Vi presentiamo l’articolo “Stampa 3D: creazione di accessori e minuterie”, scritto da Roberto Tomassoni per la sezione “Fai da te” del contest di AcquaPortal.it.
Vi sarà sicuramente capitato di avere bisogno di qualche minuteria e che in negozio abbiate fatto “un salto” venendo a conoscenza del prezzo di quell’insulso pezzo di plastica. Oppure di cercare uno specifico pezzettino di un meccanismo che non vendono sicuramente singolarmente.
Grazie alla stampa 3D a volte si può ovviare a questi problemi. Essa inoltre da una notevole mano nel caso del fai da te, permettendo di realizzare passacavi, contenitori per centraline, supporti per lampade, portasonde e persino strumenti come pinze per l’acquascaping o raschini per i vetri, potendoli poi scalare o allungare a seconda delle esigenze di ogni vasca.
Ovviamente la stampa 3D non è la panacea universale: esistono pezzi non stampabili perchè richiedono materiali particolari come ad esempio il rotore delle pompe che è soggetto a molta usura. Oltretutto il costo di una stampante 3D si aggira fra i 150/200€, quindi se l’unico suo utilizzo è la creazione di minuterie è palese che non sia conveniente comprarla. Tale problema è però aggirabile grazie alla recente nascita di negozi nelle principali città che ti affittano ad ore l’utilizzo della stampante.
Qualche accenno sulla stampa 3D
Si tratta di una tecnologia piuttosto recente che permette di creare oggetti tridimensionali con i materiali più svariati: plastiche, cemento e persino cioccolato, rendendo possibile la creazione di dolciumi che sono vere e proprie opere d’arte. I materiali più diffusi nella stampa 3D amatoriale sono il PLA e l’ABS, due polimeri plastici.
Essa trova quindi l’applicazione in tantissimi campi differenti dunque perchè non aggiungere anche l’acquariofilia ad essi?
Penserete “ma chi è capace a preparare i modelli 3D da stampare?”. Fortunatamente esistono siti pieni di modelli già fatti, alcuni dei quali progettati specificatamente per una certa marca di luci, pompe, ecc., con le quali di conseguenza calzano a pennello.
Di siti con modelli 3D se ne trovano a bizzeffe, personalmente finora ho utilizzato Thingiverse. Basta scaricare il modello e, utilizzando un apposito programma (slicer) adattarlo alla stampante che poi, in tempi mediamente abbastanza contenuti, provvederà a stamparlo.
Fra le decine di modelli di stampante presenti sul web vi chiederete quale convenga acquistare per applicazioni di questo tipo. Personalmente utilizzo una Prusa I3 arrivata in kit da montare (ciò fa abbassare il costo, ma prevede l’impiego di 5/6h nel montaggio). Per i miei scopi è più che adatta: ha un buon volume di stampa, una buona precisione, bisogna settare bene le temperature ma fa dei buon oggetti anche se a volte con lievi difetti (che potrebbero essere dovuti però alla mia carente esperienza).
La reputo quindi una buona scelta per iniziare. Essa permette di stampare sia in ABS che in PLA, io utilizzo quest’ultimo ma non ci dovrebbero essere sostanziali differenze a parte le temperature di stampa. Riguardo esse non posso essere preciso: per ogni bobina di filamento cambiano, anche se della stessa marca ma di colore diverso. Troverete tantissime indicazioni sui siti appositi, ma poi dovrete verificare personalmente le variabili perfette.
Finora ho stampato dei passacavi progettati appositamente per le Vortech, ma adattabili a pressochè qualunque filo e due ugelli per la risalita: uno di forma “classica” ed uno elicoidale che crea un particolare vortice nel flusso (esistono diverse forme, alcune alquanto curiose).
Essendo il PLA ricavato da materiale vegetale (dal mais se non erro) forse sarebbe preferibile dare qualche mano di Plastivel, un spray che deposita un film plastico sugli oggetti in modo da preservarli più a lungo. Esso è usato normalmente in terrariofilia e in acquariofilia dolce, ma non ho trovato testimonianze di un suo utilizzo nel marino. A rigor di logica dovrebbe comunque essere innocuo. I miei pezzi comunque non li ho ancora ricoperti e non presentano segni di usura ma sono praticamente nuovi.
Concludo ringraziandovi per il tempo concessomi. Mi auguro almeno qualcuno di voi abbiano apprezzato l’articolo o almeno gli abbia messo “una pulce nell’orecchio” riguardo questa interessantissima tecnologia, che a mio avviso ha molte potenzialità.