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Miracle mud
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Il sistema Miracle mud

Mag 15, 2003, 13:59 pm0

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L’ideatore del Miracle mud è Leng Sy. Con questo termine, Miracle Mud, per tutto l’articolo intenderemo sia il sistema brevettato da Leng Sy sia i vari prodotti che sono nati in seguito nel tentativo di offrire un prodotto un po’ diverso, ma che potesse garantire gli stessi risultati; sempre nel rispetto delle legislazioni e del brevetto.

Ovviamente quello che differenzia i vari prodotti non sono gli obiettivi e neanche la costruzione del filtro in se, ma la diversa formula chimica dei vari fanghi.

Le prime ricerche risalgono al 1989 quando è stata avviata da Leng Sy per la prima volta una vasca che avesse come filtro questo sistema, si è partiti da una sola vasca di soli pesci.

E’ stato proprio Leng Sy che spinto dalla voglia di trovare un metodo alternativo al berlinese ha incominciato a fare alcuni esperimenti su vasche di soli pesci che aveva a disposizione.

Quello che si voleva cercare di fare era combinare il lavoro dei batteri e delle alghe per cercare di fornire un buon metodo di filtrazione dell’acqua e di inserimento di sostanze nutritive nella vasca.

La prima serie di fanghi in realtà era costituita in prevalenza da aragonite che sembrava la più adatta a fornire le sostanze per i pesci, gli invertebrati e per l’alga Caluerpa che come vedremo ha un compito da protagonista in questo sistema di filtraggio.

Caulerpa radicata nel fango.

La vasca era all’incirca di 250 litri e conteneva una ventina di pesci, gli animali erano di diverse dimensioni: dal piccolo al grande. Nella vasca comunque la dimensione più presente era la medio-grande.

La vasca pilota era quindi un ottimo esempio per verificare le teorie di Leng Sy in quanto non era molto grande, ma sovraffollata; errore che compiono molti neofiti.

L’esperimento continuato fino al 1992 è stato un successo, i pesci stavano tutti bene, non soffrivano della malattia laterale e i valori dell’acqua erano ottimali anche se i pesci erano nutriti abbondantemente tutti i giorni. Il pH era stabile ai valori 8.0-8.3, solo tracce di nitriti e ammoniaca e i nitrati erano tali da non creare nessun problemi ai pesci.

Il problema della malattia della linea laterale non è assolutamente da sottovalutare. In natura non sono ancora stati trovati degli animali che ne soffrano e si sono fatte varie ipotesi al riguardo, ma non ne è stata ancora trovata la causa certa.

Si è pensato che potrebbe essere una carenza di vitamina C, oppure un attacco parassitico o batteri, quindi per curarla i primi anni che questa malattia è stata riconosciuta, cioè metà degli anni 80, si è ricorso a l’uso di antibiotici antiparassitari, integratori e altri prodotti.

Quello che per ora è certo che i pesci che vivono nelle vasche dotate di Miracle Mud non ne soffrono, neanche quelle specie come i Pomacantidi o gli Acanturidi che ne sono maggiormente colpiti.

Uno Zebrasoma xanthurum colpito dalla malattia della linea laterale.

Si è anche osservato che una buona parte dei pesci che soffrono di questa malattia, inseriti malati in vasche dotate di questo metodo guariscono entro pochi mesi anche se la malattia è negli stadi più avanzati.

Dopo questo successo sono stati fatti vari esperimenti avviando nuove vasche di dimensioni più grandi e allestite non solo per soli pesci, ma anche con invertebrati di vario tipo; sia molli che duri.

Si è proceduto per vari gradi, prima aumentando le dimensioni delle vasche poi arricchendo il loro allestimento fino ad arrivare a vasche ricche di invertebrati e pesci.

Nelle varie fasi dell’esperimento si sono apportate anche varie modifiche alla formula dei fanghi usati nel tentativo di ottimizzare il sistema di filtraggio che doveva garantire la stabilità migliore per poter rendere minima la manutenzione di una vasca o perlomeno semplificarla. Ormai l’aragonite non costituisce la maggior parte del fango.


La confezione di Miracle mud e particolare del fango.

L’osservazione che si è fatta nelle varie fasi dell’esperimento è che le varie miscele alla fine ottimizzate hanno portato anche ad un miglioramento nella vita di tutti gli ospiti della vasca: anche degli invertebrati, non solo dei pesci come si pensava all’origine.

Rispetto al sistema berlinese che richiede uno schiumatolo, questo metodo non richiede assolutamente l’uso dello schiumatoio.

Ciò nonostante la qualità dell’acqua rimane ottima; il problema dello schiumatoio è che toglie le sostanze nocive, ma nel contempo elimina anche altre sostanze utili agli invertebrati. Questo porta a una continua somministrazione di oligoelementi ed integratori nella vasca per garantire la presenza delle corrette sostanze nutritive necessarie agli ospiti per vivere e crescere.

In questa tabella il contenuto in un Kg. di miracle mud.

Si è verificato infatti che con il Miracle Mud in funzione, questi animali hanno una crescita più rapida e una maggiore estensione dei polipi; per ultimo anche colori più vivi che difficilmente si riscontrano in vasche allestite con altri metodi

Si può dire che gli effetti del Miracle Mud siano simili a quello del sistema Jaubert con il vantaggio però che non bisogna complicare più di tanto la costruzione della vasca per inserire il plenum. Inoltre è possibile inserire in vasca grossi quantitativi di rocce vive, cosa sconsigliata nel sistema Jaubert.

Ecco un elenco degli invertebrati che sembrano giovarne in particolare modo; molte specie di Acropore quali: Acropora abrolhosensis, Acropora cerealis, Acropora divaricuta, Acropora elseyi, Acropora nana, Acropora millepora, Acropora samoensis, Acropora secale, Acropora valida, Acropora yongei.

Ma non solo anche Hydnophora rigida, Leptoseris gardineri, Montipora aequituberculata, Montipora digitata, Montipora capricornis, Montipora tuberculosa, Pocillopora damicornis, Pocillopora verrucosa, Pavona decussata , Seriatopora hystrix, Stylophora pistillata.

Ad esempio le Xenia pulsanti con questo filtro in funzione si aprono quasi completamente e pulsano con più energia.

Quindi Leng Sy dopo aver sperimentato varie miscele di fango è giunto alla soluzione attuale che è risultata la migliore e che attualmente è in vendita appunto coperta da un brevetto.

La fanghiglia è ricca di ferro e iodio che sono gli elementi che nell’acqua degli oceani e dei mari del mondo si trovano in abbondanza. La ricerca ha anche permesso di ottimizzare la presenza di altri elementi nel fango che vengono disciolti nell’acqua della vasca lentamente e che sostituiscono buona parte degli oligoelementi che gli appassionati inseriscono artificialmente.

Il fango è costituito per l’80% da fango del fondo degli oceani e per il resto da una ricetta brevettata.

Questi sotto, comunque, sono i risultati a cui Leng Sy sostiene di essere arrivato confrontando il suo sistema con quello berlinese, confronto avvenuto in un grande numero di vasche:

Secondo l’autore i principali benefici sono dovuti al lento, ma continuo rilascio delle sostanze nutritive nell’acqua della vasca che evita i possibili sbalzi che potrebbe fare un appassionato aggiungendoli manualmente.

La creazione di un comodo refugium che oltre a servire per filtrare l’acqua può essere usato come zona dove inserire e far crescere indisturbati piccoli organismi che dimorano sia tra le macroalghe che nel fango di fondo (come gamberetti, gasteropodi, paguri, copepodi, anfipodi, vermi ecc).


Un polichete, un copepode e un anfipode.

Sempre nel refugium crescono le macro alghe che sono un ottimo antagonista naturale per le eventuali alghe infestanti che potrebbero crescere nella vasca principale, le macroalghe infatti sono delle eccellenti depuratrici dell’acqua. In particolare la Caulerpa nel refugium avrà la possibilità di crescere senza problemi, ad esempio non verrà brucata dai pesci vegetariani e non entrerà in competizioni per lo spazio vitale con atri invertebrati. In questo modo riuscirà a depurare una grande quantità di acqua.


Caulerpa fotografata nel refugium.

 
Caulerpa racemosa e caulerpa prolifera.

Tutte le macroalghe sono adatte ad essere inserite nel refugium, ma in particolar modo le più robuste e a crescita rapida come la caulerpa. Nella foto Caulerpa taxifolia.

In altre parole il Miracle mud non è altro che un refugium con tutti i grossi vantaggi che questo comporta:

  • Possibilità di allevare plancton vivo spontaneo come alimento per pesci ed invertebrati.
  • Allevamento di animali detrivori, il vano diventa una sorta di filtro meccanico, dove i detriti vengono consumati dagli organismi microfagi.
  • Possibilità di introdurre piccoli animali che producono uova e larve (che non vengono eliminate immediatamente dal sistema di filtraggio).
  • Coltivazione di macroalghe come sistema di filtraggi principale per l’eliminazione delle sostanze inquinanti prodotte dagli animali allevati, e che mediante la fotosintesi consumano CO2 e cedono ossigeno all’acqua (questo contribuisce a mantenere stabile il pH).
  • Utilizzando un fotoperiodo invertito si contrasta grazie alla CO2 assimilata dalle alghe durante la notte, l’abbassamento del pH notturno.

Con in più, grazie appunto ai fanghi del fondo, la caratteristica di cedere tutte le sostanze nutritive necessarie agli animali allevati in acquario.

Varie osservazioni hanno portato alle seguenti conclusioni, il metodo Miracle Mud è in grado di mantenere le seguenti caratteristiche dell’acqua:

pH
Compreso tra 8.0 e 8.2
Nitriti
Non rilevabili
Ammoniaca
Non rilevabile
Nitrati
Difficilmente rilevabili


Funzionamento e installazione

L’aspetto che più sembrerà strano per un acquariofilo esperto è la completa mancanza dello schiumatoio che diventa uno strumento inutile per vasche dotate di Miracle Mud.

Se la vasca è avviata da zero con il metodo Miracle Mud non vedrà mai in funzione lo schiumatoio, al contrario se il Miracle Mud viene installato in seguito il sistema di filtraggio esistente deve essere smantellato solo quando i fanghi sono entrarti in funzione. In genere il sistema diventa operativo nel giro di un mese o poco più.

Nel caso di inserimento del Miracle Mud in una vasca avviata da anni la situazione è un po’ complessa. Il problema è che il Miracle Mud maturando diventa ridondante con il sistema già presente nella vasca e questo può creare degli scompensi, bisogna stare molto attenti e fare in modo che questo non succeda.

Si consiglia di procedere in modo prudente e di spegnere gradualmente lo schiumatoio fino ad eliminarlo del tutto dalla vasca.

Fatta questa piccola precisazione che vale in qualsiasi caso i cui si passi da un sistema di filtraggio ad un altro la costruzione di un filtro Miracle Mud non è molto complicata.

Prima di tutto bisogna decidere dove posizionare la vasca. Le possibilità sono due: di fianco e leggermente al di sopra della vasca principale, oppure sotto la vasca principale come sump.

Entrambe le soluzioni presentano dei vantaggi e degli svantaggi. La soluzione consigliata dal costruttore del Miracle Mud, o meglio la soluzione più usata, è quella di mettere il contenitore sotto la vasca; in questo modo l’acqua cade per caduta nel Miracle Mud e quindi rimandata alla vasca principale con una pompa.

Un refugium posizionato sotto l’acquario.
Particolare del primo vano con le biosfere.

Il problema di questa soluzione è che la maggior parte dei piccoli organismi che si liberano nel Miracle Mud vengono a contato con la girante della pompa con le conclusioni che possiamo trarre.

Infatti, dopo la maturazione del filtro la quantità di microorganismi, quali copepodi, vermetti e molto altro, che si sono instaurati nel fango libera un fitoplancton che è utilissimo per la vita della vasca.

Il vantaggio è che in questo modo risparmiamo molto spazio occupando una zona che rimane inutilizzata e non ha effetti visivi.

Refugium posizionato sotto l’acquario.

Al contrario la scelta di posizionare la vaschetta a fianco di quella principale è si antiestetica ma risolve il problema dei microorganismi che in questo caso non passano attraverso la girante della pompa.

L’acqua infatti viene prelevata da una pompa posizionata in vasca e ritorna in essa per gravita tramite un foro realizzato nel refugium (per questo motivo la vaschetta deve essere posizionata leggermente al di sopra della vasca principale).


Refugium posizionato a fianco dell’acquario.

Scelta la configurazione per il resto la costruzione rimane equivalente. Bisogna prevedere una buona illuminazione della vasca (ad esempio due/tre neon) per permettere la crescita delle alghe Caulerpa e dei microorganismi.

L’autore consiglia delle misure del refugium direttamente proporzionali a quelle della vasca. Le misure che seguono sono solamente indicative. In realtà ognuno potrà optare per misure personalizzate a seguito delle proprie esigenze. L’importante è mantenere un litraggio simile, al limite superiore ma non inferiore.

In realtà queste sono le dimensioni dei modelli standard che sono in vendita, entro certi limiti possiamo auto costruirci vasche che facciano egregiamente lo stesso lavoro.

Infatti la costruzione del refugium è molto semplice: basta costruire una vasca che preveda varie sezioni e fori di alimentazione.


Schema di refugium posizionato sotto l’acquario.

Schema di refugium posizionato a fianco dell’acquario.

Analizziamo il caso della costruzione del refugium che si trova sotto la vasca principale; l’acqua che cade per gravità da un troppo pieno nel refugium finisce in un primo scomparto riempito con biosfere.

Questo scomparto anche non troppo grande è messo in comunicazione con il resto del filtro attraverso dei fori. La parte centrale della vaschetta è quella più grande ed è quella in cui metteremo il fango, la caulerpa e le rocce vive. Questa deve essere la parte che viene illuminata.

Per quanto riguarda il ciclo della luce nel refugium si hanno tre possibilità, la prima che è quella consigliata dal produttore è quella di instaurare un foto periodo di 24 ore.

Questa possibilità a volte può portare a una crescita non gradita di altri tipi di alghe nel refugium quindi spesso si sceglie di fare dei normali fotoperiodi di 10-12 ore.

In questo caso o si inserisce lo stesso fotoperiodo della vasca principale oppure si accendono le luce nel refugium quando si spengono quelle nella vasca principale per poi spegnerle quando queste si riaccendono.

Utilizzando un fotoperiodo invertito si contrasta grazie alla CO2 assimilata dalle alghe durante la notte, l’abbassamento del pH notturno.

Una plafoniera per neon posizionata sopra il refugium.

In seguito l’acqua passerà in un altro piccolo scomparto dove è posizionata la pompa che riporterà l’acqua in acquario. Sarebbe meglio prevedere un piccolo scomparto intermedio dove inserire ancora delle biosfere in modo tale da bloccare eventuali corpi estranei, esempio pezzi di alga. Questo scomparto non è obbligatorio, può essere benissimo sostituito con una semplice grata.

Il secondo sistema è equivalente al primo solo che nel primo scomparto arriva l’acqua prelevata dalla vasca principale non per caduta, ma immessa da una pompa.

La differenza quindi è nel flusso dell’acqua non nella costruzione della vasca: nel primo caso l’acqua arriva per gravità e risale aiutata da una pompa nel secondo caso arriva pompata e cade per gravità.

Ovviamente nei due casi i fori da fare nel refugium sono posizionati in posti diversi.

Allestimento e manutenzione
Posizionata la vasca si inseriscono le biosfere e la pompa, dove necessario, e poi si può incominciare a mettere il fango.

Buona norma sarebbe mettere prima un po’ di acqua nella vasca per evitare che si formino delle inclusioni di aria e poi inserire la fanghiglia.

Messo il fango si può mettere le rocce vive e la Caulerpa. Attenzione, il fango ha una granulometria molto fine e quindi ci metterà moltissimo a sedimentarsi sul fondo del filtro, è necessario aspettare che l’acqua torni limpida prima di inserire le rocce e le alghe.

Il fango si esaurisce ogni due anni e va cambiato in una quantità pari al 50%, questo è naturalmente un costo aggiuntivo da tenere in conto quando si decide di fare un filtro di questo tipo.

Questo va fatto per rimpiazzare gli elementi che sono stai consumati dagli animali.

Durante questa operazione si consiglia per prima cosa di spegnere la pompa e le luci, svuotare il più possibile la vasca dell’acqua, togliere le alghe e le rocce, sifonare il fondo per eliminare tutto quello che si è accumulato, dividere in due parti la sabbia e scegliere quale delle due riutilizzare.

A questo punto si mescolano la parte nuova e quella vecchia e si reinserisce tutto nel refugium aspettando che l’acqua torni limpida.

Il sistema è decisamente a basso indice di manutenzione se non la periodica potatura delle alghe che si può compiere anche una volta ogni tre mesi a seconda del tasso di crescita della Caulerpa.

Segue l’intervista di AcquaPortal a G.Lautone, uno dei primi acquariofili italiani a sperimentare con successo il metodo Miracle mud.

 

 

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