Un pesce che desta non poca curiosità, soprattutto nel neofita, è l’Anabas testudineus per le sue abitudini arrampicatrici: già, proprio così, si tratta di un pesce che viene definito “arrampicatore”(Persico scalatore; Climbing Perch, dicono gli anglofoni), che rassomiglia a una tartaruga e che si trova allo stato libero in India, nelle Filippine, in Malesia, in Indonesia, nello Sri Lanka, a Taiwan, nel Vietnam, in Cambogia, nel Mar Cinese.
Qui, vive nei fiumi di non grande portata, in estuari, nei canali d’irrigazione, negli stagni, nelle paludi con acque stagnanti e nelle risaie, in acqua dolce o leggermente salmastra, talora torbida e scarsamente ossigenata; spesso si trova in territori coperti da fitta vegetazione. Praticamente, ovunque ci sia una raccolta d’acqua, l’Anabas testudineus potrebbe esserci.
Si nutre cacciando avannotti o, meglio, aspettando che questi gli passino a tiro, mordicchiando vegetali e non disdegnando altri animaletti, quali i gamberetti, vermi, crostacei, per esempio.
Dice William T. Innes, nella sua presentazione della specie nell’opera “Exotic Fishes Aquarium“, che il pesce in acquario attira l’attenzione della gente come una scimmia alla finestra e coloro che l’hanno visto si potranno sentire chiedere dai curiosi: “Dov’è il pesce che cammina?”
- 1 L’Anabas testudineus cammina sulla terraferma?
- 2 Aspetto, colorazione, dimensioni dell’Anabas testudineus
- 3 Carattere e comportamento
- 4 Acquario
- 5 Dimorfismo sessuale nell’Anabas testudineus
- 6 Riproduzione dell’Anabas testudineus
- 7 Alimentazione
- 8 Particolarità che lo distingue e attira la simpatia
- 9 Malattia di velluto
- 10 Armi di difesa velenose dell’Anabas testudineus
- 11 Gastronomia
L’Anabas testudineus cammina sulla terraferma?
In effetti, il pesce non “cammina”, ma, aiutandosi con le placche che ricoprono tutto il corpo, leggermente mobili fra di loro, e con il movimento delle pinne pettorali, degli opercoli branchiali e della coda, riesce ad avviare un moto ondulatorio che, seppure goffo, lo fa spostare anche di diversi metri.
Sembra assodato che, qualora nel suo ambiente naturale venga a mancare l’acqua, l’Anabas testudineus salga sulla sponda e vada a cercare una nuova dimora in un altro stagno; e non solo, giacché c’è chi ha assicurato che in una notte può percorrere fino a 180 metri: forse è un po’ troppo, ma non potendo contestarlo, accettiamo la notizia così com’è, mentre riteniamo che sia da rigettare l’affermazione che possa arrampicarsi sugli alberi: vedendo come si muove all’asciutto, dando l’impressione di essere caduto fuori dall’acquario senza coperchio e, perciò, in pericolo di vita, si comprende come questa attitudine sia a lui preclusa.
Naturalmente, si potrebbe obiettare sul fatto che, essendo un pesce, l’uscita dall’acqua lo condannerebbe a morte, venendo a mancare la respirazione branchiale: giusto, ma mi ero dimenticato di ricordare che questo pesce è un Labirintidae, essendo fornito dell’organo chiamato labirinto, appunto, per cui può respirare l’aria atmosferica così come i Betta, i Tricogaster e altri ancora. D’altra parte, è stato dimostrato che l’Anabas testudineus, può vivere al di fuori dall’acqua, in un ambiente umido, per diversi giorni. Comunque, in caso di necessità, cioè se si trova in secco, può aspettare il ritorno dell’acqua sepolto sotto il fango umido.
Aspetto, colorazione, dimensioni dell’Anabas testudineus
Il corpo è un ovale allungato, siluriforme, con un colore che, a partire dal dorso, è di un colore scuro, verdastro od olivastro, che va schiarendo andando verso il ventre, dove diventa pallido. La pinna dorsale è più lunga di quella anale ed entrambe si estendono fino quasi al peduncolo caudale; tutte le pinne, ben sviluppate, sono brunastre.
L’iride dell’occhio è di un bel colore rosso. Talvolta, una macchia scura si trova dietro l’opercolo branchiale, sul quale sono due forti spine, e nel peduncolo caudale. E’ un pesce che in libertà raggiunge la considerevole lunghezza di 25 centimetri, mentre in cattività resta più piccolo; comunque, richiede un acquario di dimensioni adeguate.
Carattere e comportamento
Si tratta di un pesce predatore, per cui per questa sua peculiarità o lo si tiene da solo oppure può essere tenuto insieme con altri pesci che non ne temano l’aggressività e che, eventualmente, possano difendersi dalla sua aggressività, quali possono essere i Ciprinidi, i Pesci gatto, i Loricaridi, i Ciclidi e altri pesci di dimensioni e robustezza adeguate. Logicamente, più la compagnia è numerosa e più l’acquario deve essere grande.
Acquario
L’acquario deve avere buone dimensioni, che devono essere accresciute, qualora si intenda ospitare più esemplari di Anabas testudineus, anziché uno solo, o pesci di altre specie, con le precauzioni di cui si è detto.
Si è visto che in libertà gli ambienti in cui può vivere questo pesce sono vari, per cui non ci sono esigenze particolari e, pertanto, basta il buon senso e il gusto dell’acquariofilo per rendere una vasca vivibile e di piacevole effetto.
Quindi, un fondo morbido e sabbioso, con vegetazione a piacere, magari con qualche pianta galleggiante, con pietre, rami e radici come arredamento, rendono il sito comodo e accogliente.
E non si devono dimenticare due importanti raccomandazioni: la prima prevede che siano lasciati dai 10 ai 15 centimetri di vuoto fra superficie dell’acqua e il coperchio, perché, come ricordato, i Labirintidi possono respirare ossigeno atmosferico; e la seconda riguarda il coperchio, che deve essere rigorosamente presente, se non si vuole che i pesci, fra l’altro ottimi saltatori, vadano a “camminare” sul pavimento.
Dimorfismo sessuale nell’Anabas testudineus
Le femmine pronte per la deposizione sono leggermente più grandi e grosse dei maschi, che come colore sono leggermente più scuri.
Parametri dell’acqua dell’acquario
Temperatura dai 18 ai 32*C, acidità pH da 5,5 a 8.0 e durezza nel grande intervallo da 5 a 25 dGH.
Riproduzione dell’Anabas testudineus
Si chiarisce subito che, pur essendo un pesce labitirintide, il maschio non crea un nido di bolle in cui porre le uova prima e gli avannotti poi, come avviene nei Betta e in altri membri della famiglia, dove la cura parentale è ben presente, perché per questi pesci tale cura non esiste.
La riproduzione in acquario dell’Anabas testudineus non è molto comune e, se si tenta, si deve aspettare che i pesci siano sessualmente maturi, fatto che avviene quando essi hanno quasi un anno di età e sono lunghi dai 10 ai 12 centimetri. Quando la coppia è pronta, il maschio assume una colorazione rossastra del corpo e più accentuata che nelle pinne ventrali e pettorali, mentre una macchia nerastra compare sul peduncolo caudale; nelle femmine il colore rossastro è più tenue, la macchia sul peduncolo caudale è più lunga e meno appariscente e il corpo diventa più voluminoso per la presenza delle uova. A quel punto, il maschio avvolge con il suo corpo la compagna e feconda le uova man mano vengono emesse.
Queste, attorno a 200 per ogni rilascio, alla fine formano una nuvola di diverse migliaia di unità, che, essendo più leggere dell’acqua, salgono alla superficie, dove si schiudono nel giro di 24 ore. Ora la cosa migliore da fare è quella di togliere i genitori, che potrebbero fare un pensierino per il pranzo o la cena. Gli avannotti, che alla nascita sono lunghi dai due ai tre millimetri, dopo un paio di giorni, nuotano in piena libertà, naturalmente se non ci sono in giro altri famelici inquilini. Per alimentarli vanno bene l’Artemia appena schiusa, per passare ad altro cibo preparato, quando cominciano a crescere.
Alimentazione
L’Anabas testudineus è un predatore di buon appetito, al quale va tutto bene, e gradisce avannotti, gamberetti, crostacei, carne a pezzetti, oltreché alcuni vegetali, come alghe. In acquario, con pazienza può essere nutrito anche con cibi essiccati o altri reperibili in commercio.
Particolarità che lo distingue e attira la simpatia
Questo pesce non gode di una grande fama, perché il suo aspetto è comune e non attira particolarmente l’occhio attento e critico dell’acquariofilo, ma ha delle doti che incuriosiscono e che fanno sì che possa diventare un beniamino.
A parte la sua capacità di uscire dall’acqua per spostarsi sul terreno umido, fatto che potrebbe indurre a lasciare una parte alta dell’acquario con un appoggio non immersa dall’acqua, per consentirgli le sue “passeggiate“, c’è un’altra peculiarità che lo contraddistingue: infatti, esso può emettere suoni udibili, che non si sa a cosa servano; ma ciò che conta è che sono emessi e che rendono la specie del tutto particolare, straordinaria e inconsueta. Per questo e per ammirare le sue esecuzioni, vale la pena d’inserirlo fra i propri inquilini.
Malattia di velluto
Gli avannotti di Anabas testudineus, così come il Betta, possono essere attaccati dalla cosiddetta malattia del velluto, definita anche malattia della ruggine o malattia della polvere d’oro. È dovuta a un parassita unicellulare (Piscinoodinium pillulare), che aderisce alle branchie e alla pelle dei pesci, dando l’aspetto di una spolverata d’oro o di ruggine, appunto.
La presenza del parassita è favorita dalle condizioni dell’acqua quando non è delle migliori: infatti, bastano temperature variabili, alto tasso di nitriti e ammoniaca, scarso ossigeno per indebolire i pesci, colpiti nel loro sistema immunitario, rendendoli indifesi all’attacco del parassita. Quindi, occhio affinché l’acqua sia sempre nelle condizioni migliori.
Armi di difesa velenose dell’Anabas testudineus
Le spine che si trovano sugli opercoli branchiali e che servono all’animale come armi di difesa, possono causare dolore se pungono le dita: bene, basta non prenderli in mano e stare alla larga, quando si pulisce l’acquario per scongiurare ogni pericolo.
Gastronomia
Nell’Asia sudorientale entra nella tavola delle popolazioni locali, che lo considerano un pesce non troppo costoso e dal gusto gradevole. Si cattura vivo e si mantiene in vita nei mercati tenendolo in un ambiente umido per diversi giorni. Oggi, lo si alleva commercialmente per alimentazione ed è consumato principalmente nelle Filippine, in Papua Nuova Guinea, in diverse isole del Pacifico presso l’Australia e altrove.