia può avvenire solo con un esame del sangue mediante un microscopio ad almeno 200 ingrandimenti. Nel sangue dei pesci colpiti dalla malattia del sonno si notano organismi dotati di rapidi movimenti, lunghi 15-25 µm dotati di due flagelli in posizione anteriore, di cui uno rivolto in avanti e uno rivolto all’indietro e provvisto di una membrana ondulante.
Prevenzione: la trasmissione della malattia avviene solo attraverso le sanguisughe. Sono quindi più esposti alla malattia i pesci da laghetto, mentre in acquario la malattia può arrivare solo mediante somministrazione di cibo vivo. Trattamento: si può trattare la vasca con del blu di metilene, preparando una soluzione base con 1 gr di prodotto da miscelare in un litro di acqua e usando 1-2 ml di questa soluzione ogni litro di acqua dell’acquario per 1-3 giorni. Il trattamento non da sempre grandi risultati, in alternativa si può usare il FMC. Malattia del buco (Spironucleus e Hexamita)Sintomi: isolamento, dimagramento, feci bianche e mucillaginose, inscurimento della pelle e, talvolta, nuoto a scatti. La patogenicità varia da specie a specie, così gli scalari possono non soffrirne, mentre i Discus possono venire pesantemente colpiti. Il buco in testa si forma solo negli esemplari adulti. I buchi, pieni di una massa biancastra, progressivamente si allargano distruggendo il tessuto circostante. Queste ferite diventano sede di infezioni secondarie sia batteriche sia micotiche.
Diagnosi: si esaminano al microscopio le feci appena espulse con ingrandimenti di minimo 120x. I flagellati hanno forma ovale allungata, misurano da 6 a 12 µm e hanno otto flagelli ripiegati all’indietro, di cui due più lunghi degli altri sei. Prevenzione: questa malattia è dovuta alle cattive condizioni igieniche dell’acqua e ad un’alimentazione povera di vegetali e vitamine. Trattamento: il trattamento consigliato è con il metronidazolo. Si calcolano 10 mg di medicinale ogni grammo di cibo per cinque giorni consecutivi. Se il pesce non mangia, si polverizza una compressa (250 mg) ogni 50 litri di acqua dell’acquario. La compressa polverizzata va sciolta in poca acqua calda. Il trattamento prosegue per tre giorni, dopodiché si effettua un cambio dell’acqua e si filtra con carbone attivo. Medicinali commerciali: Exa-ex della Tetra Altri flagellati intestinali appartengono al genere Tricomonas e Bodomonas. I Tricomonas hanno un corpo sacciforme, lungo mediamente 12 µm e sono dotati di 4 flagelli, di cui tre battono assieme mentre il quarto è unito al corpo cellulare da un membrana. Le cellule di Bodomonas hanno una forma slanciata con due flagelli all’estremità anteriore, uno dei due flagelli è ripiegato all’indietro. Per il trattamento di questi flagellati si usa il metronidazolo come per Hexamita e Spironucleus. Protopalina symphysodonisE’ un flagellato che si trova nell’intestino dei Discus (raramente in altre specie). Può raggiungere la dimensione di 0.1 mm e per poterlo osservare si analizzano le feci al microscopio. Poiché è una malattia che non danneggia particolarmente i Discus infettati, raramente si notano dei sintomi. Per trattare questa malattia si utilizza il metronidazolo come per la malattia del buco. Costia (Ichtyobodo)Sintomi: la pelle secerne tanto muco che la mucosa del pesce si presenta opaca; sulle zone maggiormente infettate la pelle si disgrega finché non compaiono delle ulcere. Se vengono attaccate anche le branchie la respirazione diventa difficoltosa.
Diagnosi: si raschia la pelle con un vetrino portaoggetti e si pone il raschiato sotto il vetrino coprioggetto. Già a circa 100 ingrandimenti si osservano degli organismi che hanno un moto caratteristico barcollante, o “a cavatappi” e che compiono improvvisi balzi. Per identificare il parassita occorrono ingrandimenti maggiori (almeno 300x) viste le sue ridotte dimensioni (8-12 µm). La forma del parassita, che possiede due flagelli, è a fagiolo o piriforme, a seconda che nuoti libero o che sia attaccato alla pelle dell’ospite. Prevenzione: Ichtyobodo si trasmette per diretto contatto tra pesce e pesce. Il parassita è però anche in grado di nuotare da un ospite all’altro e, soprattutto, di resistere per brevi periodi fuori dall’acqua, potendosi quindi trasmettere, attraverso retini o altri strumenti non sterilizzati, da una vasca all’altra. I pesci colpiti sono comunque quelli deboli, alimentati male e che vivono in condizioni igieniche non ottimali. Trattamento: Ichtyobodo non è in grado di sopravvivere a temperature superiori ai 30°C, è quindi sufficiente aumentare la temperatura a 32°C. Contemporaneamente si tratta la vasca con del blu di metilene. La soluzione base si prepara sciogliendo 1 gr di blu di metilene in un litro di acqua e si usano, di questa soluzione, 1-2 ml ogni litro di acqua dell’acquario per 1-3 giorni. In alternativa si possono usare il solfato di rame, la formalina o l’acriflavina. Medicinali commerciali:Costawert (Sera): 8 gocce ogni 25 litri (o 20 ogni 20 litri) Se necessario ripetere dopo 2 giorni. Protozin, Myxazin (Waterlife). OodiniumE’ una malattia che colpisce i pesci marini, raramente quelli d’acqua dolce. Questo parassita si attacca sulla pelle dell’ospite e sulle branchie. Il pesce reagisce a questo attacco formando una patina giallo-grigiastra che ricopre interamente il corpo del pesce. Si osserva meglio quando il pesce è visto frontalmente. Per il trattamento si può usare il solfato di rame, 1 g di solfato di rame va sciolto in 0,25 di acido citrico e un litro di acqua distillata. La dose consigliata è di 12,5 ml ogni 10 litri di acqua dell’acquario il primo giorno di trattamento; il terzo, il quinto e il settimo giorno si somministra metà dose. Altrimenti si può ricorrere ai medicinali commerciali: Oodinowert della Sera, il 1° giorno 8 gocce ogni 25 litri (o 20 ogni 20 litri), mentre il 2° e 3° giorno 5 gocce ogni 25 litri (o 10 ogni 20 litri), oppure Protozin o Myxazin della Waterlife.
SPOROZOIPleistophora (malattia dei Neon)È una malattia che colpisce tipicamente i Neon, raramente altri Caracoidei, ad esempio non colpisce i Cardinali. I sintomi di questa malattia sono lo sbiadimento lungo la fascia di colore dei Neon e la deformazione della colonna vertebrale. Nei preparati dei muscoli visti al microscopio si distinguono delle cisti, queste contengono numerose spore, responsabili della diffusione della malattia. Le spore sono resistenti a qualsiasi medicinale e quindi per evitare il diffondersi di un epidemia, occorre allontanare il pesce infettato dall’acquario. CILIATIMalattia dei puntini bianchi (Ictioftriasi)Sintomi: il classico sintomo dell’ictio è la comparsa dei puntini bianchi sulla pelle, sulle pinne o sulla coda. Diagnosi: si osserva al microscopio il raschiato della pelle prelevato dalle zone cosparse da puntini bianchi possibilmente diluito in poche gocce d’acqua. Le dimensioni del parassita, Ichthyophthiriusmultifilis, variano da 0.5 a 1.5 mm e si possono osservare al microscopio anche a bassi ingrandimenti. Il corpo del parassita appare scuro perché è ricoperto di cilia e si muove con un moto rotatorio abbastanza caratteristico. Già a 100 ingrandimenti si riconosce il tipico nucleo a forma di ferro di cavallo.
Prevenzione: a differenza di molti altri protozoi parassiti che si dividono per semplice divisione cellulare, una singola cellula di Ichthyophthiriusmultifilis può chiudersi in un involucro gelatinoso sul fondo della vasca e formare centinaia di individui in 8-24 ore. I parassiti possono, fra l’altro, formare degli stadi latenti in punti riparati, sulle branchie o alla base delle pinne e ritornare attivi in seguito a stress ambientali, cattive condizioni igieniche o dopo un trasferimento da una vasca all’altra. Per prevenire epidemie, i “nuovi” arrivi andrebbero quarantenati per almeno tre giorni a una temperatura di 24-28°C.
Trattamento: la cura dell’ictio si effettua con blu di metilene, diluendo 3 ml di soluzione 1:100 ogni 10 litri di acqua dell’acquario. Il trattamento va protratto per almeno tre giorni per distruggere anche i cosiddetti tomiti ancora natanti nell’acqua in cerca dell’ospite. I tomiti sono uno stadio appena schiuso dalle cisti dell’ictio, queste ultime sono resistenti ai medicinali. Il trattamento termico con temperatura superiore a 30°C può essere efficace solo agli stadi iniziali della malattia e deve durare per almeno tre settimane. I pesci, ovviamente, devono essere resistenti alle alte temperature. Medicinali commerciali: Costawert (Sera): durata di almeno cinque giorni, Octozin (Waterlife) ChilodonellaSintomi: respirazione difficoltosa tanto che il pesce rimane in superficie a boccheggiare, movimenti letargici, sfregamento contro gli oggetti della vasca (rocce, legni…), pinne appiattite sul corpo, eccessiva secrezione di muco, il corpo appare opaco.
Diagnosi: occorre esaminare raschiati della pelle del pesce finché il pesce ancora vivo perché il parassita lascia l’ospite appena questo muore. Il parassita, Chilodonellacaprini, ha una dimensione di 50µm e al microscopio appare di forma tondeggiante con una tacca sull’estremità posteriore, in modo che assomigli vagamente un cuore o una foglia. Prevenzione: una popolazione ittica densa favorisce la diffusione della malattia, l’introduzione è possibile attraverso mangime vivo, oltre che per contagio da altri pesci malati. Trattamento: per il trattamento si può usare il sale da cucina nei casi meno gravi: 15-20 g di sale per litro di acqua per 10-45 minuti. Per pesci di acqua tenera,1 g per 12,5 litri di acqua (bagno prolungato). Altrimenti occorre usare blu di metilene con le dosi indicate per la cura dell’Ichthyophthirius. Trattamento con medicinali commerciali: Costawert (Sera) TrichodinaSintomi: i pesci si sfregano sugli oggetti e muovono le pinne a scatti. In caso di infestazione pesante, compaiono lesioni cutanee più o meno regolari, di colore chiaro e sparse un po’ ovunque, ma in particolare sul dorso e in prossimità della testa. Diagnosi: occorre prelevare dei raschiati della pelle su diversi punti del pesce e osservarli al microscopio. L’agente patogeno è la Trichodina, un ciliato dotato di cilia solamente sull’estremità anteriore che ricorda, nell’aspetto, un cappello. Si può osservare ad ingrandimenti di 100-200 volte.
Prevenzione: le Trichodina si spostano facilmente da un pesce all’altro. L’infezione può essere causata da cibo proveniente da laghetti. Trattamento: si può effettuare un trattamento all’acquario con del blu di metilene come per le infezioni da Ichthyophthirius. Introduzione | Sintomi e Diagnosi | Virus | Batteri | Protozoi | Funghi | Crostacei | Vermi | Medicinali |
Buongiorno, ho un pesce scalare che mi sembra sano. Ho però notato una macchia appena sotto alla pinna dorsale. La macchia è di colore marrone-rosso e per ora è molto piccola. Cosa potrebbe essere?
Grazie per l’ attenzione
Cordiali saluti
Irene Rizzante