Essendo appassionato di riproduzione dalla mia più giovane età, ho riprodotto con successo molti pesci d’acqua dolce (killi, ciclidi africani,discus etc….); in seguito quando mi sono appassionato agli acquari di barriera, ho installato una batteria di vasche destinata alla riproduzione dei coralli e alla loro propagazione. Ma per sfida volevo riprodurre pesci marini, alchè ho fermato i miei impianti di riproduzione dei coralli al fine di alloggiare i pesci destinati alla riproduzione. Per iniziare ho approfittato di una coppia di pesci pagliaccio che si trovavano nell’acquario di mio padre e che regolarmente deponeva le uova. INSERIMENTO DEI GENITORI Ho dunque collegato alla mia vasca di barriera 3 vasche da 120L cadauna sovrapposte l’une sulle altre per poter allevare e riprodurre diversi pesci. In queste vasche ci sono: 1) una coppia di oceallaris ed una decina di giovani di Pterapogon kauderni 2) una coppia di amphiprion bicintus, la coppia riproduttrice di kauderni e una coppia di pseudochromis fridmani (che hanno già deposto 1 volta) 3) un trio di ippocampi kuda e 3 pesci foglia (Taenianotus triacanthus)
LA DEPOSIZIONE La prima deposizione ebbe luogo sul vetro posteriore e non potei recuperare neanche una larva. Per rimediare a questo problema, disposi sul vetro posteriore delle piccole piastrelle in terracotta e dei vasi di terracotta (quelli che si utilizzano per i fiori) nella vasca. Il risultato fu che, 15 giorni dopo avvenne la deposizione su uno dei vasi di terracotta. La coppia di pagliacci proviene dalla vasca di mio padre, la femmina ha 8 anni ed il maschio 5. La deposizione avviene sempre verso la fine del pomeriggio, i primi 2 giorni le uova sono arancione chiaro, quasi invisibili su un vaso di terracotta, dopo alcuni giorni iniziano a scurirsi e 3 giorni prima della nascita si iniziano a vedere gli occhi. La schiusa avviene sempre una settimana dopo la deposizione. Il ruolo dei genitori è preciso, la femmina monta la guardia attorno alle uova (i piccoli di kauderni vengono tenuti alla larga) mentre il maschio si prodiga alle cure . La sera prima della nascita, il maschio è molto più attivo, pulisce e ventila le uova in continuazione.
RECUPERO DEGLI AVANNOTTI Il giorno in cui noto che le uova stanno per diventare avannotti, le recupero per metterle in una vasca specifica e perciò utilizzo un piccolo secchio che immergo interamente nella vasca dove vi inserisco il vaso con le uova . In questo modo le uova non escono dall’acqua poiché il più minimo choc comporterebbe una elevata mortalità delle larve . Prima di procedere a questa operazione, occorre naturalmente riempire la vasca di nascita con l’acqua della vasca dei genitori.
VASCA DI SCHIUSA Le vasche di schiusa sono piccoli acquari di 20L con all’interno un piccolo riscaldatore da 25W e un filtro ad aria (JBL teck aria), che permette di ossigenare l’acqua senza aspirare le larve nè lo zooplancton. Un piccolo trucco, che secondo il mio parere fa la differenza, è quello di oscurare le pareti delle vasche mentre il fondo deve essere chiaro (va bene anche mettere un foglio bianco sotto alla base del vetro). Questo permette alle larve di occupare la colonna d’acqua centrale senza che esse si attacchino ai vetri e evitando cosi che non si alimentino correttamente. Ho anche optato per coprire le vasche con una plancia scura con un’apertura in mezzo; il tutto illuminato da un tubo fluorescente anche se l’uso di una lampada sarebbe stato più vantaggioso per permettere di avere una fonte di luce centrale al fine di dirigere le larve e i rotiferi verso di essa. SVILUPPO DELLE LARVE Durante i primi giorni, le larve essendo molto piccole si alimentano soltanto di rotiferi arricchiti. è normale avere una forte mortalità nei giorni che seguono la nascita che puo’ variare tra il 30 e il 60%. Le larve morte vengono eliminate in occasione dei cambi d’acqua quotidiani (metà del volume); l’acqua nuova proviene dalla mia vasca reef . Non ho purtroppo fotografie delle larve dei primi 5 giorni, poiché sono molto sensibili alla luce, e sembrerebbe che il flash causi la morte di molte di esse . Durante i primi 10 giorni gli avannotti non assomigliano a pesci e nuotano a scatti. In seguito si trasformano diventando piccoli pesci con il corpo tipico del pesce pagliaccio e dove la mortalità scende sensibilmente tranne in casi di natura tecnica. In seguito le larve, crescendo, avranno la loro prima banda bianca al livello della testa, alcuni giorni dopo apparirà anche la seconda banda e in seguito il corpo del pesce diventa arancione. Dopo una ventina di giorni gli avannotti iniziano a prendere le sembianze degli esemplari adulti.
NUTRIZIONE DEGLI AVANNOTTI Il fattore più importante per il successo dell’allevamento è l’alimentazione, poichè un buon nutrimento condiziona un elevato tasso di sopravvivenza. In occasione dei primi 3 giorni della loro vita, le larve vengono nutrite esclusivamente con rotiferi arricchiti. Le piccole dimensioni delle larve non permette di assimilare prede più grandi di 100°. I rotiferi devono essere distribuiti il più spesso possibile, poichè in un ambiente povero, perdono molto rapidamente i loro valori nutrizionali. Lavorando per gran parte della giornata, posso nutrire soltanto 3 volte al giorno le larve anche se ciò sembra essere sufficiente. Dopo i primi 3 giorni, distribuisco congiuntamente ai rotiferi dei mangimi commerciali appositi per lo svezzamento degli avannotti. Sono prodotti alimentari molto fini (80°) che hanno il vantaggio di essere molto appetibili per gli avannotti e che restano nella colonna d’acqua abbastanza a lungo permettendo cosi alle larve di mangiare facilmente. Questi prodotti alimentari sono molto più ricchi dei rotiferi, ma il problema è che gli avannotti preferiscono i rotiferi. Occorre dunque nutrire con i mangimi specifici secchi quando gli avannotti non hanno avuto rotiferi da alcune ore, altrimenti non li mangiano. Sono come i bambini che preferiscono mangiare caramelle piuttosto che un pasto equilibrato. A partire dal quinto giorno, si può iniziare a distribuire naupli di artemia appena nati; l’importante che esse non abbiano più di 6 – 12 ore di vita. Questo per due motivi; innanzitutto lo sviluppo dei naupli è abbastanza rapido e le loro dimensioni aumentano molto rapidamente dalla nascita e se sono adattate alla bocca degli avannotti durante le prime ore, non lo sono più dopo 12 ore. Inoltre crescendo perdono enormemente i loro valori nutritivi. Durante i primi giorni della somministrazione di naupli di artemie bisogna continuare a somministrare anche i rotiferi e dei mangimi specifici perchè da soli favoriscono uno sviluppo meno rapido. Io distribuisco naupli di artemia fino al ventesimo giorno, in seguito distribuisco mangime secco in polvere e cyclop-eeze (mangimi molto ricchi di acidi grassi). A partire da 1 mese gli avannotti iniziano a mangiare piccole artemie vive e congelato. COLTURA DI PHYTOPLANCTON E ZOOPLANCTON è la chiave dell’allevamento dei pesci marini ed è utopistico volere allevare pesci pagliaccio o altri pesci marini se non si ha una certa dimestichezza nell’allevamento dei rotiferi e del phytoplancton. Cominciamo con il phytoplancton; io utilizzo nannochloropsis, alga unicellulare che si riproduce abbastanza bene e come mezzo di coltura utilizzo l’acqua del mio acquario reef messa in bottiglie di 2L di pepsi (quelle che si adattano meglio), smossa da un tubicino collegato ad un aeratore e posizionate vicine ad una finestra nelle quali aggiungo inizialmente alcune gocce di concime per pianta verde. Lascio che le alghe si sviluppino; se l’acqua diventa verde vuol dire che la coltura è partita, invece se succede che nello spazio di 2 giorni l’acqua rimane biancastra, occorre ricominciare l’operazione. Per la coltura di rotiferi procedo allo stesso modo e invece di riempire il 100% della bottiglia con acqua dell’acquario reef la riempio soltanto al 80%, il 20% sarà riempito con la soluzione di phytoplancton che abbiamo avviato in precedenza. In seguito inserisco una quantità di rotiferi ed aero il tutto. Dopo alcuni giorni la soluzione si chiarisce, per diventare completamente limpida; ciò vuole dire che i rotiferi si sono moltiplicati in numero ed hanno consumato tutto il fitoplancton. In seguito distribuisco questa soluzione alle larve; il volume che prelevo lo sostituisco con un volume identico di fitoplancton cosa che permette di alimentare ed arricchire gli altri rotiferi. Utilizzo anche del Rotirich per arricchire i rotiferi che distribuisco alcune ore prima di somministrarli alle larve di pagliaccetto.
Per una deposizione di pagliaccetti di circa una cinquantina di larve bisogna calcolare circa 4 bottiglie di rotiferi e il doppio di bottiglie di fitoplancton. Questo perchè c’è un forte rischio di contaminazione del fitoplancton da parte dei rotiferi che porta sempre alla perdita di 2 o 3 bottiglie di fitoplancton. Mi rifornisco abbastanza regolarmente di colture fitoplancton presso LIFE (http://www.marine-life.fr) e da loro che ho avuto anche il mio stock di rotiferi. Un’altra cosa importante è filtrare i rotiferi poichè se si distribuisce l’acqua dei rotiferi con gli stessi dentro, la qualità dell’acqua delle vasche contenente i piccoli pagliaccetti si inquinerà molto rapidamente (aumento del tasso di nitrato, diminuzione del pH) provocando la morte di molti pesci. Da parte mia, visto il prezzo eccessivo dei setacci per rotiferi utilizzo filtri in carta, venduti nei negozi di fornitura per laboratori. Per i naupli di artemia, ho inizialmente utilizzato la tecnica della bottiglia rovesciata, ma siccome occorre fare artemie tutti i giorni, questa tecnica diventa rapidamente fastidiosa. Utilizzo ora piccoli secchi bianchi, nei quali metto alcuni litri d’acqua di mare ed un po’ di uova di artemia, il tutto viene leggermente areato (potete vedere i secchi bianchi sulla fotografia che mostra le vasche dell’allevamento dei pagliaccetti). Un’altra cosa importante è avere uova di artemia di qualità, che nascono rapidamente (maxi 24H) e che sono di piccola dimensione. Dopo che le uova si schiudono , per recuperare i naupli appena schiusi , piazzo il secchio in prossimità di una fonte luminosa in modo tale che tutti i naupli si dirgano verso di essa ; non resta che catturarli per mezzo di una piccola siringa. PROGETTI FUTURI Dopo aver riprodotto gli amphiprion occelaris ho molti altri progetti di riproduzione: gli amphiprion bicintus, che non dovrebbero porre troppi problemi dal momento della deposizione. Una coppia di pseudochromis fridmani, che ha deposto ma che non sono riuscito a recuperare le uova tempestivamente, una nuova deposizione è prevista fra non molto tempo. Per questa specie l’allevamento sembra un po’ più complicato. Ho anche nella stessa famiglia 2 individui di Pseudochromis aldabraensis, che sono certamente una coppia poichè c’è molto poca aggressività tra i due individui.
Una coppia di opistognathus aurifrons che vivono in tubi di Pvc; su questo pesce non ho trovato quasi nessun articolo che spiega il loro allevamento, che è stato tuttavia attuato con successo molte volte.
Una coppia di gramma Loreto, per quelli penso che resterà la sfida più importante, poichè l’allevamento delle larve sembra molto più complicato che per le altre specie. E infine ho dei hippocampes kuda che sembrano essere in procinto di riprodursi. E chi lo sa se non anche con i pesci foglia ?… Naturalmente sono cosciente che non riusciro’ mai ad allevare tutte queste specie ma per me sarà un obiettivo che cerchero’ di raggiungere. Io spero solo che non vorranno deporre tutti nello stesso tempo visto il tempo che devo dedicare all’allevamento dei miei pagliaccetti, ci vorranno giornate di 48 ore per seguirli simultaneamente. Ma riuscire a riprodurre dei pesci marini è una soddisfazione; spero di poter fare un altro articolo descrivendo gli altri allevamenti. |