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Scalari
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Generalmente Scalari, ma in realtà…

23/12/20140

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Cercherò adesso di parlare di uno dei pesci più affascinanti del mondo dell’acquario d’acqua dolce. Lo scalare, appartiene all’ordine dei Perciformes, Sottordine Percoidei alla famiglia Ciclidae.

La classificazione degli scalari è ancora molto incerta per via della scarsa presenza nelle collezioni scientifiche di un congruo numero d’esemplari selvatici e della conseguente abitudine errata di usare per la classificazione anche pesci allevati in acquario o in ogni modo in cattività.

In ogni caso sono per adesso conosciute tre specie di questo ciclide:

Scalari
Foto di A. Ferrara.

Pterophyllum scalare, Pterophyllum altum e Pterophyllum dumerili

Il primo (che è quello che più facilmente si trova in commercio) ha un corpo discoidale appena più’ lungo che alto, la forma è pressappoco triangolare.

La sua colorazione presenta quattro strisce verticali piuttosto evidenti, di colore prevalentemente nero, lo sfondo è solitamente di colore grigio argento con sfumature più o meno scure, marroni o verdastre sul dorso.

Scalari
Foto di A. Ferrara.

Le pinne dorsale ed anale sono notevolmente grandi ed in posizione opposta, le pinne ventrali sono trasformate in due raggi filiformi (solitamente bianchi o grigi) piuttosto lunghi, mentre le pettorali sono piccole e di colore scuro più o meno intenso a volte possono anche essere trasparenti.

Tali pinne però sono notevolmente possenti, infatti, il movimento natatorio dipende pressoché esclusivamente dalla loro azione.

La lunghezza che lo Pteropyllum scalare può raggiungere (pinne comprese) è 15 cm, mentre l’altezza è di 25 cm, in particolare nelle varietà pinne a velo (detto cosi per la forma “a velo” delle pinne anale e ventrale).

Lo Pterophyllum altum, si presenta compresso sui fianchi e d’aspetto triangolare molto più marcatamente del primo con linea frontale quasi diritta. Raggiunge una lunghezza massima di 20 cm ed un’altezza anche di 50 cm pinne comprese.

In ogni caso in cattività il pesce rimane solitamente più piccolo. La livrea non può essere usata ai fini della classificazione, comunque lo sfondo è solitamente grigio/marrone con sei fasce verticali scure tra le quali la prima, la terza e la quinta sono solitamente più evidenti.

Scalari
Foto di A. Ferrara.

La colorazione del corpo si estende di solito anche alle pinne con l’eccezione delle pettorali che sono generalmente trasparenti o screziate di scuro. La particolarità di questa specie è, secondo Pellegrin (1903), la presenza sopra l’occhio di una sorta di tacca (la zona nasale “a sella”) secondo altri scienziati mentre tale tacca non è peculiare del Pterohyllum altum perché in natura sono stati ritrovati (Rio Negro) esemplari della specie Pterophyllum scalare che presentano questa caratteristica. Nulla esclude però che si possa trattare d’ibridi.

La terza specie Pterophyllum dumerili è simile alle specie precedenti. La caratteristica peculiare che distingue questa dalle altre specie, consta nelle pinne dorsale e anale, che sembrano stendersi all’indietro anziché svilupparsi verticalmente, come accade nelle altre due specie.

La provenienza:

Le specie di Pterophyllum sono presenti unicamente nel sud America.
L’areale di provenienza dello Pterophyllum scalare abbraccia un territorio vastissimo che va dalle regioni fluviali dell’Ucayali e del Rio delle Amazzoni in Perù sino a Belém.

Lo Pterophyllum Altum, è diffuso forse solamente nel corso superiore del Rio Orinoco e del Rio Negro. E’ stato segnalato tuttavia anche in Perù dove convive con il Discus (ragione per la quale i Discus possono vivere anche in vasca con i Pterophyllum altum.

La convivenza con il Discus in vasca è ammessa anche con le altre specie di Pterophyllum.).


Foto di A. Ferrara.

Lo Pterophyllum dumerilli è stato segnalato nel Rio Solimoes (Rio delle amazzoni in confluenza con il Rio negro) ed anche nei fiumi e corsi d’acqua del Guyana.

In ogni caso le specie su riportate, tendono ad ibridarsi in natura, figuriamoci in acquario; quindi è veramente difficile trovare delle razze pure almeno a Palermo.

Le varietà:

Il lavoro degli allevatori ha creato tantissime varietà di colore nel Pterophyllum scalare.
Una classificazione completa di queste varietà è quasi impossibile anche perché giornalmente compaiono sul mercato nuove varietà. Io mi limiterò ad elencare solo le varietà più diffuse in commercio.

Pterophyllum scalare “selvatico”:

E’ molto simile alla specie summenzionata di Pterophyllum scalare. Presenta un corpo discoidale strisce verticali nere su fondo grigio argento marrone o verdastro.

Pterophyllum scalare “argento”:

La colorazione del corpo è argento le strisce nere verticali sono ben visibili perché contrastano con il colore di fondo.

Pterophyllum scalare “bianco” (Ghost):

Il corpo è bianco latte con colori scarsi o addirittura assenti sulle pinne (i colori sulle pinne vengono considerati un’imperfezione) Non sono presenti strisce sul corpo.

Scalari
Foto di A. Ferrara.

Pterophyllum scalare “dorato” (Gold):

Il colore di questo pesce è pressappoco uguale a quello dell’oro in maniera più’evidente sulla zona della bocca. All’inizio della pinna dorsale le pinne sono generalmente trasparenti con qualche puntino d’azzurro.

Le strisce sono assenti. Negli esemplari giovani la pigmentazione è scura nella parte superiore del corpo questa colorazione dovrebbe però scomparire con l’età.


Una particolare varietà Gold selezionata dagli israeliani. Foto archivio AP.

Pterophyllum scalare “nero” (Black):

Interamente nero corpo e pinne. Le strisce anche in questa varietà sono assenti.

Pterophyllum scalare “bianco e nero” (Half black):

Parte del corpo anteriore bianca e parte posteriore nera: più è evidente il contrasto, più è valutato positivamente l’esemplare.

Pterophyllum scalare “variegato”:

Lo sfondo è bianco o quantomeno chiaro seguono macchie scure o d’orate disordinate su tutto il corpo.

Scalari
Foto di A. Ferrara.

Osservazioni generali

Come ho già detto, lo scalare è un pesce che è stato allevato e fatto riprodurre da moltissimi acquariofili, ciò sotto certi aspetti è un bene sotto altri è un male:

Pro:

Lo Pterophyllum in tutte le specie è un pesce che in natura vive in acque con pH acido addirittura nell’Altum circa 5.5 nelle altre specie si parla comunque di Ph 6 /6,5. L’acqua d’origine dello Pterophyllum è inoltre molto tenera circa 5/ 5,5 dGH.

Con l’allevamento e la riproduzione in vasca, gli allevatori sono riusciti a fare adattare questi pesci addirittura alle acque dei nostri acquedotti, trattate naturalmente con un buon biocondizionatore per “escludere” dall’acqua i metalli.

Hanno inoltre irrobustito la specie, rendendola molto meno sensibile alle malattie. Ed infine, hanno creato e continuano a creare (come ho già detto prima) tante varietà di colori della specie Pterophyllum scalare.

Contro:

L’allevamento in vasca di questi pesci ha però portato all’indebolimento dei ceppi, tale effetto è stato causato dallo sfruttamento intensivo delle coppie di riproduttori e dalle scarse condizioni igieniche delle vasche da riproduzione. Infatti, sono poche le persone che decidono di dedicarsi all’allevamento per il puro piacere di osservare la riproduzione naturale di esseri viventi, dietro tutto c’è sempre il dio denaro.

Nella seconda metà degli anni ottanta le morie di pesci (indifferentemente avannotti o adulti) portò gli esperti a parlare di ADS: Singapores Diseases Angels ovvero la malattia dei pesci di Singapore e siccome la sigla era simile all’AIDS si comincio a parlare persino di AIDS dei pesci.

Fortunatamente per gli scalari e per tutti noi acquariofili queste erano solamente voci di chi non aveva studiato bene il caso. Infatti l’ads si è poi venuto a scoprire che era dovuta proprio all’indebolimento dei ceppi e dalle scarse condizioni igieniche delle vasche che causavano il predominio di agenti patogeni nei pesci gia indeboliti.

Un altro fattore negativo che è dagli allevatori purtroppo conosciuto è la perdita d’istinto materno/paterno della coppia di riproduttori, infatti, questi non si dedicano alla cura degli avannotti abbandonandoli al loro destino che alle volte purtroppo e quello di finire nello stomaco di un altro pesce.

Altre volte può capitare che subito dopo la schiusa delle uova i genitori non riconoscano i figli come propri e li mangino. Tutti questi avvenimenti sono causati dal fatto che gli allevatori (spinti dal solito dio denaro) per portare avanti più avannotti e potere avere un ricavo maggiore separano i genitori dai piccoli che non ricevendo le cure parentali, non sviluppano il senso di maternità/paternità.

Questi divenuti sessualmente maturi si riprodurranno ed avranno anch’essi dei figli. Per una ovvia conseguenza però (non avendo ricevuto cure e quindi non sapendo come offrirle) non forniranno cure parentali ai propri figli e così di seguito…

La vasca ideale


Foto archivio AP.

L’acquario dedicato all’allevamento degli Pterophyllum dumerilli e scalare deve essere grande, (come minimo, di 100 litri di capienza) questo se si vogliono allevare un gruppetto di tre o quattro Pterophyllum per tentare la riproduzione infatti in questi ciclidi è molto difficile identificare il sesso, solo nel periodo di accoppiamento si può’ determinare con precisione l’unica differenza sicura consta nella papilla genitale che si estroflette; nel maschio è appuntita nella femmina è arrotondata (si consiglia l’uso di una lente di ingrandimento per notare le differenze).

Non lasciatevi ingannare da alcune voci che circolano nel mondo dell’acquariofilia!!!

a) Un pesce aggressivo non è sempre un maschio!!!!

b) Si sostiene che un altro segno distintivo sia la gibbosità che si crea sulla fronte carattere distintivo dei maschi. Ciò non è vero in assoluto soprattutto in esemplari giovani ma anche negli adulti si possono verificare casi di femmine con gibbosità sulla fronte.


Nella foto un Maschio con una evidente gibbosità sulla fronte. Foto archivio AP.

Quindi per chi vuole allevare scalari Pterophyllum giovani non resta che giocare sul calcolo delle probabilità, acquistare quattro o cinque esemplari e sperare che ci siano almeno un maschio ed una femmina.

Naturalmente più esemplari si acquisteranno più probabilità ci sarà di formare una coppia ma in questo caso si dovrà optare per un acquario con una capienza maggiore.

Se invece abbiamo acquistato una coppia già affiatata una vasca da 60 litri di capienza va più che bene (escluso i casi di varietà pinna a velo) nel qual caso i compagni di vasca, però dovranno essere solamente pesci da fondo e pulitori.

In ogni caso l’acquario più grande è, meno cure richiede, e c’è sempre minore possibilità che danneggi i vostri pesci che avranno un abbondante spazio dove nuotare. L’acquario più piccolo è, più cure richiede e potrebbe anche danneggiare i vostri pesci facendoli restare nani.

Questo fenomeno si verifica, perché al pesce che non ha spazio si blocca la crescita, questa è una sofferenza atroce per l’animale e in secondo piano il pesce nano non è molto bello da vedere.

Un altro motivo per il quale si consiglia di optare per una vasca grande è dettato dal carattere degli Pterophyllum (tutte e tre le specie), che sono prevalentemente dei pesci tranquilli (vivono da giovani in branco e da adulti in coppia), ma territoriali ovvero sono dei pesci che crescendo delimitano il loro territorio (soprattutto quando si accoppiano) e lo difendono a rischio della loro stessa vita se la vasca è molto piccola e c’è solamente un territorio buono, questi ciclidi si fronteggeranno e combatteranno fino alla morte per accaparrarsi quel territorio.

La difesa del territorio, le specie di Pterophyllum, la compiono mediante dei veri e propri combattimenti vediamo adesso come si svolgono.

Parata di minaccia:

I pesci si presentano l’uno contro l’altro a pinne spiegate per dare un impressione imponente delle proprie dimensioni i colori e la livrea si accentuano, (forse per l’eccitazione) dopo cominciano ad intimidirsi l’un l’altro, indietreggiando o avanzando il tutto accompagnato da delle decise scrollate del capo che avvengono a mo’ di tic nervoso.

Lo scontro:

Finalmente uno dei due combattenti scatta in avanti afferrando con la bocca le labbra dell’avversario, cosi’ i pesci si trascinano avanti ed indietro in una sorta di “bocca di ferro” fin quando uno dei due cede e fugge, puntualmente inseguito dall’avversario. Oltre alla difesa del territorio con il combattimento i Pterophyllum stabiliscono anche la gerarchia della vasca.

Per il Pterophyllum altum si deve fare molta attenzione all’altezza della vasca piuttosto che alla lunghezza essendo pesci che si sviluppano verticalmente. Il minimo indispensabile è una vasca alta 50cm se non si vogliono i già citati fenomeni di nanismo.

Per quando riguarda l’arredamento della vasca si consiglia un ghiaietto di granulometria media, non calcareo (per vedere se è calcareo o meno applicate dell’acido muriatico su un campione di ghiaietto se questo “frigge” allora il ghiaietto è calcareo in caso contrario potete acquistarlo tranquillamente) non è rilevante il colore, io preferisco il bianco che risalta i colori dei pesci ma è solamente un gusto personale, molte piante a foglia larga utilissime per la deposizione delle uova ( per esempio: Echinodorus bleheri, Echinodorus maior.) ed altre piante resistenti disposte ai bordi della vasca molto (per esempio: Vallisneria, Sagittaria, Echinodorus tennelus, Egeria/elodea densa) qualche legno di savana o di torbiera, qualche pietra né tagliente né calcarea.

Un altro piccolo consiglio che mi permetto di dare è il seguente: Come ho già detto lo Pterophyllum è un pesce territoriale, motivo per il quale finirà prima o poi per scegliere il suo spazio in vasca, cercate di creare voi stessi questi territori posizionando pietre e piante fittamente piantate (almeno una a foglia larga) nei vari angoli della vasca che consentiranno al pesce di trovare rifugio in caso di bisogno.

Lo Pterophyllum come tutte le specie, ama stare con le spalle coperte (per sentirsi più protetto) motivo per quale consiglio di individuare i vari territori negli angoli della vasca.

Inoltre sempre per meglio delimitare i territori consiglio di avvalersi dell’ausilio di canne di bambù fissate o con del silicone oppure piantate nel ghiaietto e delle lastre di ardesia poste in verticale per favorire la deposizione (così i vostri Pterophyllum avranno la possibilità di scegliere il luogo della deposizione).

Con un po’ di fortuna sarà proprio li’ che i vostri pesci andranno a deporre e se il territorio è ben delineato renderete più facile la difesa della prole dagli attacchi degli altri pesci per la vostra coppia di riproduttori.Oltre a questo però la vasca deve godere di ampi spazi per il nuoto.

L’apparato tecnico deve essere composto immancabilmente da: un termoriscaldatore, un efficace filtro meccanico biologico adeguato alla capienza della vasca, un impianto di illuminazione di buona potenza.

Nella letteratura ho trovato spesso scritto di non posizionare mai la vasca degli Ptrophyllum in posti della casa molto trafficati e con possibilità di trambusto (tipo la stanza dei bambini o l’ingresso) perché ciò disturberebbe i pesci.

Questo in parte è vero e l’ho riscontrato. Infatti quando mi viene a trovare gente che ospito nella mia stanza luogo pressappoco tranquillo (dove c’è anche la vasca con i miei Pterophyllum) i pesci si rintanano negli angoli più protetti della vasca perdendo colore perché spaventati.

Tuttavia se non si ha altro posto dove mettere la vasca (se non nella stanza dei bambini o all’ingresso) non è un sufficiente motivo per rinunciare ai Pterophyllum infatti come ho detto prima gli allevatori hanno abituato questi pesci a valori chimici del tutto diversi dalle loro acque d’origine, motivo per il quale, si può definire questo ciclide un pesce molto robusto e adattabile, conseguenza di ciò é che un po’ di trambusto gli potrà dare fastidio per i primi tempi ma in seguito sicuramente ci si abituerà.

L’acqua

Come ho già più volte detto le varie specie di Pterophyllum vivono in natura in acque con pH acido e KH (durezza) basso vediamolo adesso nel particolare:

Pterophyllum scalare e Pterophyllum dumerilli:

7=<GH>=10;
2=<KH>=5;
5=<pH>=7;
NO2=0mg/l
NO3= più vicino allo 0
La temperatura non deve essere inferiore ai 26° ed è tollerata fino ai 31°.

Pterophyllum altum:

1=<GH>=5;
2=<KH>=5;
5=<pH>=6,5;
NO2=0mg/l
NO3= più vicino allo 0
La temperatura non deve essere inferiore ai 27° ed è tollerata fino ai 32°.

Se non si ha la fortuna di avere un acqua di queste caratteristiche, e si vuole tentare la riproduzione dei Pterophyllum si possono ottenere questi valori un impianto per la diffusione di CO2 che aiuta anche le piante a crescere più in fretta ed abbassa il pH a livelli ottimali, oppure filtrando con torba che oltre ad abbassare il pH e il gh aiuta anche la salute dei pesci, la torba infatti contiene acidi umici e altri composti organici largamente presenti in natura, i nostri amici vivranno in un ambiente dalle caratteristiche più vicine alle acque da cui provengono .

Queste sono le soluzioni più durature e utilizzate in acquariofilia. Personalmente ho sempre usato la torba nel filtro l’unico difetto/pregio (dipende dai gusti personali dell’acquariofilo) e che la torba rende l’acqua ambrata come nei luoghi dai quali i Pterophyllum provengono. Inoltre altre soluzioni sono quelle di tagliare acqua d’osmosi a quella di rubinetto.

Diffidate da tutte le sostanze che abbassano o alzano i valori dell’ acqua chimicamente perché qualsiasi sostanza immessa in acquario sarà soggetta a trasformazioni (più o meno in funzione della natura stessa di queste sostanze) o, comunque provocherà delle modificazioni.

L’aggiunta continua di CO2 e/o torba porterà il sistema ad uno stato di equilibrio mentre l’aggiunta occasionale di estratti vari, acido citrico, EDTA, o altro costringerà queste sostanze a lottare con tutte le sostanze che si trovano in vasca la conseguenza e che spesso i risultati che ci eravamo prefissi possono essere raggiunti solo per tempi brevi.

Alimentazione:

In natura lo pterophyllum è un pesce cacciatore lo dimostra la sua forma idrodinamica (piatta) e i suoi movimenti a scatti agili tanto da essere considerato alla stregua di un felino. Se si acquistano degli esemplari provenienti dalle acque di origine molto probabilmente non accetteranno che cibo vivo. Sarà difficile e richiederà molta pazienza abituarli al cibo in scaglie, in granuli, liofilizzato, congelato.

Ma se i vostri esemplari sono nati e cresciuti in vasca e debitamente svezzati con naupli d’artemia, non sarà difficile per loro il consumo dei vari alimenti che si possono trovare in tutti i negozi per l’acquario. Orientatevi sul fatto che lo pterophyllum è un’ onnivoro quindi un prodotto a base di insetti e uno a base di vegetali non possono davvero mancare nell’alimentazione dei vostri pterophyllum.

Io oltre a questi uso molto il cibo congelato come variazione alle scaglie somministrandolo tutti i giorni.

Chironomus, larve bianche di zanzara, tubibex, dafnie, artemia salina, piccoli lombrichi, ed enchitrei. Da poco invece ho scoperto che i miei pterophyllum gradiscono molto le uova di pesci d’acqua di mare mi è capitato infatti di trovare una femmina di sgombro ( che avevo acquistato per mangiare) piena di uova. Queste sono state da me opportunamente sbollentate e surgelate.

Di tanto in tanto le somministro nella vasca dove alloggiano i miei beneamati ospiti che come ho già accennato prima le divorano.

Il cibo vivo che si deve per forza somministrare di tanto in tanto per tenere in splendida forma il pesce purtroppo è molto difficile da trovare; si dovrebbe andare in campagna armati di retino e apposito contenitore per procurarselo.

L’unico cibo vivo che io personalmente uso sono avannotti di pecilidi che purtroppo (per loro) sono gli unici che si trovano facilmente. Vi garantisco che i Pterophyllum gradiscono molto. Quando metto in vasca gli avannotti non vivono più di 5 secondi.

So che può sembrare crudele, ma la natura è fatta cosi!!!!!!

ATTENZIONE: la somministrazione del cibo deve essere fatta senza eccessi perché lo Pterophyllum è un pesce molto ingordo che consuma tutto ciò che gli somministriamo, dosi eccessive a lungo andare danno sicuramente problemi intestinali al pesce al quale si gonfia l’addome in maniera smisurata fin quando muore.

Alessandro Ferrara


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