Il moscerino dell’aceto, Drosophila melanogaster, è un dittero ampiamente impiegato in laboratorio per lo studio delle malattie genetiche, non solo per l’affinità genetica in se per se, ma anche, ed è l’aspetto che più interessa noi, per le sue caratteristiche etologiche. Le Drosophila hanno un ciclo vitale estremamente rapido, lo stesso è proporzionato alla temperatura ambientale: a 25° C è di circa 2 settimane.
Lo stadio larvale di questi insetti si sviluppa all’interno di frutta matura o altro materiale organico zuccherino. Con la deposizione le femmine possono produrre oltre 500 uova. La schiusa delle uova avviene dopo 24 ore e le larve crescono sino allo stadio di pupa in circa cinque giorni. A circa 10 giorni l’insetto metamorfosa nello stadio adulto. Sfruttare quanto appena descritto per le nostre esigenze è estrememamente facile, e la realizzazione è semplicissima ed a costo zero. È necessario disporre di un contenitore proporzionato alle dimensioni dell’area scoperta. Il contenitore potrà facilmente essere ottenuto, in funzione della specifica esigenza, da materiale di recupero: bottiglie in PET, vaschette per alimenti, ecc. Il recipiente prescelto verrà inserito, come nel caso in esempio di un acquario, tra coperchio e superficie dell’acqua. Lo stesso ospiterà il substrato di coltura, costituito da semplice frutta (banana, pesca. Albicocca, mela e ciliegia, sono ideali), matura al punto che altrimenti sarebbe destinata al contenitore dei rifiuti. Per consentire l’avvio della produzione, necessiteremo di alcuni esemplari; il reperimento degli stessi potrà avvenire lasciando all’aperto un frutto ben maturo o procurandoselo presso qualunque rivenditore prima che lo stesso provveda a disfarsene. Quando ho realizzato la mia vasca, ho situato i contenitori in prossimità dei neon e per un periodo, perfino galleggianti all’interno del filtro biologico. Pochi giorni dopo l’installazione, sarà possibile osservare i primi moscerini volare sulla superficie dell’acquario al di sotto del coperchio;molti di questi, sfortuna loro, finiranno inevitabilmente in acqua per la felicità dei sottostanti commensali; parte importante dell’integrazione, sarà costituita inoltre dalle larve stesse, che in determinati momenti nell’arco delle 24 ore, in funzione della temperatura ed umidità esterna, effettueranno ricognizioni all’esterno del recipiente. A mia memoria, non ho rilevato nessun aspetto negativo nelle varie installazioni; inoltre non ho mai osservato soggetti al di fuori dell’acquario, quasi certamente ciò è dovuto alle ottimali condizioni climatiche all’interno della vasca (aria caldo/umida, scarsa ventilazione), che garantiscono alle Drosophila condizioni ideali per lo sviluppo. Il mio acquario autoalimentato. Non mi assumo ovviamente responsabilità per eventuali inconvenienti in cui potreste incorrere (invasioni o indigestioni varie). La soluzione immediata per eventuali situazioni eccezionali, resta comunque eliminare il recipiente con la frutta e con esso le Drosophila). Questo dispositivo è utile in molteplici situazioni (periodi di vacanza o semplice integrazione della dieta); indispensabile in determinate altre (alimentazione di piccoli anuri come Hyla). E’ adatto per tutti i tipi di acquari, terrari o terracquari provvisti di coperchio. Nota di rilevo: tra i valori nutrizionali degli insetti, in genere è molto elevata e predominante la percentuale proteica. Salvo Catalano |