Combattimenti betta splendensQuando siamo partiti per la Thailandia pensavamo a cosa avremmo trovato e visto di bello, soprattutto da un punto di vista acquaristico e volevamo assistere anche ai famosi combattimenti tra betta. In effetti siamo stati ripagati alla grande e il viaggio è stato indimenticabile. Tra le tante cose che cercavamo e che ci incuriosiva, era vedere come venivano colorati artificialmente i pesci, ma nonostante le nostre ricerche, domande o altro, non siamo arrivati a niente, se non ad una conferma del fatto che vengono usati molto frequentemente i bambini per iniettare il colore poiché avendo le mani piccole riescono a tenere i pesci più facilmente. La persona che ci ha raccontato queste cose ha comunque sottolineato più volte che le vernici usate non sono assolutamente tossiche e che i pericoli per i bambini sono praticamente zero e che questi non vengono sfruttati, ma aiutano semplicemente i genitori in queste operazioni. Con questo non vogliamo giustificare nessuno, sia chiaro. Condanniamo e condanneremo sempre questo macabro business. Restando sempre nel discorso, c’è da dire che non abbiamo visto nessun negozio (e ne abbiamo visti centinaia!!) che vendeva pesci colorati artificialmente e questo ci fa riflettere sul fatto che probabilmente questi pesci sono richiesti solo all’estero e pochissimo in Thailandia. L’altra cosa che ci interessava vedere erano i combattimenti tra Betta. Io ero molto scettico al riguardo, nel senso che quasi non ci credevo fossero veri, oppure pensavo fosse un’usanza del passato e che oggi non era più di moda. Abbiamo cominciato a chiedere informazioni quando ci trovavamo a Koh Chang, un’isola ad est della Thailandia. Nell’isola abbiamo conosciuto Andrea, un Italiano che vive lì da oltre due anni e parla anche un po’ di thailandese. Da questa prima indagine le risposte che abbiamo avuto ci riferivano che i combattimenti in questo periodo non si facevano e che quindi siamo capitati nella stagione sbagliata. La cosa mi ha lasciato un po’ perplesso, anche perché non capivo il discorso della “stagione” che c’entra? Eppure così ci ha riferito una donna anziana del villaggio in cui ci trovavamo. Il tempo di rendermi conto della situazione che ho iniziato a scattare decine e decine di foto. Lo spettacolo era terrificante! L’atmosfera era quella di un film di Van Damme: luci soffuse e reti di ferro che facevano da divisorio tra una stanza e l’altra; gente concentratissima a guardare come i poveri betta si uccidevano tra loro e una nuvola di fumo riempiva totalmente i due locali. A fare da contorno a tutto questo c’era il continuo scambio di denaro per le scommesse. Come potete vedere dalle foto i betta sono messi in questi recipienti di vetro e poggiati su queste travi di legno che fanno da palco per chi assiste. Si capisce anche che i betta usati non sono i Betta splendens che vediamo di solito in negozio, ma sono le forme a pinne corte dello splendens, avente una forma più simile al selvatico. In lingua locale si chiamano Plakat mohr (mentre il betta a pinne lunghe si chiama Plakat chin (o Cheen o Jeen). Il motivo è semplice, i Betta usati hanno pinne più corte, il corpo più tozzo e la testa più grande. Inizialmente pensavo fossero dei Betta Rubra, ma un esperto del settore mi ha specificato quanto sopra e lo ringrazio per questo. I combattimenti sono cruenti e durano diverse ore. I pesci si attaccano con violenza e si lacerano totalmente le pinne e la bocca fino a quando uno dei due esemplari non muore. Per capire meglio il tutto potete scaricare un filmato a fondo pagina. Altro particolare che abbiamo notato è la “passione” che gli scommettitori mostrano durante gli incontri e in particolare nelle fasi salienti. Urlano, gesticolano ed esultano, cosa del tutto inusuale in Thailandia, dove di regola regna la tranquillità più assoluta. Le regole principali per gli incontri sono le seguenti: – I pesci devono essere della stessa taglia e sono divisi in categorie, molto simili a quelle della boxe, quindi: pesi leggeri, medio-massimi, massimi ecc. – Ogni proprietario del pesce può richiedere un cambio d’acqua per una sola volta durante l’incontro. Il Cambio dell’acqua è una sorta di time-out che teoricamente serve a ridare vitalità al pesce, ma praticamente ha lo scopo di interrompere l’incontro perchè l’avversario sta dominando. Un po’ come si fa per la pallacanestro. – Una sessione di combattimento dura approssimativamente 6 ore. Questa può essere divisa in 3 parti. Il primo round dura circa 2 ore. Di solito, il pesce sarà esausto dopo 2 ore. Iniziano di nuovo a lottare per altre due ore circa e dopo 4 ore di combattimento, i pesci, oltre ad essere molto stanchi sono anche pieni di ferite molto gravi. Se durante questi due round uno dei pesci è ancora vivo si procederà ad un altro round di due ore che vede però i pesci separati. I pesci in questa fase sono agonizzanti e privi di sensi e difficilmente avranno ancora la forza di combattere, A questo punto si attende la morte di uno dei due. Chi sopravvive è il vincitore. Può succedere, tuttavia, che passate le 6 ore i due pesci siano ancora vivi. A questo punto entra in gioco un terzo pesce combattente che viene fornito dai giudici. Questo terzo pesce viene inserito nel “ring” insieme agli altri due betta agonizzanti che sicuramente attaccherà… chi dei due pesci avrà ancora la forza di reagire sarà il vincitore. Alla domanda che fine faceva il pesce quasi morto, ma comunque vincitore, ci hanno risposto che questo sarebbe stato curato e usato per le riproduzioni perchè lo spirito combattivo sarebbe stato tramandato alla prole… Il mio primo pensiero è stato come potevano salvare un pesce in quelle condizioni, ma se così hanno detto probabilmente la cosa è fattibile. Ho provato a chiedere, ma forse la domanda era un po’ troppo complessa e di fatti non ho ricevuto risposta. Ci sono allevatori che sono diventati ricchi con le scommesse e che sono famosi in tutto il paese! Ma il Betta, in Thailandia, è anche passione acquariofila, nel senso che esistono molti allevamenti di questo pesce (che ha origini proprio in Thailandia) e che producono esemplari a dir poco straordinari, sia per forme che per colori. Precisiamo subito che l’allevamento del Betta significa anche una discreta fonte di guadagno per chi li riproduce e li seleziona, perché è un pesce facile da allevare e soprattutto da tenere. Di fatti è regola trovare Betta in piccoli vasi o bottiglie, praticamente in ogni attività commerciale, dal parrucchiere al ristorante per passare dall’officina meccanica. Immaginiamo quindi che anche in molte abitazioni private sia presente. Sembra quasi essere un oggetto d’arredamento ed ecco spiegato anche il titolo di questo reportage: “passione distorta”. Non vogliamo dire che in Thailandia non ci siano dei veri appassionati che amano e rispettano questi pesci, ma il 90% di loro viene sicuramente venduto per finire in un bicchiere o in una bottiglia, con sopra una piantina tropicale. Sempre al mercato di Chatuchak abbiamo potuto osservare migliaia di Betta, di tutte le varietà, forme e colori (scaricate il video in fondo alla pagina). I meno pregiati venivano imbustati in mini sacchetti alla velocità della luce e lanciati nel cestone che conteneva centinaia di pesci già imbustati (in fondo alla pagina potete scaricare un filmato che testimonia il tutto), mentre i più fortunati finivano in bottiglie di liquore, possibilmente piatte, in modo che il pesce potesse essere visionato meglio, dato che non poteva girarsi. Gli esemplari pregiati, invece, erano disposti in piccolissime batterie di 3-4 lt, separati da un cartoncino il quale serviva a non farli inveire l’uno con l’altro. Il cartoncino veniva prontamente tolto dal negoziante o da chi era interessato al pesce per vedere il betta con le pinne distese e le branchie spalancate che si scagliava verso il maschio adiacente e viceversa. E le femmine??? Come venivano trattate?? Penso basti la foto che segue. Le uniche femmine che conducevano una vita “normale” erano le femmine dei betta pregiatissimi, che avevano costi esorbitanti anche per noi occidentali e che avevano la loro vaschetta di fianco al maschio.
Da sottolineare, comunque, che non abbiamo visto un pesce in cattiva salute e soprattutto non abbiamo visto un pesce morto! E anche qui non vogliamo invitare nessuno a tenere un Betta in un bicchiere, perché non è sicuramente la cosa giusta! Se in Thailandia lo fanno sono affari loro! Vogliamo però spezzare una lancia a favore di quei negozianti o allevatori che tengono i betta in minibatterie o nei bicchieri e che spesso vengono criticati. Bisogna sapere che il Betta è un pesce estremamente aggressivo con i suoi simili (e non solo) e che quindi non è possibile, per un negoziante o un grossista, allestire 10, 20, 100 vasche di 50 lt l’una per inserire un solo pesce! E siccome siamo noi appassionati a volere questo fantastico pesce, l’unica soluzione è quella di tenerli provvisoriamente in queste minibatterie. Inoltre possiamo assicurare tutti che il Betta non soffre assolutamente in questa situazione perché anche in natura, nei periodi di siccità, spesso vive in pozze di pochi cm di diametro e profonde due-tre centimetri! Di fatti, ha sviluppato il labirinto (un organo respiratorio supplementare!) proprio per poter far fronte a queste situazioni! Testo, foto e video di Marco Rosetti Se vuoi scaricare i video dei betta clicca sulle foto sotto
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