Sono felice che per la seconda volta mi sia stato richiesto un breve articolo su di una mia vasca, e per questo ringrazio di cuore tutto lo staff di AP: persone competenti, preparate e sempre disposte a dare una mano a tutti. Ma veniamo brevemente alla vasca.. Si tratta di una vasca aperta di un’ottantina di litri (80x30x35h), vecchiotta e piena di graffi; inizialmente è stata un regalo per la mia ragazza, ma nel tempo si è dimostrata un po’ troppo grandicella per le sue necessità ed eccola tornata all’ovile.. Nel farlo ho però cercato di intraprendere strade poco battute, sia per quanto riguarda l’allestimento, sia per quello che è stato l’avviamento. Per quello che riguarda le piante, ho scelto solo specie epifite-epatiche che non richiedano fertilizzazioni di nessun tipo ( controindicate con animali delicati come le taiwan), per la precisione: Con queste piante la luce è di secondaria importanza e per questo mi sono limitato ad una plafoniera T5 2x24W 985(anteriore)+840(posteriore) con un fotoperiodo a regime di 8 ore. Per creare qualcosa di originale mi sono lasciato andare alla fantasia e ho voluto allestire una vasca “stile Avatar”,posizionando delle rocce in sospensione sopra la vasca. Ogni travetto è forato in più punti e le rocce sono assicurate a questi travetti tramite 3 lenze ognuna dalle portata di circa 12kg. Ogni roccia possiede 3 fili indipendenti sia per garantire una tenuta assoluta (la roccia più pesante è circa 2,5kg, contro una portata complessiva di 36kg), sia per evitare che la corrente le smuova o le ruoti. Una volta deciso il layout, mi sono voluto cimentare in un tipo particolare di avviamento, il metodo “dry start”. Questo metodo prevede un iniziale periodo di tempo nel quale la vasca rimane senza acqua in colonna, ma con tutte le piante posizionate. Ovviamente non è un metodo che si adatta ad ogni tipo di allestimento, ma è estremamente comodo per allestimenti con prati o con muschi (come nel mio caso), che non possono essere altrimenti ancorati a supporti (non avrei potuto fissare il mini fissidens alle rocce sospese,ne il fissidens fontanus sul lapillo tra le rocce). Con questo metodo inoltre si può partire immediatamente con un fotoperiodo completo senza timore di incorrere in problemi algali, dando modo, nel mio caso, ai muschi di attecchire autonomamente alle rocce. Per garantire un’adeguata umidità durante le 6 settimane di Dry start ho modificato un piccolo Mist maker in modo tale che diffondesse una sottile nebbia nella vasca per 15minuti ogni ora durante il fotoperiodo e 15min ogni 3 ore durante il resto della giornata. Ho inoltre fertilizzato questa nebbia introducendo piccole quantità di protocollo Dennerle direttamente nell’acqua necessaria per generarla. Una volta completato l’attecchimento dei muschi ho riempito la vasca riportando il fotoperiodo su 4 ore ed incrementandolo come di norma di 30min a settimana fino ad un totale di 8h. Ringrazio di cuore tutti gli amici del forum e mi auguro che la mia vaschetta possa piacervi ed essere di spunto per qualcuna delle vostre..
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Acquari DolceGuide Dolce
Aquascape: Il Caridinaio Jedi di Giacomo Abatucci
Ott 15, 2013, 13:30 pm0
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