L’alimentazione dei pesci in acquario è un tema largamente dibattuto e controverso, poiché gli studi scientifici riguardanti i pesci ornamentali sono ancora scarsi e spesso i risultati sono estrapolati dagli studi svolti sui pesci di allevamento. Molto di quanto leggiamo deriva spesso da convinzioni radicatesi nel tempo, prive di reale base scientifica, divenute dei veri e propri miti tramandati.
La giusta alimentazione dei pesci è importante non solo, come ovvio, per il loro benessere ma anche per limitare l’inquinamento dell’acqua. Mentre in natura i pesci possono regolare e soddisfare al meglio le loro esigenze nutrizionali, in acquario il rischio di possibili carenze alimentari è più elevato.
- 1 Quantità di cibo richiesto dai pesci in acquario
- 2 Proteine nell’alimentazione dei pesci
- 3 Lipidi nell’alimentazione dei pesci ornamentali
- 4 Carboidrati nell’alimentazione dei pesci d’acquario
- 5 I minerali richiesti per i pesci ornamentali
- 6 Le vitamine richieste dai pesci ornamentali
- 7 Carotenoidi, la fonte principale per la colorazione dei pesci
Quantità di cibo richiesto dai pesci in acquario
I pesci hanno un’efficienza di conversione del cibo abbastanza alta. Significa che, ad esempio, da 1 grammo di cibo riescono a guadagnare circa 0,8 grammi di peso. Basti pensare che nei polli, gli animali a sangue caldo più efficienti in tal senso, il guadagno è di 0,48 grammi. Il motivo? I pesci sono animali pecilotermi (possono “funzionare” a differenti temperature) e quindi non consumano energia per mantenere la loro temperatura interna costante. Inoltre il movimento in acqua non richiede grande dispendio energetico, così come il catabolismo delle proteine, poiché i pesci eliminano direttamente l’ammonio fuori dal corpo senza dover produrre urea.
Possiamo tradurre tutto questo in una semplice regola: la quantità di cibo da somministrare ai nostri pesci deve essere molto limitata! Parliamo di 3,8 mg al giorno per un Neon, fino ad arrivare a 26 mg per un pesce rosso di pochi centimetri, ovvero pochi granuli di cibo secco. Consideriamo che il cibo per pesci è molto leggero, un cucchiaino raso di pellet pesa circa 1,5 grammi, se in scaglie 0,3 grammi. In generale la raccomandazione è di somministrare una quantità di cibo pari circa a 1% del peso di un adulto (2-5% nel caso di giovani pesci). Per avere un’idea molto grossolana, un pesce di 2-3 cm pesa circa 1 grammo, un pesce di 10 cm circa 20 grammi.
La regola classica di fornire cibo due volte al giorno, consumato in alcuni minuti, porta quasi certamente a un’eccessiva alimentazione (e quindi inquinamento dell’acqua).
I pesci sono abituati in natura a un’alimentazione discontinua e di conseguenza possono tranquillamente resistere per diversi giorni senza cibo, permettendoci di poter affrontare il weekend di vacanza senza doverci preoccupare di mangiatoie automatiche o di disturbare i vicini di casa.
Proteine nell’alimentazione dei pesci
Nome pesce | Peso iniziale | Richiesta proteica (%) |
---|---|---|
Pesce rosso | 0,2 g. | 29 |
Ciclide testa rossa | 0,28 g. | 40,8 |
Gurami | non riportato | 25 |
Guppy | 0,1 g. | 30-40 |
Scalare | 2,3 g. | 26 |
Discus | 4,5 g. | 45-50 |
Portaspada | 1 g. | 30 |
La richiesta di proteine è particolarmente elevata nelle fasi iniziali di sviluppo.
Anche altri fattori possono influire sulle esigenze nutrizionali, come l’aumento della temperatura, che accresce il metabolismo dei pesci con conseguente maggiore richiesta proteica.
Dalle proteine si ricavano gli amminoacidi; gli animali sono in grado di produrre col loro organismo solo alcuni amminoacidi ma ve ne sono altri, detti essenziali, che solo la dieta può fornire, dieci nel caso dei pesci: arginina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, treonina, triptofano e valina.
Non è importante solo la percentuale di proteine ma anche la loro qualità e digeribilità. Molte proteine di origine vegetale mancano di metionina e lisina, che possono quindi risultare limitanti. Probabilmente la fonte migliore di proteine per le specie di pesci carnivori e onnivori viene dalle carni di pesce stesso, particolarmente digeribili.
In studi svolti su Discus risultano valide come fonti proteiche anche la caseina e il cuore bovino, rispetto alla farina di grano e soia.
Come raccomandazione generale è bene quindi preferire cibi e mangimi con un alto contenuto proteico, almeno il 30-40%. Questo evita anche un eccesso di carboidrati, che sono poco digeribili per i pesci e possono quindi contribuire all’inquinamento dell’acqua.
Ricordiamo infine che anche i pesci cosiddetti erbivori hanno elevate esigenze proteiche, che soddisfano in natura nutrendosi di alghe miste a microorganismi ricchi in proteine. Non pensiamo quindi di sfamare il nostro Ancistrus solo con zucchine e piselli!
Lipidi nell’alimentazione dei pesci ornamentali
I lipidi sono un’importante fonte di energia e acidi grassi, essenziali per la corretta crescita dei pesci. Molti pesci di acqua dolce richiedono acidi grassi insaturi a lunga catena, in particolare omega 3 (acido linolenico) e omega 6 (acido linoleico). Un’eccessiva presenza di lipidi nella dieta può causare un inadeguato consumo di proteine o altri nutrienti e porta a deposito di grasso. Al contrario, livelli insufficienti portano a una carenza di acidi grassi essenziali. In linea di massima possiamo dire che valori attorno al 10% sono ideali per molti pesci.
Cibi molto ricchi di acidi grassi essenziali sono l’olio e le carni di pesci, il fegato bovino e le larve di zanzara, ma anche Tubifex, Moina e cuore bovino sono una valida fonte.
Carboidrati nell’alimentazione dei pesci d’acquario
I pesci, grazie al loro limitato consumo energetico, richiedono pochi carboidrati ed eccessi possono interferire con la digestione, ridurre l’assorbimento delle proteine e portare a elevata glicemia e fegato ingrossato. Sono utilizzati soprattutto dalle specie onnivore ed erbivore, in grado di ricavare i carboidrati dalla digestione della cellulosa e dell’amido.
Per questo motivo, se utilizzate anche cibo fresco, sono sconsigliati cibi ricchi in zuccheri, quali ad esempio, patate e frutta (dando per scontato che pane e cioccolato siano già nella lista nera!).
I minerali richiesti per i pesci ornamentali
I minerali sono richiesti per diverse funzioni, quali la corretta crescita dell’organismo, della muscolatura e delle ossa. I pesci possono assorbire i minerali direttamente dall’acqua attraverso le branchie e tramite l’intestino. I principali minerali richiesti dai pesci sono calcio, fosforo, rame, iodio, ferro, magnesio, manganese, selenio e zinco. In particolare il fosforo è essenziale per la crescita, la mineralizzazione delle ossa e il metabolismo di lipidi e carboidrati ed è tra i pochi minerali che andrebbe supplementato alla dieta, poiché poco presente in acqua.
Le vitamine richieste dai pesci ornamentali
La richiesta di vitamine varia da specie a specie ma in generale sono particolarmente richieste le vitamine A, D, E e K, la tiamina, la riboflavina, la piridossina, la biotina, l’acido pantotenico, l’acido folico, l’acido ascorbico, la colina e l’inositolo. La deficienza di vitamine si manifesta comunemente con anoressia, scarsa crescita e aumentata mortalità. Molte specie richiedono un supplemento di vitamine essenziali nella loro dieta. Vale soprattutto per la vitamina C, somministrata come acido ascorbico, che consente di ridurre lo stress e ha importanti funzioni in svariati processi fisiologici. Una sua carenza provoca deformità degli opercoli, lordosi, crescita ridotta ed emorragie agli occhi. Nei Ciclidi causa anche erosione della pelle e delle pinne, addome gonfio e colorazione scura.
Gli Scalari in particolare hanno un’elevata esigenza di vitamina C, circa 360 mg/kg.
In molti cibi per pesci è possibile ritrovare l’acido L-ascorbico-2-fosfato, che è una forma più stabile di vitamina C.
Ad ogni modo se forniamo ai pesci una dieta adeguata, le carenze di vitamine sono molto difficili e la stessa vitamina C è presente nelle alghe verdi che crescono in quasi tutti gli acquari e di cui i pesci si nutrono. Meglio evitare quindi di esagerare con supplementi extra, poiché l’eccesso di vitamine può essere dannoso.
Carotenoidi, la fonte principale per la colorazione dei pesci
La colorazione dei pesci dipende da numerosi fattori, quali la maturità, il sesso, la gerarchia sociale, lo stato di salute generale e, soprattutto, la dieta. I carotenoidi sono la principale fonte per la pigmentazione della pelle e dei muscoli dei pesci.
Sono importanti anche come antiossidanti, per il sistema immunitario, la riproduzione e la crescita. Ad esempio, nel Gurami, l’aggiunta nella dieta di astaxantina, uno dei principali carotenoidi per i pesci di acqua dolce, aumenta la colorazione della pelle, stimolando la riproduzione.
Poiché i pesci, come gli altri animali, non sono in grado di biosintetizzare i carotenoidi, è essenziale introdurli con la dieta. In natura i pesci si procurano tali sostanze dalle piante, le microalghe come la spirulina e clorella, i crostacei, che sono quindi tutti un’ottima fonte naturale di carotenoidi.
Spirulina e Clorella (in realtà cianobatteri) meritano un approfondimento, giacché sono un’eccellente fonte anche di proteine, acidi grassi, vitamine e minerali. La spirulina, in particolare, molto studiata anche per l’alimentazione umana, contiene tutti gli amminoacidi essenziali. Pare quindi una valida fonte di cibo, molto più economica, rapida e meno inquinante di tante altre, come le carni animali. Diversi studi sui pesci dimostrano che sostituita, almeno in parte, alle carni di pesce nella dieta, apporta benefici in termini di crescita e sopravvivenza. Inoltre, spirulina e clorella sembrano esercitare un effetto stimolante del sistema immunitario, contribuendo ad agire come antimicrobico e contengono pigmenti con effetti anti-ossidativi e anti-infiammatori, che contribuiscono a neutralizzare gli effetti dannosi dei metalli pesanti.
In conclusione, l’aggiunta nella dieta di queste microalghe, in misura di almeno il 10%, rappresenta un eccellente contributo alla dieta dei nostri pesci.
Ivan Colaluca ha pubblicato un manuale per la preparazione e gestione di un acquario:
Canale YouTube di Ivan: Biologia in Acquario
– I dati riportati nell’articolo provengono da pubblicazioni scientifiche pubblicate su riviste internazionali.
Contattatemi se siete interessati alle fonti bibliografiche. –