George Carlin, attore, sceneggiatore e comico statunitense una volta disse:
“Non ho hobby, gli hobby costano”.
Come si può dargli torto??!
Se pensiamo a un qualsiasi hobby si trova subito un collegamento con una spesa.
Sciare è un hobby fantastico, ma quanti soldi per lo skipass o l’attrezzatura!! La fotografia è appassionante, ma quanto che costa una buona macchina! Insomma, per farla breve e senza dilungarmi troppo, possiamo dire che un qualsiasi hobby comporta generalmente delle spese. Certamente queste possono essere più o meno considerevoli in relazione alla tipologia e alla propria passione, ma una certa spesa, anche contenuta, sarà praticamente inevitabile.
Anche l’acquariofilia è un hobby e quindi, come tale, comporta necessariamente delle spese.
Ma a quanto ammontano questi costi?
Una risposta precisa e universale a questa domanda non è facile trovarla e forse neppure c’è. Sicuramente, come per tutte le passioni, il grosso del costo è costituito dalla spesa iniziale, quella per l’attrezzatura, cioè la vasca e le sue componenti.
In questo caso la variabilità dei costi risiede principalmente nelle dimensioni della vasca che si vuole acquistare; questo è un aspetto molto importante perché andrà a condizionare in maniera diretta anche le successive spese di allestimento e di gestione.
Un litraggio elevato comporta infatti lo spostamento di maggiori volumi d’acqua e richiede pertanto una maggiore potenza delle componenti fondamentali.
Il discorso è semplice: più litri = più energia = più consumi = più costo.
I consumi elettrici, che sono sostanzialmente di luce e riscaldatore (l’impatto del filtro è decisamente minore) sono piuttosto semplici da quantificare e si calcolano in base ai Watt utilizzati in relazione alle ore d’accensione sulla base delle tariffe del gestore dell’energia elettrica.
![](https://www.acquaportal.it/wpap/wp-content/uploads/2014/12/1-146.jpg)
N.B. l’automatizzazione dell’impianto luci, oltre che molto utile, consente di evitare tutti quelli sprechi causati dalle dimenticanze di spegnimento.
Pertanto, un timer con cavalieri, che si può trovare in qualsiasi ferreamente a 5-6 euro, è davvero consigliato.
In conclusione, prima di comperare una vasca è meglio prendersi un po’ di tempo per fare delle opportune valutazioni e non essere frettolosi e impulsivi nell’acquisto.
Gli acquari grandi sono meravigliosi, ma prima di acquistarne uno è meglio tenere conto delle proprie disponibilità.
Altro parametro da considerare è l’allestimento: il fondale, i legni, le rocce, le piante e i pesci hanno certamente un costo.
Questo costo però può essere contenuto con delle semplici strategie.
Molti arredi, infatti, sono elementi normalmente presenti in natura e non troppo difficili da reperire; non è pertanto obbligatorio e necessario rivolgersi ad un commerciante.
Una gita in un bosco o in campagna o una passeggiata lungo un fiume consente di trovare facilmente legni o pietre utili al nostro scopo. Una radice o un legno di castagno o di quercia o di faccio (ecc.) se seccati e usati senza corteccia possono tranquillamente essere usati al posto di radici di mangrovie o legni di torbiera acquistabili nei negozi.
Lo stessa cosa vale per pignette d’ontano o foglie di quercia.
Discorso analogo per i sassi e le rocce; anche in questo caso si possono facilmente trovare in natura granito, porfidi, rocce laviche, quarzi e quarziti ecc.. spesso addirittura più belle di quelle pietre dai colori innaturali che si trovano nei negozi.
E se per caso abitate lontano da torrenti o ruscelli, è sufficiente recarsi presso un rivenditore di materiali edili o una serra per trovare, a bassissimo prezzo, quello che serve.
N.B.
è sempre d’obbligo verificare, se l’oggetto è idoneo, prima di metterlo nell’acquario!!
Qui trovate tutte le informazioni per inserire in sicurezza rocce e legni prelevati in natura.
http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=209829
http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=167645
Veniamo infine alle piante e ai pesci…
Molte piante, così come i pesci si possono trovare a poco prezzo o addirittura gratis da altri acquariofili.
Anche in questo caso, con un po’ di pazienza e dedizione nella ricerca, si può tranquillamente fare a meno del negoziante.
Basta fare una ricerca, anche nel mercatino del nostro forum, per imbattersi in vere e proprie occasioni: per molti, ad esempio, il sovraffollamento causato dalla prolificità dei poecilidi rappresenta di fatto un problema e pertanto sono ben felici di trovare una sistemazione ottimale per gli avannotti.
A completare l’allestimento manca solamente l’acqua, ma in questo caso la spesa non è particolarmente considerevole, specie se si decide di adoperare (RISPETTANDO SEMPRE LE ESIGENZE DEI PESCI E SCEGLIENDO SPECIE ADATTE!!) normale acqua del rubinetto.
Come si è visto, con qualche accorgimento, le spese possono essere minimizzate e non è impossibile risparmiare un po’.
Dopo averlo allestito, l’acquario va mantenuto e la cosa comporta inevitabilmente altri costi.
Si parla in questo caso di “spese di gestione”.
È piuttosto intuitivo capire che l’ammontare di tali spese è direttamente collegato e condizionato, oltre che dalle dimensioni della vasca acquistata, da quelle sono state le nostre scelte circa la flora e la fauna che si è preferito ospitare.
Esistono tanti tipi di pesci, così come di piante, ciascuno con specifiche e precise esigenze e necessità.
Ci sono ad esempio i cosiddetti “pesci d’acqua fredda”, i carassi; un acquario a loro dedicato non ha bisogno del riscaldatore e pertanto andremo a risparmiare sulle spese di riscaldamento acqua.
Viceversa ci sono pesci che per vivere (ATTENZIONE, C’È UNA BELLA DIFFERENZA TRA IL TERMINE VIVERE E SOPRAVVIVERE!!) necessitano per forza di determinate temperature.
I Discus, per fare un esempio, vogliono circa 28-29°C, e quindi il riscaldatore non solo è fondamentale, ma dovrà anche lavorare a pieno regime, con conseguente impatto sulla nostra bolletta.
È poi di primaria importanza tenere conto dei valori chimici dell’acqua, che, anche in questo caso, sono diversi e caratteristici per ogni pesce. Se non si vogliono aggiungere ulteriori costi a quelli totali si può tranquillamente adoperare l’acqua della rete idrica cittadina senza ricorrere all’acquisto d’acqua d’osmosi o di sali.
Tuttavia questo condizionerà la popolazione da ospitare, che verrà scelta in funzione alla durezza (gh ,kh) ottimale per il pesce.
N.B.
se si usa acqua del rubinetto, e questa è di buona qualità (povera di metalli), si potrà tranquillamente evitare di comperare biocondizionatori, poiché è sufficiente avere la cortezza di preparare l’acqua di cambio il giorno prima e lasciarla decantare.
Il discorso è analogo per quanto riguarda le piante.
Anche esse infatti, proprio come i pesci, non sono tutte uguali e hanno necessità differenti tra le diverse specie; ce ne sono di poco esigenti e di esigenti, alcune, come ad esempio la Rotala macranda, addirittura molto esigenti.
Pertanto, certe, come le Anubias, possono resistere tranquillamente senza l’apporto di CO2 o fertilizzanti; altre, invece, come ad esempio le Hygrofila o Rotola, per sopravvivere non possono prescindere da questi e necessitano inoltre di un determinato spettro e intensità (W/L) dell’impianto luce.
Per fare un esempio, è riportato un piccolo confronto tra le esigenze di due piante: l’ Anubias barteri nana e la Rotala macranda.
![](https://www.acquaportal.it/wpap/wp-content/uploads/2014/12/2-140.jpg)
La prima è una pianta poco esigente, in grado di adattarsi perfettamente alle condizioni in acquario , sia acqua tenera che dura, sia leggermente acida o alcalina; tollerando temperature comprese tra i 20 – 30 °C
Può tranquillamente fare a meno sia di CO2 che di fertilizzanti, e non necessita di una forte illuminazione >=0.25 W/L (Una forte illuminazione è anzi sconsigliata, visto che può provocare una copertura con alghe)
La seconda invece è una pianta molto esigente e difficile da mantenere; richiede una completa fertilizzazione sia liquida che in pastiglie, forte illuminazione (almeno 1 W/L) e naturalmente anidride carbonica.
Quindi anche la scelta della flora va incidere direttamente sui costi di gestione, poiché rende essenziale o meno, l’impiego di CO2 o fertilizzanti e va a caratterizzare l’impianto luci e quindi i relativi consumi.
L’utilizzo di fertilizzanti specifici, che possono essere davvero molto costosi, può essere quindi tranquillamente evitato, o limitato, in relazione alla piante ospitate.
Le guide sulle piante in acquario non mancano ed è meglio consultarle e scegliere con attenzione le piante in relazione al progetto che si vuole sviluppare.
Altro fattore incidente sulle spese totali, sono i nostri sbagli; questi hanno infatti un impatto che può essere spesso considerevole sulla spesa.
Il principio è molto semplice: rimediare ai proprio errori ha un prezzo, “chi sbaglia paga”.
Questi errori, il più delle volte, sono derivati, dalla mancanza di conoscenza, dalla non consapevolezza dell’operatore, specialmente se è del tutto neofita nella disciplina.
È pertanto basilare informarsi e documentarsi (FARLO è FONDAMENTALE!!) prima di fare acquisti o determinati interventi.
Le informazioni in internet non mancano, basta solamente prendersi un po’ di tempo per informarsi a priori.
Solamente in questo modo si possono evitare certi errori e le annesse spese necessarie per porvici rimedio.
Spiego la cosa con qualche esempio:
– ho comperato dei pesci a caso, senza prima informarmi circa le loro caratteristiche fisiologiche e biochimiche, e solo dopo mi accorgo che il mio acquario è completamente inadatto ad ospitarli
– in questo caso dovrò riportare i pesci in negozio e risostenere la spesa d’acquisto di altri pesci;
– ho comperato contemporaneamente acquario e pesci e quindi non atteso i giusti tempi per una corretta maturazione (ciclo dell’azoto) -> questo molto probabilmente causerà la morte dei pesci e anche in questo caso dovrò risostenere la spesa d’acquisto di altri pesci.
N.B.
si può tranquillamente risparmiare l’acquisto di “liquidi miracolosi” e pozioni magiche che accelerano i tempi di maturazione, serve solo armarsi di pazienza…
– errori nella somministrazione del cibo, ne è stato dato troppo -> nitriti e morte dei pesci o alghe;
– sovraffollamento -> stress per i pesci, maggiore rischio di propagazione delle malattie, aumento agenti inquinanti ecc..
Si potrebbe proseguire con altri esempi, ma credo che il concetto sia sufficientemente chiaro.
Quello che è importante capire, che la maggior parte degli errori è facilmente evitabile informandoci a priori.
Questo può risparmiarci inutili spese, oltre che inutili sofferenze per i pesci.
L’acquariofila richiede infatti consapevolezza, con il pressapochismo e l’improvvisazione raramente si va lontano, ma anzi, la maggior parte delle volte partano direttamente l’acquario in uno scatolone in soffitta, e allora si che i soldi spesi sono stati davvero buttati!
Un ultimo fattore che va a incidere sulle spese totali è quel fenomeno che si può definire “dipendenza d’acquariofilia”, ossia quella pseudo mania che spinge l’acquariofilo a comprare parti tecniche sempre più performanti, plafoniere di ultima generazione, fari da stadio, fertilizzanti incredibili e mangimi ultra specifici… ma questa, aimè, è una sorta di dipendenza indotta dalla passione
Cercando quindi di dare una risposta alla domanda, quanto costa l’acquariofila, possiamo rispondere che non è così semplice fare una quantificazione esatta dei costi, dal momento che i fattori che li decidono sono piuttosto variabili.
Dipendono dal nostro progetto che si intende sviluppare: c’è una infatti bella differenza se si intende seguire rigorosamente un protocollo spinto, piuttosto che allestire un acquario low tech.
Facciamo un veloce confronto tra due diversi allestimenti:
Sono due progetti molto diversi, accomunati solamente dalla perfezione della gestione e dall’accuratezza dell’allestimento. Entrambe le vasche infatti sono state giudicate “vasche del mese” nel forum.
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Fonte foto: forum AP (vasca del mese)
La prima, di Isca Giuseppe (e-commerce91), è una vasca allestita secondo la filosofia ADA di acquario naturale (ryoboku). Si tratta di un acquario spinto.
Ospita un considerevole numero di piante, anche molto esigenti. Monta 2 neon da 54w (uno da 6500K HO e uno da 10000K HO), è dotata di impianto per l’anidride carbonica e di fondo fertile. Viene inolte fertilizzata regolarmente mediante fertilizzazione liquida integrata con specifici aditivi.
![](https://www.acquaportal.it/wpap/wp-content/uploads/2014/12/4-131.jpg)
Fonte foto: forum AP (vasca del mese)
La seconda, di Raffaele Damino (sir mordred), rappresta invece un Tanganika.
L’allestimento è costituito da sabbia e ciottoli di fiumi presi in un vivaio.
Rappresentando fedelmente il biotopo, non sono state inserite piante, pertanto la vasca non ha necessità nè di fertilizzazione, nè di anidride carbonica e il sistema di illuminazione è costituito da un unico neon a led da 3W.
È chiaro che questi due allestimenti comportano spese di allestimento e manutenzione differenti
In conclusione, indubbiamente l’acquariofilia comporta delle spese, ma, come visto, con qualche accorgimento possiamo cercare di contenerle.
SCELTE GIUSTE, UNA CORRETTA GESTIONE E UN’ADEGUATA CONSAPEVOLEZZA DETERMINANO SICURAMENTE UN IMPATTO POSITIVO SUL TOTALE DEI COSTI FINALI
..quindi, signor George Carlin, ci dispiace per lei che non ha degli hobby…….…. il nostro è l’acquariofilia!!!!
p.s.
ultimissimo consiglio, per tutti quelli che si affacciano per la prima volta a questo mondo, arredi innaturali come forzieri, relitti, teschi o galeoni, lasciateli nei negozi…. È un risparmio anche questo!! 😉
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