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Malattie e Alghe Dolce

Alghe in acquario: Amiche o Nemiche?

Dic 15, 2007, 13:27 pm0

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Nella letteratura moderna le alghe sono sempre considerare dei veri e propri nemici da combattere, tralasciando quasi sempre i veri motivi della loro comparsa.
Molti acquariofili hanno abbandonato il loro hobby dopo poco tempo perche’ non erano pronti per affrontare il problema delle alghe. Le alghe pero’ non rappresentano un problema, se vengono rispettate alcune regole fondamentali nell’allestimento e nella manutenzione dell’acquario.
Le alghe sono spesso ospiti indesiderati in acquario. Per evitare che diventino un problema e’ indispensabile trattarle con rispetto: studiandole e imparando a conoscerle infatti, e’ indubbiamente piu’ facile evitarle.Un po’ di storia….

Alghe – i piu’ antichi vegetali terrestri
Circa tre miliardi di anni fa’ si svilupparono le alghe azzurre, i piu’ antichi e primitivi organismi che si conoscano provvisti del pigmento verde denominato clorofilla, essa e’ una sostanza fondamentale per la vita, posta alla base di tutti i processi di produzione dei composti chimici utilizzati per l’alimentazione delle piante stesse e degli animali. Allo sviluppo delle alghe azzurre fecero seguito la formazione di una atmosfera ricca di ossigeno e lo sviluppo di uno strato di ozono che, assorbendo la componente piu’ dannosa dei raggi ultra violetti, rese possibile la colonizzazione dello strato piu’ superficiale delle acque. Tale colonizzazione venne effettuata, oltre che dalle stesse alghe azzurre, anche da altri tipi di alghe che si svilupparono successivamente, alcune delle quali sono giunte fino ai nostri giorni, le alghe verdi quelle brune e quelle rosse. Le alghe furono per quasi 2, 5 miliardi di anni gli unici vegetali presenti sulla terra. In questo lunghissimo lasso di tempo, esse non arrivarono a ricoprire tutti gli spazi ecologici disponibili lasciando libera quella nicchia ecologica che, circa 500 milioni di anni fa’ venne occupata da un nuovo gruppo di piante appena comparse, le piante superiori.

Ma cosa sono?Partiamo dal presupposto che esse vivono, anche se non le vediamo, in tutti gli acquari, anche in quelli apparentemente privi. Sono parte integrante del sistema e interagiscono con il loro ambiente in modo non troppo dissimile dalle piante. Il regno vegetale si divide in due raggruppamenti le Tallofite e le Cormofite. Le alghe appartengono al primo raggruppamento assieme ai batteri, ai funghi ed ai licheni. Tutti questi sono caratterizzati dalla mancanza di distinzione tra radice, fusto e foglie (Tallo). Le alghe sono vegetali molto semplici che, come le piante (facenti parte del raggruppamento delle Cormofite), svolgono fotosintesi grazie a corpuscoli denominati Cloroplasti che contengono la clorofilla. Assieme ad i Cloroplasti esistono altri corpuscoli contenenti svariati pigmenti che, oltre a dare il colore alle cellule, permettono alle alghe di sfruttare diversi tipi di radiazioni luminose a seconda dell’habitat in cui vivono ed alla profondità. Per questo motivo le alghe verdi vivono solo in ambienti luminosi, visto che assorbono principalmente le radiazioni rosse che difficilmente riescono a penetrare profondamente nell’acqua. Al contrario le alghe rosse, grazie al pigmento rosso riescono ad assorbire radiazioni blu e verdi e quindi a vivere a maggiori profondità. Le alghe marroni riescono ad assorbire un po’ tutte le radiazioni e riescono a vivere a profondità variabili. A differenza delle piante, le alghe, mancano di specializzazione cellulare ossia tutte le cellule che compongono i filamenti dell’alga sono perfettamente identici. Ne consegue che non troveremo ne tessuti ne organi e quindi tutto il corpo dell’alga non è altro che un agglomerato più o meno definito di cellule. Come se le cellule costituissero, anziché dei tessuti, come avviene per le piante, esclusivamente delle serie infinite di tasselli perfettamente identici, uniti solo per comodità evolutiva. A volte ci possiamo trovare di fronte ad esempi estremi, come le alghe marine del genere Caulerpa, la cui struttura è costituita da una sola cellula molto complessa. Assieme ai funghi ed ai licheni costituiscono i vegetali più antichi e primitivi, capaci di riprodursi in modo sessuato, con giunzione dei gameti, ed in modo asessuato, ossia esclusivamente per scissione o gemmazione. Spesso i due metodi riproduttivi si alternano in base ai fattori ambientali ed alla presenza o meno di partner. Questa capacità, unita all’estrema facilità di adattamento( molto più delle piante) fa di questi vegetali i precursori della vita in ambienti ostili ed una risorsa vitale per tutte le creature della terra, compreso l’uomo. Le alghe sono le principali produttrici di ossigeno nei mari e nei laghi, oltre alle alghe ben visibili esistono molte specie che vivono in simbiosi con molti coralli e molluschi, tutto l’insieme di queste alghe (Zooxanthelle) e delle alghe sparse nelle acque dolci e marine riesce a produrre più ossigeno di tutte le foreste equatoriali del mondo.
La stretta affinita’ esistente tra le alghe e piante superiori, rende spesso molto difficile combattere le proliferazioni algali. Molte sostanze che danneggiano le alghe risultano infatti nocive anche alle piante. Esistono molti gruppi di alghe che provocano effetti diversi sull’acquario. Alcuni risultano piu’ o meno innocui, altri estremamente pericolosi, poiche’ in caso di sviluppo eccessivo possono deteriorare le condizioni di vita di pesci e piante.
Spesso in acquario, le alghe sembrano apparentemente generarsi da sole. In realta’ pero’ le loro strutture riproduttive, minuscole spore sono presenti in quasi tutti gli acquari. Esse vengono introdotte con le piante, con l’acqua in cui sono trasportati i pesci, oppure in seguito a contatti con altri acquari dovuti a scambi di materiale. Una loro indesiderata proliferazione e’ poi di norma legata alle condizioni di vita in cui si trovano le piante. Proprio qui sta la possibilita’, che gli acquariofili hanno di evitare questo tipo di problemi. E’ infatti possibile impedire qualsiasi forma di esplosione algale favorendo una ottimale crescita delle piante: tale risultato si ottiene tenendo sotto controllo i valori chimici dell’acqua ed effettuando regolari cambi d’acqua.

Perché si formano?

Le alghe sono indicatrici di scarsa cura dell’acqua
Si puo’ dimostrare che i fenomeni di infestazione algale insorgono quando in acquario si verificano o una carenza di sostanze nutritive, o condizioni di luce inadatte, oppure si determinano rapporti sfavorevoli tra le sostanze chimiche disciolte in acqua. Anche un eccesso di azoto, soprattutto sotto forma di nitrati, favoriscono lo sviluppo delle alghe, poiche’ nei biotopi naturali non si raggiungono mai concentrazioni di nitrati cosi elevate come quelle che spesso si vengono a determinare in acquario. Le alghe possono essere quindi considerate come ottimi indicatori biologici, in grado di rivelare la presenza di problemi nel sistema “acquario”. Cio’ e’ gia’ chiaramente riconoscibile dal fatto che le alghe colonizzano di preferenza parti di piante ammalate o morte. ,,
Le alghe e le piante sono in competizione per le sostanze nutritive
Nella loro lunga storia evolutiva, durata miliardi di anni, molte specie di alghe hanno trovato modo di sopravvivere anche in condizioni di vita sfavorevoli. Esse approfittano di queste situazioni quando, ad esempio, in acquario si viene a creare una carenza di sostanze nutritive. Nonostante l’assenza di alcuni oligoelementi (Ferro, manganese, ecc. )porta gia’ ad un arresto della crescita di molte piante d’acquario. In questi casi le alghe possono prendere il sopravvento. Percio’ e’ importante preoccuparsi di effettuare un ottimale e completo reintegro delle sostanze nutritive. Tuttavia, anche gli eccessi di tali sostanze possono porta re vantaggi alle alghe; in questi casi ricoprono un ruolo di grande importanza soprattutto l’azoto, sotto forma di nitrati, ed il fosforo, sotto forma di fosfati. Le piante d’acquario in natura si sono adattate a coprire il loro fabbisogno di queste importanti sostanze con un minuscolo apporto di azoto e fosforo nell’acqua. In acquario invece, si raggiungono spesso concentrazioni da 100 a 1000 volte superiori a quelle naturali. La causa di questa situazione sfavorevole va ricercata nella struttura stessa dell’acquario, dove molti pesci vengono allevati in uno spazio ridotto e quindi le sostanze chimiche disciolte in acqua finiscono per concentrarsi in grandi quantita’. Anche i resti di cibo e di piante marcescenti, i fondi atossici, e i filtri poco curati possono avere un peso determinante in queste reazioni. Il rimedio consiste nel cambio regolare dell’acqua (circa un terzo del contenuto ogni 14 giorni) con acqua adeguatamente preparata, e nella fertilizzazione delle piante.

TIPI DI ALGHE

Le alghe più diffuse si dividono in CINQUE classi principali:

ALGHE AZZURRE (Schizoficee) – le alghe azzurre sono organismi unicellulari a nucleo diffuso, che spesso si riuniscono in agglomerati più o meno diffusi di colore verde brillante o rosso brunastre. La Clorofilla è sempre presente anche se può essere mascherato da altri pigmenti di colore Azzurro, la Ficocianina (Phycocyan), che vale loro il nome di alghe azzurre e che conferisce loro il colore blu verde o verde bruno. Esistono circa 400 specie di alghe azzurre e spesso le conosciamo con il nome di Alghe Cianoficee o solo come Cianobatteri. Solitamente vivono in ambienti molto poveri di sostanza organica, ove altri vegetali non riescono a sopravvivere. Sfruttano la luce e si sviluppano molto velocemente. In acquario sono solite presentarsi dopo grosse degenerazioni delle colonie azotofissatrici e di conseguenza a problemi di crescita delle piante. Debellarle non risulta difficile, anche senza l’ausilio di antibiotici. Gli alghicidi classici possono funzionare ma anche il semplice Verde di Malachite ottiene buoni risultati. Ciò nonostante non sarà necessario l’ausilio di prodotti chimici, la soluzione viene dalla natura stessa: migliorando le condizioni ambientali per le piante, quindi: l’introduzione di piante a crescita veloce, l’aumento graduale del carico organico al giusto livello, il miglioramento e l’integrazione con fertilizzanti nel giusto livello e aumentando la somministrazione di anidride carbonica, potremo combattere efficacemente le alghe azzurre. Se vogliamo anticipare i tempi, eliminando queste alghe durante le opere di ristrutturazione, lo possiamo fare privando il nostro acquario di qualunque fonte di luce per almeno 48-72 ore continuative, il tutto previa sifonatura delle colonie più invadenti. Se però le condizioni ambientali non migliorassero e le piante non ricominciassero a crescere nel giusto modo, le alghe azzurre torneranno ben presto a farsi vedere.

ALGHE GIALLE (Xantoficee) – sono alghe unicellulari che vivono sia isolate che in colonie, il loro colore deriva da pigmenti di colore giallo (Caroteni e Fucoxantina), che spesso mascherano la clorofilla. Tra le alghe gialle annoveriamo le Diatomee dette anche Alghe Silicee, per il loro caratteristico involucro esterno siliceo a forma di scatola. I grandi depositi fossili di queste alghe sono presenti spesso in enormi ammassi silicei, a cui si dà il nome di roccia incoerente, per la poca adesione tra le singole parti (diatonie). Questi materiali vengono utilizzati spesso come antidetonante per la nitroglicerina, formando la Dinamite. In acquario sono presenti in patine brunastre spesso fissati in modo coerente a piante ed arredi, non amano ne le acque particolarmente tenere ne gli acquari molto illuminati. Solitamente vivono a pH superiore al 7.5. la comparsa di queste alghe è il sintomo di un’illuminazione inadeguata e di valori di durezze non adatti alla vita delle piante. La cura migliore risulta sempre il controllo dell’illuminazione, la sostituzione di lampade eccessivamente vecchie o inadatte e l’aumento delle ore di luce. Un controllo delle durezze utilizzando acqua osmotica con le giuste integrazioni, eviterà l’introduzione di sostanze inadatte come i silicati (SiO2).

ALGHE VERDI (Cloroficee) – le alghe verdi comprendono più di 5000 specie e sono le tipiche alghe che infestano i nostri acquari. Possono essere sia unicellulari che pluricellulari, sia isolate che coloniali, in filamenti semplici o ramificati. A seconda del tipo di alga, possono dare luogo ad infestazioni di forma e causa diversa. Anche le cause scatenanti possono essere diverse a seconda delle specie prese in esame.

ALGHE BRUNE (Feoficee) – le alghe brune sono alghe tipicamente marine, sono alghe macroscopiche che spesso presentano tallo diviso in Rizoide, Cauloide e Filloide, che non sono vere radici, fusto e foglie ma parti che assumono forme simili a quelle tipiche delle piante. Vengono dette anche alghe superiori ma non sono troppo dissimili dalle altre, se non ai nostri occhi. Tra le più note ricordiamo il Sargasso.

ALGHE ROSSE (Rodoficee) – le alghe rosse sono alghe macroscopiche che possiedono tallo diviso come le alghe brune. Sono alghe principalmente marine e sono spesso chiamate alghe calcaree per la loro predisposizione a fissare il carbonato di calcio in formazioni più o meno complesse. Altre possiedono forme gelatinose brunastre che spesso vengono confuse con le alghe con le alghe azzurre. Tipiche formazioni gelatinose sono il cosiddetto agar-agar.

INFESTAZIONI IN ACQUARIO DI ACQUA DOLCE

Nei nostri acquari le infestazioni di alghe sono solitamente di due tipi: infestazioni per eccesso di organico ed infestazioni per carenza. I gruppi principali di alghe sono:

Alghe Verdi Puntiformi: sono alghe che si formano in vasche con acqua di buona qualità, non sono dannose per le piante e tantomeno per i pesci. Solitamente formano dei piccoli puntini di colore verde o verde scuro sia sulle piante che sui vetri, sono molto tenaci e difficilmente i classici mangiatori di alghe riescono a debellarle. Gli alghicidi non sortiscono alcun effetto e nonostante la loro discretezza vengono spesso combattute come alghe peggiori. Il metodo migliore per eliminarle consiste nell’introduzione di lumache del genere Planorbis o Neritrina e con gamberetti del genere Caridinja o Neocaridinja. Spesso, a seconda dei valori chimici dell’acqua, possono scomparire o riapparire senza motivo apparente.

Alghe Nere Puntiformi: compaiono solitamente sulle piante con foglie coriacee a seguito di grossi innalzamenti di composti azotati e fosforici. Solitamente sono il segno di una trascuratezza nella cura dell’acquario e della qualità dell’acqua. Filtri sporchi, mancanza di regolari cambi d’acqua e sovrappopolazione sono le cause principali d’infestazione. Sopraggiungono come singoli punti neri o nero verdastri, per poi formare ampie macchie scure sulle foglie, fino a sopprimere le piante troppo colpite. Per debellarle dobbiamo scoprire i fattori ambientali scatenanti. Un aumento della frequenza dei cambi dell’acqua e l’introduzione di piante a crescita veloce agevolano molto il lavoro di ripristino. Pesci erbivori ed alghicidi non servono, meglio curare la qualità dell’acqua e la fertilizzazione delle piante. Un leggero abbassamento delle durezze e l’ausilio di un diffusore di anidride carbonica possono aiutarci.

Alghe a Gomitolo: sono alghe del genere Ulotrix e formano lunghi filamenti di colore verde chiaro, che tendono ad arrotolarsi a gomitolo. Sono alghe di formazione e sopraggiungono a maturazione di vasche nuove, quando cioè le sostanze organiche nel nostro acquario non sono più sufficienti per la crescita delle piante e le stesse tendono a fermarsi. Non sono alghe dannose e non fanno danni, se non consideriamo la sottrazione furbesca dei nutrienti che spettano alle piante. Solitamente spariscono con l’aggiunta dei primi pesci mangiatori di alghe. In caso di forti infestazioni si potrà attuare un’eliminazione parziale prima dell’introduzione dei pesci.

Alghe Verdi Filamentose: fondamentalmente sono molto simili alle precedenti, le loro esigenze sono simili a quelle delle piante e la loro crescita indica, solitamente, un buono stato generale della vasca e dei valori chimici. Sono alghe del genere Spirogyra e non provocano danni se non di concorrenza verso le piante. Solitamente sono stimolate dalla forte irradiazione luminosa. Alghicidi, come anche per la precedente, non servono. Una buona schiera di gamberetti e pesci vegetariani terrà sotto controllo il nemico, aumentare e stimolare la crescita delle piante con maggiore luce, migliore e più mirata fertilizzazione ed una buona dose di anidride carbonica permetterà di debellare l’infestazione in modo naturale.


Alghe Nere a Pennello: sono il terrore di ogni buon acquariofilo, ma non temete, tutti hanno dei nemici, anche le alghe a pennello. In natura nulla viene lasciato al caso. Solitamente compaiono come piccoli ciuffi di colore nero, per poi formare una sorta di barba lungo il margine fogliare di piante coriacee. Sono alghe del genere Audouinella e possono presentarsi in due forme. Una più bassa e non lunga più di 5 mm, un’altra lunga anche 20 mm. Solitamente, al contrario di quanto si dice in giro, è un’alga che non ama le acque sporche o cariche di composti organici, al contrario, un eccesso di nitrati e fosfati rallenta la loro crescita. Con questo non dico che si debba sporcare la vasca per eliminarle.

Bisogna fare solo più attenzione. Un aumento graduale della concentrazione dell’anidride carbonica disciolta, con l’ausilio di un diffusore, e l’introduzione di veloci antagonisti, come piante del genere Limnophila e Hygrophila, permette dei buoni risultati. Gli alghicidi non servono a nulla, le alghe visibili muoiono e si staccano, ma non appena l’effetto dell’alghicida scompare, sfruttano la sofferenza delle piante e coprono tutto. i pesci ed i gamberetti vegetariani servono a molto poco.

Alghe Verdi a pelliccia: sono alghe verdi del genere Oedogonium, formano fitte foreste di esili filamenti di colore verde su tutte le piante, in particolare su quelle esposte maggiormente alla luce. Sono alghe che crescono rapidamente infestando ogni sorta di pianta ed arredamento, crescendo a macchia d’olio ed espandendosi su ambienti limitrofi alla colonia. I valori chimici dell’acqua (pH, GH, KH) non sono determinanti per la loro crescita. Solitamente valori di nitrati e di fosfati molto alti sono elementi scatenanti per queste alghe. Il modo migliore per debellarle è simile alla cura per le alghe nere puntiformi. La cura dell’acqua e delle piante ed una maggiore pulizia possono esserci di grande aiuto. Gli alghicidi funzionano come per le alghe nere a pennello. I pesci vegetariani asportano solo le parti giovani e tenere.

Alghe a Barba: le alghe a barba sono alghe rosse del genere Compsogon, solitamente sono di colore verde grigiastro ed hanno forma ramificata con una lunghezza fino a 15 cm. Solitamente hanno consistenza coriacea e di preferenza crescono in zone superficiali con forte illuminazione. Prediligono acque calcaree con bassa concentrazione di anidride carbonica ed elevata quantità di nitrati e fosfati. La cura è la stessa che per la precedente.

Alghe Verdi a Ciuffo: sono alghe a volte molto decorative. Di un colore verde intenso o verde chiaro, appartengono al genere Phitophora e formano ciuffi, grandi anche qualche centimetro, su foglie ed arredi. I singoli ciuffi sono poco aderenti al substrato e si strappano con facilità senza lasciare traccia. In linea di massima preferiscono come substrato rocce e legni fortemente illuminati. Le piante vengono danneggiate di rado, per questo preferisco non asportarle quando nascono nel mio acquario, sono un elemento decorativo inusuale per i miei legni. § Fioriture Algali: le fioriture algali sono ad opera di alghe unicellulari del genere Volvox, sono di colore giallo o giallo verde. Quando compaiono l’acqua tende a colorarsi di un verde opaco. Solitamente le fioriture algali sono stimolate da alte concentrazioni di azoto e fosforo, oltre ad un alta luminosità. L’unica cura possibile ed auspicabile è l’utilizzo di speciali lampade a raggi UV ultravioletti sterilizzanti. Logicamente l’utilizzo di queste lampade elimina solo le alghe, la pulizia ed il rispetto delle norme di manutenzione igienica della nostra vasca ci aiuteranno ad evitare altri problemi.

Le alghe innocue

Alghe brune e diatomee
E’ possibile che gia’ pochi giorni dopo l’allestimento di un acquario, compaia un velo sottile e marrone sui vetri, ed eventualmente anche sulle pietre, sul termometro ecc. Si tratta sicuramente di diatomee, alghe silicee considerate pioniere, che in seguito scompaiono completamente. Questa patina marrone puo’ essere facilmente eliminata con un raschietto calamitato o con un batuffolo di lana di Perloz. Non appena le piante iniziano a crescere bene e si raggiungono valori ottimali di ossigeno in acquario, queste alghe si riducono progressivamente fino a scomparire.

Le alghe verdi
Anche le alghe verdi possono essere annoverate tra le alghe innocue. E’ inoltre possibile considerare indicatori, poiche’ segnalano che la concentrazione delle sostanze disciolte in acqua rientra nella norma. Esse sono anche le piu’ affini alle nostre piante d’acquario. Si presentano spesso come filamenti di colore da verde a giallo-verde, oppure anche come delicati batuffoli. Nonostante si tratti di alghe non pericolose, non devono essere tollerate in acquario. Sono infatti in competizione con le piante per le sostanze nutritive. La loro eliminazione di regola non crea problemi: si lasciano facilmente prelevare con le mani oppure avvolgere su un bastoncino.

Le alghe Pericolose

Le alghe appartenenti a gruppi che seguono, al contrario di quelli gia’ descritti, non vanno tollerate e la loro rimozione deve essere sempre fatta tempestivamente polche’ esse possono portare velocemente l’acquario in una situazione di pericolo, specialmente se si lascia loro il tempo di insediarsi.

Le alghe azzurre
Sono considerate le alghe piu’ pericolose; sono osservabili spesso nella fase iniziale di un acquario. Approfittano facilmente delle condizioni che si vengono a creare quando il sistema acquario non e’ ancora in equilibrio. Riconoscibili per l’aspetto di una pellicola blu-verde, talvolta anche bruno-nerastra che riveste foglie, rocce, legni materiali di fondo, hanno un odore oltremodo penetrante.
Le alghe azzurre iniziano la loro crescita dal fondo, per poi piu’ tardi ricoprirlo interamente con uno strato viscido.
Vengono anche chiamate alghe patinose per il loro aspetto untuoso. Al contrario delle alghe verdi. segnalano uno stato di allarme: troppe sostanze nutritive disciolte in acqua, soprattutto nitrati e fosfati, acqua non sufficientemente curata, piante sofferenti. Appena individuate, vanno asportate velocemente con un tubo aspirante; l’operazione va ripetuta fino a che esse non sono completamente e definitivamente scomparse. Questa operazione di norma dura pochi giorni, solo raramente piu’ a lungo. per fortuna non e’ difficile eliminare.

Le alghe rosse
Rappresentano un grande gruppo di alghe che vengono chiamate dagli acquariofili, a seconda dell’aspetto, alghe filamentose, alghe a pennello o alghe a ciuffo. Sono molto sgradevoli in acquario, in quando assai difficili da eliminare. Spesso e necessario rimuovere l’intera foglia infestata oppure all’occorrenza, perfino l’intera pianta. La loro comparsa, a volte massiccia e repentina, e’ oltremodo pericolosa per l’acquario. Le alghe filamentose si riconoscono da un lungo filamento azzurro verde o nerastro, che cresce di preferenza sul margine delle foglie delle piante. Ma anche i piccioli e gli spigoli degli oggetti di plastica e di legno sono luoghi di crescita, preferenziali. Anche queste alghe devono essere eliminate con interventi energici, spesso con l’esportazione dell’intera parte contaminata: tali interventi devono essere ripetuti fino alla loro completa scomparsa. Anche le cosiddette alghe a ciuffo e a pennello appartengono alle alghe rosse. E’ tipico il loro colore nerastro-verde sporco, mentre mentre la colorazione rossa e mascherata e appare solo quando le alghe vengono immerse in alcool. Anch’esse si insediano, come le alghe filamentose, su margini di foglie non piu’ adatte, su margini di foglie non piu’ intatte, su piccioli, sassi, legni e parti di plastica.

Come possiamo combatterle?

Suggerimenti pratici per una efficace lotta alle alghe
Per ottenere un acquario sicuramente libero da alghe, esiste una collaudata e sperimentata ricetta. Questa si basa semplicemente sulla prevenzione e sulla cura ottimale dell’acqua. In dettaglio la ricetta e’ la seguente:
1) Corretto posizionamento dell’acquario. E’ necessario far attenzione che l’acquario non riceva direttamente i raggi solari. La luce solare e’ di norma troppo intensa e fornisce un energia eccessiva al metabolismo delle piante; esse consumano percio’, in un volume d’acqua relativamente piccolo, troppe .sostanze nutritive. Si viene cosi’ a creare rapidamente una carenza di tali sostanze e di conseguenza, un’interruzione nella crescita delle piante. Cio’ determina un vantaggio per le alghe.

2) Controllo delle piante prima della loro introduzione in acquario. Non conviene comprare piante provenienti da acquari nei quali siano presenti alghe. Ogni pianta va’ osservata attentamente, anche a casa prima di insediarla in acquario anche se le piante ricevute da amici o da altri acquariofili devono essere accuratamente controllate: nel caso siano infettate da alghe e indispensabile scartarle.

3) Utilizzo delle piante in vasetto. Le piante in acquario che si acquistano in vasetto vengono precoltivate in apposite strutture nei vivai. Le foglie delle piante emergono dall’acqua mentre le radici sono immerse in speciali soluzioni nutritive particolarmente ricche. Queste contengono tra l’altro molti nitrati e fosfati.
In genere, questa soluzione di coltura al momento dell’acquisto non e’ ancora stata completamente asportata dalla lana nella quale sono contenute le radici. Percio’ le piante devono essere accuratamente liberate in acqua tiepida nel vaso e del substrato lanuginoso che avvolge l’apparato radicale; solo dopo questa operazione possono essere introdotte in acquario.

4) Cura ottimale e cambi regolari dell’acqua. Un ottimale apporto di tutte le indispensabili sostanze nutritive, compresi gli oligo elementi, e’ la premessa per una sana crescita delle piante d’acquario e per un’efficace prevenzione dalle alghe. Attraverso questo ben ponderato e suddiviso dosaggio di macroelementi e di oligoelementi vengono evitati i danni causati da concentrazioni eccessive di nutrienti. Difatti, molti oligoelementi, se somministrati in grandi quantita’, producono effetti tossici, danneggiando le piante ed avvantaggiando le alghe. I regolari cambi d’acqua (di un terzo del contenuto dell’acquario ogni 14 giorni) provvedono alla rimozione dei rifiuti e dei residui pericolosi all’acquario.

5) Valori di pH neutri attraverso la somministrazione di C02. Il mantenimento di un valore pH neutro (da 6,8 a 7,2) dell’acqua dell’acquario, si ottiene mediante la somministrazione di anidride carbonica alle piante: cio’ garantisce un chimismo dell’acqua pienamente compatibile con la vita. Un prezioso aiuto ci e’ fornito dai sistemi per la diffusione di C02.

6) Luce appropriata. Le luci più appropiate sono quelle con spettro d’emissione tra i 3000° K e i 7000° K. Temperature di emissione superiore (tipo 10000°K) o la cosiddetta lampada fitostimolante (di colore rosa) aiuta il prolificarsi della crescita algale.
L’illuminazione dell’acquario deve essere proporzionata all’altezza e al volume dell’acqua. La quantita’ di luce deve essere sufficiente per raggiungere anche le piccole piante sul fondo. Va considerato che la maggior parte delle piante utilizzate per il primo piano dell’acquario crescono frequentemente sulle rive, dove di norma e’ presente una buona quantita’ di luce. La luce e’ energia per la crescita: cio’ significa che deve essere commisurata alla quantita’ di sostanze nutritive presenti in acquario. Troppa luce porta velocemente a un loro esaurimento, soprattutto nel caso degli oligoelementi. E cio’ costituisce normalmente un vantaggio per le alghe. Poca luce porta invece ad un arresto della crescita delle piante e a una conseguente carenza di ossigeno. Tra queste condizioni limite, e’ necessario scegliere la luce giusta. Per un acquario ottimale essa puo’ essere costituita da: Acquari con altezza fino a 40 cm; lampadina Tungsram FD-D 18 F84 oppure Osram Dulux DD 18/21. Acquari con altezza fino a 50 cm; lampada a vapori di mercurio 80/ 125 watt. Acquari con altezza oltre i 50 cm; lampada ad alogenuri metallici, 70/150 watt.

7) Prevenzione attraverso il controllo giornaliero. Soprattutto nelle fasi iniziali di un acquario si dovrebbe controllare giornalmente l’eventuale comparsa di alghe. Una patina bluastra sul fondo o sui legni, come pure una proliferazione di alghe sui margini delle foglie, dovrebbe essere rimossa nel piu’ breve tempo possibile.
Prevenzione attraverso l’introduzione di pesci che si nutrono di alghe.
Un’efficace misura preventiva e’ rappresentata dai pesci che volentieri si cibano di alghe. Essi non offrono pero’ una garanzia assoluta, poiche’ in molti casi scoprono presto che il mangime secco e’ piu’ appetitoso piu’ facilmente reperibile delle alghe. Basta solo aspettare la somministrazione. Ecco alcuni suggerimenti: Alghe filamentose: Crossocheilus siamensix. E’ il re dei mangiatori di alghe, soprattutto da giovane: per di piu’ predilige le temute alghe filamentose. Puo’ crescere fino a 15/ 18 cm e quindi puo’ essere allevato in un piccolo acquario solo allo stadio giovanile. Un piccolo siluride, Otocinclus vittatus, si addice in modo particolare ai piccoli acquari. Questi pesci raschiano imperterriti le alghe da foglie, steli, e legni decorativi presenti in acquario.

Attraenti e piacevoli: i Pecilidi Anche molti pesci vivipari vengono attratti piacevolmente dalle alghe. Ad essi appartengono i vivaci guppy, tutte le forme di allevamento di Poecilia sphenops, compresi i cosiddetti Black molly, e le specie di Plaly, Xiphophorus maculatus e X. variaus.
il Crossocheilus siamensis cresce di conseguenza, mantenendo sotto controllo soprattutto le alghe filamentose. A destra:anche un piccolo siluride, Otocinclus affinis, e’ particolarmente indicato per la prevenzione delle alghe.
Un avvertimento: Ancistrus da evitare…
Desidero ora mettervi in guardia da un pesce che viene spesso raccomandato per la prevenzione contro le alghe: Ancistrus dolichopterus.. Esso esercita un’opera di pulizia cosi’ attiva, da nuocere alla lamina delle foglie di Echinodorus sp.„ che spesso vengono danneggiate e frequentemente deperiscono.

Altre opinioni altre tesi

Molti acquariofili discutono e polemizzano sulle alghe e su come combatterle. Si dice che tutte le strade portano a Roma, ma in questo caso cosa bisogna fare per avere un acquario libero da alghe? La risposta e’ chiara ed evidente: tutti i suggerimenti basati su metodi naturali sono da rifiutare, poiche’ danneggiano spesso irrimediabilmente i pesci in acquario, e danno un successo solo temporaneo nella battaglia contro le alghe. Io ho ricevuto un opuscolo dal titolo “Problemi di alghe” opuscolo che puo’ provocare collusione soprattutto tra i principianti. E siccome e’ possibile che anche voi capiti in mano questo opuscolo, desidero fare chiarezza in questa occasione, poiche’ i consigli che esso contiene sono da rifiutare.

Consigli azzardati

Tra l’altro sul testo sono riportati i seguenti consigli: Altezza totale del fondo 10-2O cm
– Lento filtro riducente. Superficie dell’acqua appena mossa.
– Trattamento preventivo contro le alghe
– Leggera velatura dell’acqua
– Poca luce. Pausa a mezzogiorno di 4-5 ore
– Abbondante alimentazione in fiocchi
– Ossigena mattina 2,5-3,5 mgll sera 3,5-6 mg/l.
Tutti questi suggerimenti sono concordi con la tesi secondo cui l’ossigeno in acquario e’ un male e dev’essere eliminato. Tutte queste misure infatti diminuiscono il contenuto di ossigeno. Esse contrastano pesantemente con una legge naturale: in natura le piante sono produttrici do ossigeno e con il loro lavoro rendono disponibile questo gas anche per altri organismi siano essi acquatici o terrestri; l’ossigeno prodotto in eccesso rispetto alle esigenze dell’ecosistema viene naturalmente eliminato dall’acqua. Anche in acquario, quando crescono piante belle e sane, significa che tale fondamentale legge naturale viene rispettata e che l’acquario e’ stato allestito con un giusta fondo e con la luce necessaria e viene fornito di tutte le necessarie sostanze nutritive, compresa la C02
Riguardo ai singoli punti dell’opuscolo va detto che: Un fondo troppo spesso e’ causa di formazione di gas metano e acida solforico: il materiale di fondo diventa velocemente anossico e assume un colore nerastro. Suggerimento: l’altezza ideale del materiale di fondo varia da 3 a 10 cm, in funzione delle dimensioni dell’acquario. Molto innaturale e’ soprattutto l’indicazione di fornire poca luce e prevede una pausa di 4-5 ore a meta’ della giornata. Questa prassi danneggia notevolmente, oltre alle alghe, anche alle piante. Spezzare in due il periodo in cui , giornalmente, viene fornita luce all’acquario rappresenta per i pesci una situazione anti biologica. Suggerimento: giusta e’ fornire luce all’acquario per circa 10 ore al giorno. Se l’alimentazione diventa sovrabbondante, il cibo imputridito non solo pesa sul bilancio dell’ossigeno, ma provoca anche un aumento del carico organico di cui fanno parte anche le sostanze nutritive utilizzate dalle alghe, come per esempio, î fosfati ed i nitrati. Suggerimento: dare poco alimento ai pesci, in modo che venga consumata in pochi minuti. anche il consiglio di mantenere la durezza carbonatica su valori di circa 1-2 dH e da rifiutare polche’, con tali valori, si puo’ verificare un eccessivo aumento di addita’ (spostamento del pH versa l’acido) con conseguenze letali per pesci e piante. Suggerimento: i valori ideali di durezza carbonatica variano tra 4 e 5 dH. Un contenuto di ossigeno alla sera attorno a 3,5 mg/1 espone l’acquario ad un grosso rischio: durante la notte infatti, soprattutto in presenza delle misure riducenti sopra ricordate, la concentrazione di questo importantissimo gas puo’ diminuire notevolmente causando anossia e morte dei pesci per asfissia. Bassi valori di ossigeno disciolto non s1 conciliano con i risultati ottenuti studiando le acque in natura. In natura invece un grande volume d’acqua provvede al mantenimento delle stabilita’ dei valori, anche mediante l’apporto di una piccola quantita’ di ossigeno. Questa in acquario non succede. Suggerimento: e’ giusto un contenuto di ossigeno al mattino di circa 5mg/1. Ancora una considerazione sui mezzi chimici utilizzati per combattere le alghe. Polche’ si basano su sostanze che rallentano la crescita, essi ostacolano non sola lo sviluppo delle alghe ma anche quello delle piante. Il loro utilizzo infatti contrasta l’accrescimento di ambedue i gruppi vegetali, e questo e’ sbagliato in quanto finisce per danneggiare anche le piante, favorendo in tal modo le alghe.

CONCLUSIONI

Le alghe, amiche o nemiche? Le alghe sono vegetali affascinanti, esistono da milioni di anni e vivono in tutto il pianeta. Colonizzano ogni ambiente, tutte le acque ma anche sulla terra ferma ed addirittura hanno imparato a convivere con altri esseri viventi in coesione ed a reciproco vantaggio. In acquario sono brutte ed alcune volte puzzano pure, ma sono dei campanelli d’allarme. Dei campanelli che compaiono quando subentrano parametri instabili o variazioni non desiderate dell’equilibrio bio-chimico del nostro acquario. Il buon appassionato si rende conto delle condizioni di andamento del suo acquario in base alla crescita o meno di questa o quella pianta ma anche in base alla proliferazione di alcune alghe. La Natura ci insegna molto di più della letteratura, se solo ci fermassimo per un attimo ad osservare il nostro acquario lo vedremmo cambiare, mutare in base alle stagioni, in base alla crescita dei pesci e delle piante. La giusta cura e le manutenzioni regolari del nostro acquario sono le uniche soluzioni per evitare le infestazioni algali. Le piante devono essere stimolate al massimo perché diventino concorrenziali verso le alghe. Una giusta e mirata fertilizzazione organica e minerale, una buona quantità di ferro somministrata giornalmente, la giusta quantità di anidride carbonica ed una forte irradiazione luminosa sono le armi migliori. In questo modo le piante cresceranno sempre al meglio, sfruttando tutto il materiale organico nell’ambiente e divenendo le vere armi contro le alghe. Per ottenere uno splendido acquario libero da alghe quindi e’ importantissimo garantire alle piante condizioni di vita ottimali.


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