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Gli Acanturidi

23/12/20140

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Classificazione  
La famiglia Acanthuridae appartiene al sottordine Acanthuridei dell’ordine Perciformes. Talvolta la famiglia Zanclidae viene classificata come sottofamiglia della famiglia Acanthuridae.


Acanthurus lineatus (Foto Roberto Sozzani)

La famiglia Acanthuridae si suddivide nei seguenti generi: Acanthurus, Ctenochaetus, Paracanthurus, Zebrosoma, Naso e Prionurus. i primi 4 raggruppano i pesci chirurgo veri e propri, quelli muniti di aculeo mobile; gli ultimi 2 sono caratterizzati dai pesci dotati di aculei o spine immobili.
Nota * I 4 generi classificati come pesci chirurgo sono muniti di aculeo mobile; quelli che non rientrano in questa classificazione sono dotati di spine immobili.

Ordine
Perciformes

|

Sottordine
Acanthuroidei

|

Famiglie
Acanthuridae
Zanclidae

|

Generi
N.specie
Acanthurus *
34
Ctenochaetus *
6
Naso
circa 17
Paracanthurus *
1
Prionurus
–
Zebrasoma *
–

Area di diffusione
La maggior parte delle specie di questa famiglia prolifera negli fondali tropicali dell’Oceano Indiano e del Pacifico. Vivono, in esigue quantità, nelle zone tropicali dell’Oceano Atlantico e del Mar dei Caraibi.

Caratteristiche fisiche
Gli Acanturidi sono muniti di aculei affilati racchiusi in un solco, ai due lati del peduncolo caudale.
Quando queste lamette sono alzate, costituiscono un valido strumento di offesa e difesa, rendendo particolarmente pericolosi gli attacchi laterali eseguiti con la coda. Data la forma acuminata di questi aculei, gli Acanturidi sono denominati anche pesci chirurgo.
Tramite le pinne pettorali, eseguono movimenti natatori di natura ondeggiante, a volte possono raggiungere un’elevata velocità. Questi arti vengono usati per pulire gli occhi e addirittura il capo, caratteristica ravvisabile anche in altri pesci come i Labridi e alcune specie della famiglia Nemipteridae.
Per muoversi in determinate direzioni, gli Acanturidi impiegano la pinna caudale come se fosse un timone.

Biotopo
Gli Acanturidi vivono nella barriera corallina, talvolta in corrispondenza di zone di risacca e di forti correnti.
Alcune specie sono rintracciabili, seppur in quantità minime, a grande distanza dal reef.

Comportamento in natura
Di norma, vivono in grandi branchi in cui si consumano innumerevoli scaramucce di natura perlopiù intimidatoria: quando 2 esemplari entrano in stretto contatto, tendono ad abbozzare degli attacchi, senza però toccarsi.
In genere, questo comportamento è sufficiente ad allontanare i 2 contendenti senza conseguenze dannose per entrambi.
Pertanto gli esemplari di questa famiglia sono da considerarsi relativamente pacifici.

Comportamento in acquario
Con minor spazio a disposizione, i pesci chirurgo vedono ridotta la loro tendenza naturale all’evasione dai combattimenti, particolarmente ricorrenti tra animali della stessa specie.
Gli ospiti aggrediti possono anche provenire da famiglie diverse (soprattutto se la livrea è simile) tuttavia, in questo caso, l’ostilità tende a diminuire nell’arco di qualche giorno e permane, poi, solo a livelli bassi., specialmente se il nuovo arrivato dispone di nascondigli e rifugi vari.

Uno Zebrasoma flavescens ed uno Zebrasoma xanthurum, che sono stati inseriti contemporaneamente in acquario, convivono pacificamente nella stessa vasca. Spesso questo non accade se gli animali si inseriscono in tempi differenti.

Gli Acanturidi sono adatti alla vasca di invertebrati, in quanto sono pesci vegetariani e non si nutrono di essi. Gli unici piccoli problemi possono verificarsi nel caso il pesce cerchi di mangiucchiare qualche alga che cresce sulla struttura di qualche invertebrato (come ad esempio sulle cornularie). Per i piccoli acquari sono adatti gli esemplari del genere Zebrosoma, in quanto, a differenza di quelli dei generi Acanthurus e Paracanthurus, nuotano a minor velocità e in modo circospetto tra i coralli.
Alcuni esemplari possono raggiungere livelli di permanenza in acquario piuttosto ragguardevoli, stimabili dai 5 ai 10 anni.
I pesci giovani riescono ad acclimatarsi con più facilità rispetto a quelli adulti, specialmente se non risentono dello stress dovuto al trasporto ed al lungo periodo di digiuno. Buona parte degli acanturidi sono di costituzione robusta e come già detto possono essere longevi, sono però molto soggetti (alcuni esemplari più di altri) alla malattia dei puntini bianchi, soprattutto nella fase di acclimatazione. Se superano i problemi iniziali possono abituarsi alle nuove condizioni offerte dall’acquario e sviluppare delle difese immunitarie molto forti che gli consentono di vivere a lungo. Altre malattie a cui sono soggetti sono la corrosione delle pinne e i puntini neri causati dai vermi Turbellari (molto soggetto a queste malattie lo Z. Flavescens). In alcuni esemplari possono comparire problemi causati da infezioni intestinali.


Acanthurus blochii (Foto Roberto Sozzani)

Alimentazione
In età adulta gli Acanturidi si nutrono prevalentemente di alghe, e gradiscono, talvolta, crostacei e organismi di vario tipo.
Sono ottimi per cercare di limitare la crescita delle alghe verdi filamentose nell’acquario. Purtroppo accettano difficilmente come cibo altri tipi di alghe infestanti come le cyanobatterie.
La loro particolare conformazione dentale, a forma di spatola seghettata, permette ad essi di tagliuzzare anche i campioni vegetali più piccoli (problematica, invece, la triturazione di piante lunghe), operazione che li vede impegnati per tutta la giornata.
Grazie ad una tonaca muscolare spessa situata nello stomaco, alcune specie possono inghiottire sostanze dure e sabbia, utili per macinare le dure pareti cellulari delle alghe e rendere la digestione più agevole.
Viceversa, le specie che non sono dotate di tonaca muscolare robusta, evitano l’ingestione delle sostanze succitate.
Comune a tutti gli Acanturidi, è un apparato intestinale di forma allungata, così formato per favorirne l’assimilazione di sostanze vegetali.
Ai fini di un equilibrato e corretto allevamento della specie in cattività, bisogna ricorrere a mangime principalmente vegetale, in primo luogo alghe finemente tagliuzzate, non provenienti necessariamente dall’habitat marino.
Alimenti sostitutivi o integrativi possono essere verdure, quali broccoli, spinaci, zucchine e piante acquatiche tenere.
Un ingrediente supplementare è il mangime secco commerciale di origine vegetale in granuli o scaglie.

Tetra phill della Tetra. Mangime in scaglie a base vegetale. Come questo ne esistono di altre marche sia in granuli che in scaglie.

La somministrazione di mangime animale (gamberetti, polpa di granchi, molluschi, artemie, ecc. ) non è da escludere a priori (esemplari adulti di Naso brevirostris gradiscono, ad esempio, una “dieta” carnivora), ma è assodato che i risultati migliori si ottengono con l’ausilio di mangime di tipo vegetale. Di importanza vitale è la presenza di un buon quantitativo di rocce vive, sulle quali trovano un gran varietà di alghe da mangiucchiare.

Particolarità
In alcune specie di Acanturidi, il colore dell’aculeo o del solco, in cui è celato, nonchè della pelle circostante varia sensibilmente; questa variazione cromatica rappresenta per il pesce che ha saggiato la punta dell’aculeo, una sorta di monito a evitare in futuro ulteriori scontri.
Le specie appartenenti ai generi Naso e Prionurus sono sprovviste di aculeo, ma ne compensano la mancanza con la presenza di spine immobili, talvolta identificabili in piccole formazioni ossee gibbose che riescono, tuttavia, a danneggiare l’avversario.
Questa differente conformazione anatomica degli esemplari Naso e Prionurus, è stata sufficiente per alcuni scienziati che hanno classificato questi ultimi 2 generi in un’unica famiglia denominata Nasidae, classificazione che è stata prontamente confutata dalla maggior parte degli esperti di tassonomia.
I generi Acanthurus e Paracanthurus denotano un elevato grado di vivacità che li induce a nuotare molto rapidamente e a muoversi con disinvoltura tra ostacoli di varia natura.
Gli esemplari del genere Zebrosoma e Ctenochaetus effettuano, al contrario, con movimenti più calmi e tendono a districarsi tra i coralli con maggiore prudenza.
I pesci del genere Naso vivono nelle acque sovrastanti le barriere coralline e, nuotando lentamente, compiono movimenti più compassati rispetto alle specie Acanthurus e Paracanthurus.


Acanthurus coeruleus (Foto Roberto Sozzani)

Riproduzione
Durante il periodo della riproduzione, formano grossi branchi che nuotano compatti in modo frenetico, finchè al tramonto, gruppi sparuti di pesci abbandonano il branco per dirigersi verso la superficie, dove espellono le uova e lo sperma.
L’espulsione delle uova e dello sperma è probabilmente facilitata dalla diminuzione della pressione all’interno della vescica natatoria, quest’ultima operazione resa possibile dal moto rapido verso la superficie.
Le uova galleggiano sulla superficie marina con l’ausilio di una particolare goccia oleosa e in poco tempo si schiudono rivelando le larve.
Il tempo di sviluppo di queste ultime è di 26 ore e si manifesta in varie fasi: inizialmente la larva, lunga appena 2 mm, trae sostentamento, per alcuni giorni, dal sacco vitellino, dopodich? evolve al secondo stadio denominato Acronurus.
Dopo poche settimane, la larva assume le fattezze di un minuscolo pesciolino, lungo circa 20 mm, che si nutre principalmente di piccolissimi organismi planctonici.
Anatomicamente parlando, la larva Acronurus non è munita di squame bensì di listelli cornei posti verticalmente sui fianchi.
Essa ha un aspetto trasparente e presenta raggi veleniferi nella prima pinna dorsale, in quella anale, nonchè in quelle pettorali.
Molte specie di Acanturidi (ad esempio, Acanthurus coeruleus, A. olivaceus e A.pyroferus) hanno una livrea di colore giallo che muta cromaticamente in modo definitivo quando l’animale raggiunge una lunghezza di 8 cm.
La radicale differenza d’aspetto tra questi organismi e gli Acanturidi adulti ha indotto, in passato, gli esperti di tassonomia a classificare le larve Acronurus in un genere indipendente denominato con il termine omonimo.
Analogamente, le larve di Naso non erano associate agli Acanturidi e venivano classificate sotto il nome Keris.

Specie
Vediamo nel dettaglio gli Acanturidi che più frequentemente vengono introdotti negli acquari.


Acanthurus Achilles

Lunghezza
In natura, fino a circa 18 cm; in cattività, risulta di norma più piccolo.
Biotopo
In prossimità di forti correnti e zone di risacca e delle barriere coralline.
Diffusione
Soprattutto attorno agli atolli della zona tropicale delle Hawaii e, più in generale, nell’Oceano Pacifico.
Comportamento in natura
Vive in branchi composti da diverse decine di esemplari.
Habitat in acquario
La ristrettezza degli spazi lo rende aggressivo verso gli esemplari della stessa specie, caratteristica che mantiene anche in acquari più grandi.
L’ostilità diminuisce se i pesci ospiti appartengono ad altre specie di Acanturidi, anche se può variare individualmente.
E’ consigliato somministrare mangime animale e vegetale, quest’ultimo principalmente a base di alghe. Sono abbastanza soggetti alla malattia dei puntini bianchi.
Particolarità
Gli esemplari più piccoli (meno di 6 cm di lunghezza) non presentano la tipica macchia rossa dei pesci adulti.
Con l’ausilio dei pesci pulitori, il colore della specie assume una tonalità grigio-bluastra permettendo ai pulitori di individuare ed eliminare eventuali parassiti della pelle.
La mutazione cromatica dell’epidermide è indice dello stato di salute del pesce e, quindi, delle condizioni ambientali in cui vive: ottimali, se la livrea è scura; sfavorevoli, se il colore è sbiadito.

Acanthurus coeruleus

Lunghezza
La lunghezza massima è di 37 cm; in acquario scende a 20 cm.
Diffusione
Nella parte tropicale occidentale dell’Oceano Atlantico e nel Mar dei Caraibi.
Vengono avvistati anche attorno alle Bermuda, a Rio de Janeiro e a New York, nel periodo estivo.
Biotopo
L’habitat naturale di questa specie è la barriera corallina con alghe e, in generale, le aree caratterizzate da vaste praterie di alghe.
Comportamento in natura
Tali pesci non hanno sviluppato uno stomaco predisposto all’ingestione di sostanze solide o mescolate con sabbia, pertanto si alimentano di alghe e piante marine tenere.
Habitat in acquario
Si raccomanda un acquario particolarmente capiente per attenuare l’aggressività di questa specie nei confronti dello stesso genere.
Inoltre, l’ideale è formare un ambiente dalla morfologia accentuata, in modo che i pesci si creino rifugi e nascondigli, evitando gli scontri con altri esemplari.
Per nutrire questa specie, è opportuno ricorrere a mangimi assortiti di tipo animale e vegetale.
La somministrazione esclusiva di mangime animale può rivelarsi deleteria poichè genera occlusioni e infiammazioni intestinali.
Particolarità
Esistono differenze cromatiche di livrea in base all’età degli esemplari: quelli giovani, lunghi fino a circa 10 cm, sono di colore giallo con una striscia blu nella pinna dorsale e in quella anale; quelli più piccoli hanno una livrea celeste.


Acanthurus japonicus

Lunghezza
Misura fino a circa 18 cm.
Diffusione
Vivono sicuramente attorno alle isole Riu-Kiu e nelle acque territoriali delle Filippine.
Biotopo
Come le altre specie di Acanturidi, essi nuotano nelle zone contrassegnate dalla barriera corallina.
Comportamento in natura
Gli esemplari di questa specie nuotano in grossi branchi (composti, massimo, da 60 pesci) e, molto raramente, in minuscoli gruppi di poche unità.
Occasionalmente tollerano la presenza di esemplari Acanthurus glaucopareius all’interno del branco.
Habitat in acquario
In piccoli ambienti Acanthurus japonicus risulta aggressivo verso gli animali della stessa specie e quelli di altre con livrea simile (Acanthurus glucopareius, Acanthurus leucosternon e Acanthurus achilles).
E’ caldamente raccomandato farlo convivere con ospiti che hanno una livrea radicalmente differente.
E’ fondamentale somministrare mangimi assortiti di origine vegetale e animale. Sono abbastanza soggetti alla malattia dei puntini bianchi.
Particolarità
Questa specie è particolarmente somigliante a Acanthurus glaucopareius, e , per questo motivo,in passato, è stato scambiato per esso.

Acanthurus leucosternon

Lunghezza
In natura è lungo massimo 30 cm, mentre in cattività non supera i 16 cm.
Diffusione
La specie vive nelle acque dell’Oceano Indiano e dell’Arcipelago Indo-Australiano.
Biotopo
Gli esemplari vivono nelle barriere coralline (anche morte) e in zone rocciose dove la concentrazione di alghe è più intensa.
Comportamento in natura
I branchi di questa specie sono composti da un minimo di 6 pesci a un massimo di 30.
In genere prediligono acque calme e, nel caso di esemplari giovani, nuotano in acque bassissime nei pressi della costa, nonchè in pozzanghere lasciate dalla bassa marea.
Analogamente ad altre specie, quali Acanthurus glaucopareius e Acanthurus japonicus, mantengono a una distanza minima di 40 cm l’uno dall’altro.
Habitat in acquario
Data la difficoltà ad acclimatarsi da parte di alcuni esemplari, è opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali
Sono molto soggetti alla malattia dei puntini bianchi. Ma se la fase iniziale da esito positivo, l’allevamento non presenta più alcun problema.
Tali esemplari sono dei buoni nuotatori e pertanto necessitano di una vasca capiente munita di molti rifugi, importanti per evitare il contatto troppo ravvicinato con i pesci ospiti.
Acanthurus leucosternon è particolarmente ostile nei riguardi degli esemplari della stessa specie e di quelle affini, quali Acanthurus japonicus, Acanthurus glaucopareius e Acanthurus achilles.

Acanthurus lineatus

Lunghezza
Misura circa 20 cm.
Diffusione
Tale specie prolifera nelle acque dell’Oceano Pacifico e Oceano Indiano.
Biotopo
Gli esemplari vivono nelle barriere coralline e gradiscono anche le zone di risacca e di forti correnti nei reef.
Comportamento in natura
Le alghe e gli organismi derivanti da esse rappresentano il fabbisogno alimentare di questa specie, i cui esemplari vivono in branchi di una certa grandezza.
Habitat in acquario
Particolarmente delicato. Il periodo di acclimatazione è facilitato, se gli esemplari sono giovani piuttosto che adulti. E’ opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali
Il processo è ulteriormente agevolato se si approvvigiona i pesci con mangime vegetale a sufficienza.
Acanthurus lineatus avversa esemplari della stessa specie e altre dello genere, anche se, in quest’ultimo caso, le ostilità diminuiscono dopo un certo periodo.
L’aggressività viene rivolta anche nei confronti della specie Acanthurus sohal con cui è strettamente imparentato.
Visto che si tratta di un buon nuotatore, gli acquari piccoli ne bloccano la vitalità, rendendolo impacciato e nervoso.
Sono soggetti ad infezioni intestinali.

Acanthurus sohal


Lunghezza
In natura è lungo fino a circa 40 cm, misura che diminuisce sensibilmente per gli esemplari che vivono in cattività (è lungo fino a 25 cm).
Diffusione
E’ presente unicamente nelle acque del Mar Rosso.
Biotopo
Come gli altri Acanturidi, vive nelle barriere coralline.
Comportamento in natura
Vive in piccoli gruppi sopra i grossi coralli a forma d’ombrello, di cui predilige gli esemplari Acropora corymbosa e Acropora pharaonis e trae sostentamento dalle alghe.
Habitat in acquario
L’allevamento di questa specie non procura problemi rilevanti: basta ricorrere ad un assortimento di mangime di tipo vegetale e animale.
Gli acquari spaziosi e di forma allungata esaltano le sue doti di provetto nuotatore, è quindi sconsigliata l’introduzione degli esemplari in vasche di misure ristrette.
Acanthurus sohal manifesta una spiccata aggressività nei confronti degli esemplari della stessa specie e di Acanthurus lineatus, mentre è ridotta se i pesci ospiti provengono da altre specie di Acanturidi.
I problemi di convivenza scemano del tutto se si introducono altri generi di pesci.

Naso brevirostris

Lunghezza
In natura fino a 60 cm, misura notevolmente ridimensionata in cattività (fino a 25 cm).
Diffusione
Mar rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Barriere coralline e barriere morte.
Comportamento in natura
Gli esemplari giovani (lunghi circa 15 cm) si nutrono di alghe brucate nelle praterie marine o nei pressi di reef morti.
Pare che i pesci adulti si nutrano principalmente di zooplancton e formano grossi branchi che nuotano nelle zone sovrastanti le barriere coralline.
Habitat in acquario
Non presenta alcun problema l’allevamento in acquario di esemplari giovani, mentre gli adulti abbisognano di spazi più grandi, altrimenti corrono il rischio di urtare il vetro, rompendosi così il corno sulla fronte.
La tipologia di mangime somministrato varia in relazione all’età degli esemplari: quelli più giovani vanno nutriti con alghe e verdure varie; gli adulti prediligono mangime animale, soprattutto piccoli crostacei.
Data la pacificità di questa specie, è possibile introdurre in vasca (di generose dimensioni) esemplari della stessa grandezza

Naso lituratus

Lunghezza
Misura fino a 50 cm in natura, mentre in acquario la dimensione massima si dimezza:
Diffusione
Mar rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Vive nelle barriere coralline, perlopiù a grandi profondità, nella zona in alto mare.
Comportamento in natura
Da quel poco che sappiamo, pare che tali esemplari vivano solitari oppure in coppia.
E’ stata accertata la presenza di pesci giovani (in gruppi) nelle acque a bassa profondità, che si nutrono prevalentemente di alghe.
Habitat in natura
L’allevamento in acquario non comporta difficoltà rilevanti, anche se sussistono problemi di acclimatazione specialmente per gli esemplari adulti.
Questi ultimi possono rifiutare il mangime offerto per lunghi periodi, a differenza dei giovani che lo accettano anche dopo un digiuno breve.
Per una permanenza tranquilla, evitare di farli convivere con pesci particolarmente voraci.
Trattasi comunque di una specie molto pacifica.

Zebrasoma flavescens

Lunghezza
Misura appena 18 cm.
Diffusione
Oceano Pacifico, perlopiù in corrispondenza delle isole Hawaii.
Biotopo
Vive nelle barriere coralline in acque non agitate.
Comportamento in natura
I branchi di questa specie rari, poichè sono animali solitari o che nuotano in coppia.
Traggono sostentamento da alghe e alcuni microrganismi (invertebrati).
Habitat in acquario
Vista la bellezza, il costo contenuto e la robustezza è uno dei pesci maggiormente allevati in acquario. Come già riscontrato per altre specie di Acanturidi, l’esemplare giovane si abitua all’acquario più facilmente rispetto a quello adulto, e occorre somministrare mangime di carattere vegetale e animale. E’ opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali
Come in natura, tale specie difende il proprio territorio dalle intrusioni di altri pesci, ricorrendo a tecniche intimidatorie piuttosto che di combattimento vero e proprio.
Al di fuori di questo contesto, risulta pacifico e non infastidisce gli altri pesci ospiti.
Sono soggetti alla corrosione delle pinne e i puntini neri causati dai vermi Turbellari.


Paracanthurus hepatus

Lunghezza
fino a circa 18 cm
Diffusione
Oceano Pacifico e Indiano
Biotopo
Barriere coralline
Comportamento in natura
Vive anche in grandi branchi composti da centinaia di esemplari.
Come per la maggior parte degli Acanturidi, le alghe rappresentano l’obbiettivo principale di sussistenza.
Habitat in acquario
Gli esemplari giovani sono più facili da acclimatare ma sono più esposti alle infezioni cutanee, senza contare che risentono della convivenza con pesci generalmente vivaci. Data la difficoltà ad acclimatarsi da parte di alcuni esemplari, è opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali.
La presenza di pesci giovani è consigliabile, se s’intende allevare la specie in branchi.
Si tratta di una specie pacifica ma che non si fa scrupoli, in età adulta, di attaccare individui dello stesso genere.
Se la fase iniziale da esito positivo, l’allevamento non presenta più alcun problema. Sono molto soggetti alla malattia dei puntini bianchi ed alle infezioni intestinali.

Zebrasoma scopas

Lunghezza
fino a 18 cm.
Diffusione
Oceano Pacifico e Indiano.
Biotopo
Barriere coralline e lagune con coralli solitari.
Comportamento in natura
Gli esemplari più giovani (lunghi fino a 12 cm) vivono tendenzialmente in branchi di 20 individui a differenza degli adulti che prediligono una vita solitaria, in coppia o meno frequentemente in gruppetti di non oltre 5 unità.
Le alghe sono nel mirino alimentare di questa specie.
Habitat in acquario
Condizione ideale per far prosperare questa specie è una vasca non sovraffollata. gli esemplari giovani, infatti risentono della presenza di pesci voraci, anche se sono più facili da acclimatare. E’ opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali
L’aggressività della specie si manifesta contro i propri simili, mentre è pacifico nei confronti degli altri pesci.
Tale benevolenza si riduce leggermente quando gli ospiti sono stati appena introdotti nella vasca.
E’ consigliabile somministrare mangime vegetale per soddisfare appieno Zebrasoma scopas.
Particolarità
Diversi ittiologi classificano, a tutt’oggi, Zebrosoma scopas come una varietà di Zebrasoma flavescens.


Zebrasoma veliferum

Lunghezza
Fino a circa 30 cm.
Diffusione
Mar Rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Vive in barriere coralline.
Comportamento in natura
Vive prevalentemente solitario: la parola branco non ha alcun significato per questa specie che solo occasionalmente vive in coppia.
Habitat in acquario
I pesci giovani si acclimatano con più facilità all’habitat in acquario.
Basta nutrirli con alghe, verdure e mangime animale a piccole dosi. E’ opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali.
Per converso, gli individui adulti stentano ad acclimatarsi e risultano aggressivi verso i propri simili; per quest’ultimo motivo è raccomandato non tenere più di un’esemplare nella stessa vasca.
Non vede di buon occhio anche altre specie di Acanturidi e, come Zebrasoma flavescens, difende il proprio territorio da eventuali intrusioni. con attacchi intimidatori e ricorrendo alla pulizia della zona di appartenenza.
A causa di questo comportamento ostile, gli altri pesci fanno uso di nascondigli per ricomparire soltanto quando viene somministrato il mangime.
Zebrasoma veliferum è munito di una splendida pinna dorsale che esibisce a scopo d’intimidazione soltanto quando è spaventato. Sono abbastanza soggetti ad infezioni intestinali ed alla malattia dei puntini bianchi.
Particolarità
Tale specie differisce da Zebrasoma desjardinii (Bennett la classifica specie propria, la cui area di diffusione è nel Mar Rosso e in prossimità di Mauritius e Zanzibar) per il maggior numero di raggi molli nella pinna dorsale e in quella anale.
Piccole differenze si possono notare anche nel disegno della livrea, particolarmente in quella giovanile.

Zebrasoma xanthurum

Lunghezza
Fino a 20 cm.
Diffusione
Mar Rosso, Golfo di Aden e Sri Lanka (Ceylon).
Biotopo
vive in barriere coralline, specialmente nelle acque più profonde, verso il mare aperto.
Comportamento in natura
La ricerca di alghe e piccoli animali avviene durante il giorno; in questa fase l’esemplare nuota solitario o in coppia.
Comportamento radicalmente differente quello del tardo pomeriggio: i pesci si radunano numerosissimi in grossi branchi che stazionano sopra il reef.
Habitat in acquario
La facilità con cui lo si alleva in cattività va a scapito della sicurezza degli altri pesci; specialmente quelli di introduzione recente.
Come altri Acanturidi, si rivelano ostili verso gli esemplari della stessa specie; questa caratteristica varia comunque da un’esemplare all’altro:quelli pacifici (soprattutto i giovani) convivono senza problemi con gli altri ospiti, mentre i più bellicosi sono in grado di ferire mortalmente i propri avversari.
A differenza di altre specie, sembra che attribuiscano meno importanza al mangime vegetale. Sono abbastanza soggetti alla malattia dei puntini bianchi. E’ opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali.

Zebrasoma desjardinii

Lunghezza
Fino a circa 30 cm.
Diffusione
Mar Rosso.
Biotopo
Vive in barriere coralline.
Comportamento in natura
Vive prevalentemente solitario: la parola branco non ha alcun significato per questa specie che solo occasionalmente vive in coppia.
Habitat in acquario
I pesci giovani si acclimatano con più facilità all’habitat in acquario.
Basta nutrirli con alghe, verdure e mangime animale a piccole dosi. E’ opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali.
Viceversa, gli individui adulti stentano ad acclimatarsi e risultano aggressivi verso i propri simili; per quest’ultimo motivo è raccomandato non tenere più di un’esemplare nella stessa vasca.
Non vede di buon occhio anche altre specie di Acanturidi e, come Zebrasoma flavescens, difende il proprio territorio da eventuali intrusioni. con attacchi intimidatori e ricorrendo alla pulizia della zona di appartenenza.
Zebrasoma desjardinii è munito di una splendida pinna dorsale che esibisce a scopo d’intimidazione soltanto quando è spaventato. Sono soggetti ad infezioni intestinali ed alla malattia dei puntini bianchi.


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