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Pesci Marino

I pesci pagliaccio

23/12/20140

9679
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I Pesci pagliaccio sono forse i pesci marini più famosi grazie alla loro straordinaria bellezza ed al fatto di vivere in simbiosi con gli anemoni.
I pesci pagliaccio sono Percoidei appartenenti alla famiglia dei Pomacentridi. Visto il loro particolare fascino verranno trattati separatamente.

    
Amphiprion perideraion, Premnas biaculeatus(Foto Roberto Sozzani)

    
Amphiprion ocellaris, Amphiprion perideraion (Foto Roberto Sozzani)

* Genere strettamente imparentato con Amphiprion

Diffusione

Gli Amphiprion sono rintracciabili nella vasta area denominata Indo-Pacifica (a eccezione delle coste africane), nel Mar Cinese e nell’Arcipelago Indo-Australiano: popolano le acque territoriali di Sri Lanka, Maldive, India, Malacca, Sumatra, Giava, Filippine, Australia, Giappone, Cina…
Diversamente dalle altre specie, Amphiprion bicinctus vive nel Mar Rosso.



Biotopo
Frequentano le zone caratterizzate dalla barriera corallina o lagune in cui la presenza dei coralli è limitata a formazioni solitarie.
Possono essere avvistati in acque costiere basse o a profondità rilevanti, sotto i coralli dove possono localizzare gli anemoni marini con cui entrano in rapporto simbiotico.

Caratteristiche fisiche
Gli esemplari di questo genere sfoggiano un look affascinante, caratterizzato da colori suggestivi.
Essi denotano particolari strisce trasversali di colore bianco che, a seconda della specie, attraversano più o meno marcatamente vari punti della superficie del corpo.
La colorazione della livrea può mutare da specie a specie, denotando, ad esempio, tonalità scure, rosso-marroni, giallo-dorate, tutte mirabilmente contornate dalle suggestive bordature del caso.
La forma del corpo è generalmente ovaleggiante e presenta una pinna dorsale più o meno lunga e dalla forma arrotondata, appena sinusoidale oppure a ventaglio.
Le pinne pelviche possono essere pronunciate oppure abbozzate, così come quelle anali.

    
Amphiprion ocellaris (Foto Roberto Sozzani)

Comportamento in natura
Gli Amphiprion instaurano un rapporto di simbiosi con grandi anemoni marini (Radianthus, Stoichactis, Physobranchia, Parasicyonis, Cryptodendrum, Entacmaea e Heteractis).
A differenza degli altri animali marini, i Pesci pagliaccio riescono a penetrare nelle maglie tentacolari degli anemoni assorbendone parti di mucosa a sufficienza e rendendosi così immune all’azione venefica esercitata dalle cellule urticanti presenti nei tentacoli.
Naturalmente lo scudo protettivo carpito all’Attinia perde le sue proprietà dopo un certo periodo di tempo, pertanto l’Amphiprion deve ripristinare queste difese artificiali sottoponendosi periodicamente al processo di acquisizione del muco protettivo.

Ocellaris
(15 sec. – 1,21 Mb)
Ocellaris
(12 sec. – 973 Kb)

 

Pagliaccio
(16 sec. – 710 Kb)
Perideraion
(16 sec. – 1,35 Mb)

L’aggiramento delle difese dell’anemone non si rivela deleterio per l’anemone, anzi ne scaturisce una rapporto di reciproca convenienza mediante il quale L’Amphiprion giace entro il “guscio” tentacolare al riparo da attacchi di eventuali predatori e a sua volta contraccambia l’ospite preservandone l’incolumità messa a repentaglio da molte specie Chaetodon.

Probabilmente i Pesci pagliaccio possono anche nutrirsi dei crostacei parassitari che debilitano l’organismo dell’anemone, asserzione che sarebbe confermata dal ritrovamento di cellule urticanti e Zooxanthelle (alghe unicellulari presenti nel tegumento dell’Attinia) nell’intestino degli Amphiprion ospitati.

Il forte legame simbiotico che accomuna i 2 generi è facilmente desumibile anche quando una delle 2 parti viene meno al proprio adempimento: i Pesci pagliaccio che non connotano particolari abilità natatorie sono, nelle acque profonde, alla mercé di predatori, quali i Lutianidi e i Serranidi; dal canto loro, gli anemoni risultano particolarmente vulnerabili alle incursioni dei Pesci farfalla.

Gli Amphiprion sono animali diurni che si separano dal proprio ospite prima che sorga l’alba.
Similmente a molte specie di pesci tropicali, formano dei territori che difendono da intrusioni di esemplari della stessa specie e genere, anche se non è escluso che tollerino la presenza di animali giovani, che si radunano in piccoli branchi, anch’essi sotto la protezione dei tentacoli anemonari.

Gli esemplari adulti rifuggono ogni contatto con eventuali animali (come ad esempio, crostacei simbionti, quali Neopetrolisthes e Thor amboinensis) che vivono in simbiosi con il loro anemone.

I Pesci pagliaccio delimitano la propria zona di caccia nelle acque aperte sovrastanti il loro anemone simbionte.

In base al grado di destrezza espresso nell’attività natatoria, essi possono scampare i pericoli trovando diversi ripari: specie abbastanza dotate (A. clarki, A. allardi, A. frenatus, A. ephippium e A. bicinctus) si nascondono in siti naturali ubicati nelle vicinanze dell’anemone ospite, mentre quelle “sedentarie” (A. nigripes, A. akallopisos e A. perideraion) preferiscono rintanarsi tra i tentacoli del partner simbiotico.

A corredo di questo paragrafo riportiamo una tabella recante i rapporti di simbiosi esistenti tra alcune specie di Amphiprion e anemoni marini.

AmphiprionAnemoni marini
Amphiprion bicinctus

Entacmaea quadricolor, Heteractis aurora, H. crispa, H. magnifica, Stichodactyla gigantea e S. mertensil.
Amphiprion clarkii

Cryptodendrum adhesivum, Psysobrachia douglasi, Radianthus koseirensis, R. kuekenthali, R. malu, R. paumotenis, Stoichactis gigantea, S. kenti, S. haddoni, S. mertensil, Entacmaea quadricolor, Heteractis aurora, H. crispa, H. magnifica e H. malu.
Amphiprion frenatus

Radianthus gelame Entacmaea quadricolor.
Amphiprion ocellaris

Stoichactis gigantea, S. kenti, S. mertensil, Heteractis magnifica e Radianthus ritteri.
Amphiprion percula

Radianthus malu, R. ritteri, Stoichactis gigantea, S. kenti, S. mertensil e Heteractis magnifica.
Amphiprion perideraion

Parasicyonis actinostoloides, Radianthus ritteri, Stoichactis kenti, S. gigantea, Heteractis crispa e H. magnifica.
Amphiprion polymnus

Heteractis crispa e Stichodactyla haddoni.
Amphiprion sandaracinos

Stoichactis gigantea, S.mertensil e Heteractis crispa.
Amphiprion akallopisos

Radianthus ritteri.
Premnas biaculeatus

Radianthus gelam e Entacmaea quadricolor.

Habitat in acquario
In genere gli Amphiprion si rivelano idonei all’allevamento in cattività: l’acquariofilo non è soggetto a grossi grattacapi nel preparare la composizione chimica e fisica dell’acqua, ne tantomeno nella somministrazione degli alimenti, visto che questi pesci denotano un’elevata flessibilità a tal riguardo.

L’allevamento del Pesce pagliaccio, avulso dall’anemone, non ne compromette lo sviluppo basilare, anche se è grazie alla presenza congiunta di entrambi che si possono raggiungere i risultati migliori, riconducibili in particolare modo all’aspetto riproduttivo.

I Pesci pagliaccio separati forzatamente dal loro ospite per un certo lasso di tempo, perdono la facoltà di accedere all’Attinia quando questa viene reintrodotta in vasca: per ripristinare il rapporto di simbiosi l’Amphiprion deve avvicinarsi prudentemente all’anemone ed esporre in modo capillare il proprio corpo ai tentacoli.

Quando il suo corpo sarà interamente ricoperto dalla stratificazione di muco anemonare, potrà beneficiare nuovamente della protezione dell’Attinia.

Si possono allevare esemplari giovani in branchi di piccola entità; tali esemplari possono accoppiarsi dopo un anno di vita e sono soliti delineare i propri territori che difendono strenuamente da animali della stessa specie.

Se l’acquario è di piccole dimensioni l’accanimento introspecifico può sfociare nella ferocità assoluta e portare alla soppressione dei pesci indesiderati.

L’acquariofilo può introdurre in vasca nuovi anemoni, in aggiunta a quelli preesistenti; tale opzione non viene accettata prontamente dai Pesci pagliaccio che possono anche rifiutare i nuovi compagni simbiotici.

Risulta particolarmente promettente l’allevamento di questo genere di Pomacentridi in acquari di invertebrati, specie se gli esemplari sono supportati dalla presenza del loro anemone simbionte. In assenza dell’anemone i Pesci pagliaccio possono optare di tentare la simbiosi con altri invertebrati in particolar modo con Sclerattinie, a lungo andare il continuo sfregarsi del pesce risulta alquanto fastidioso per l’invertebrato.

I pesci pagliaccio (alcuni più di altri), sono soggetti ad infezioni cutanee, in particolare alla malattia dei puntini bianchi.

Si raccomanda pertanto di controllare spesso la mucosa, le pinne e gli occhi del pesce ed intervenire ai primi sintomi. Si raccomanda inoltre di non introdurli in vasche allestite da poco dove l’equilibrio chimico non è ancora ottimale, e dove la comparsa di parassiti è agevolata.

Alimentazione
Gli ingredienti essenziali tramite cui soddisfano le proprie esigenze alimentari consistono in animali planctonici e alghe.
Come menzionato precedentemente, probabilmente si nutrono anche di crostacei parassitari attaccati ai tentacoli dell’anemone.

Alimentazione in acquario
Non risulta particolarmente difficile la nutrizione degli esemplari di questo genere: si nutrono senza problemi di cibo surgelato (polpa di gamberetto, pesce, o mollusco, Artemie, Krill, e Chironomus) e di cibo secco in granuli e scaglie.

Per converso, la nutrizione delle larve schiuse in cattività è estremamente complesso.

Lo stereotipo che vede l’Amphiprion dedito alla nutrizione dell’ospite si rivela fallace: in realtà, il Pesce pagliaccio sfrutta i tentacoli dell’Attinia per trattenere un boccone grosso che normalmente non potrebbe ingerire in una sola volta.

A questo punto lo spezzetta con cura e lo inghiotte a poco a poco evitando le ingerenze dell’anemone (quando quest’ultimo tenta di fagocitare il boccone, il pesce ospitato glielo carpisce spostandolo verso una posizione esterna); è solo quando si è saziato a volontà, che lascia i rimasugli della preda all’anemone.

Riproduzione
Analogamente al genere Pseudochromis, Gli Amphiprion sono ermafroditi, con la differenza che al pesce più grande è attribuito il sesso femminile; nell’anemone, essi possono formare una piccola comunità composta anche da esemplari giovani.

L’esemplare femminile è quello che soggiorna nella posizione più distante rispetto l’ospite, e che mantiene inalterata la formazione degli ormoni sessuali degli altri pesci: quando la sua presenza viene meno, il componente maschile più grande ne prende le veci.

Il livello di crescita dei pesci giovani rimane basso finché sono presenti gli esemplari adulti; se questi ultimi, per vari motivi, vengono a mancare (sono soppressi, giungono alla fine del ciclo vitale, oppure semplicemente abbandonano l’anemone), lo standard di sviluppo ne beneficia a dismisura e i pesci crescono a velocità allarmante.

   
Pagliaccetto di poche settimane nato in cattività.La riproduzione in acquario è estremamente complessa. In queste foto e nel filmato sotto, ripreso in occasione del 5° Seminario GAEM ASKOLL, possiamo ammirare dei giovanili di pesci pagliaccio riprodotti presso il dip. di Scienze del mare all’universita di Ancona dal Dr Ike Olivotto, dal Prof. Carnevali e da Matteo Avella in collaborazione con lo staff acquariologico del parco marino Le Navi.

Se vuoi vedere il video clicca qui

Gli Amphiprion depongono le uova nelle adiacenze dell’anemone simbionte in modo tale che quest’ultimo le protegga con l’ausilio dei suoi tentacoli.
Il rifugio in cui verranno collocate le uova, è pulito preventivamente dal maschio che rosicchia alacremente i ciuffi di alghe che infestano la base del giaciglio.

Quando la femmina raggiunge il maschio l’operazione riproduttiva ha inizio: appena depone le uova, essa comincia a raggrupparle una accanto all’altra premurandosi che esse aderiscano al substrato con l’aiuto di un fibra sottile adesiva; spetta al maschio, dunque, fertilizzarle e preservarle da eventuali pericoli perpetrati dall’anemone.

Per adempiere alle operazioni difensive, esso può (anche congiuntamente alla femmina) emettere dei suoni stridenti. Inoltre, i riproduttori sovrintendono a funzioni di “manutenzione” della progenie: con l’ausilio delle pinne pettorali smuovono le acque sovrastanti le uova e divorano quelle morte o ammuffite.

Durante il periodo di sviluppo le uova cambiano di colore (passando da una tonalità marrone o grigia ad una argentea) e fin dai primi giorni si possono notare i bulbi oculari della larva far capolino dal guscio dell’uovo.

La schiusa avviene nell’arco di una settimana o poco più (la velocità di tale processo è proporzionale alla temperatura dell’acqua), nelle ore immediatamente successive al tramonto o in orari notturni.

Gli avannotti cominciano a nuotare in zone pelagiche anche se non impiegano molto tempo a diventare assidui frequentatori del fondale e a manifestare il legame simbiotico verso gli anemoni.

I Pesci pagliaccio sono solitamente molto proliferi ed avviano il processo di riproduzione in periodi che precedono e seguono (di circa una settimana) i cicli di luna piena; la quantità di uova deposte in ogni covata possono attestarsi sui valori minimi di 100 e sui massimi di 700.

Particolarità
Sono chiamati Pesci pagliaccio per il loro modo buffo di nuotare, e Pesci anemone per via del rapporto simbiotico che li lega a quegli animali.
Lo scienziato Roger Lubbock ha elaborato una teoria che stravolge i principi secondo i quali l’Amphiprion assorbe capillarmente parti di muco dell’anemone per rendersi immune al veleno dai tentacoli di quest’ultimo.

Tuttavia, le sue ricerche scientifiche sono limitate a studi condotti esclusivamente sul rapporto simbiotico intercorrente tra Amphiprion clarki e Stichodactyla haddoni.
Secondo i risultati di tali studi, A. clarkii non ha bisogno di prelevare il muco immunizzante dal suo ospite, dato che esso stesso ne è già ricoperto di un tipo dalle proprietà analoghe e dal notevole spessore.

La sua teoria è corroborata dal fatto che il muco presente in un’esemplare di A. clarkii che ha vissuto ben 5 mesi separatamente da un anemone denotava uno spessore analogo a quello di un’esemplare che ha condotto la propria vita racchiuso permanentemente tra i tentacoli del suo ospite.

Secondo Lubbock, l’apparato difensivo dell’anemone è in grado di discernere la mucosa cosparsa sul suo corpo da quella che impregna il corpo estraneo, dunque, quando individua le proteine aliene fa scattare le proprie misure di sicurezza per neutralizzare l’intruso.

In virtù di una morfologia chimica peculiare (radicalmente differente dagli altri Pomacentridi che non vivono in simbiosi con gli anemoni marini), A. clarkii è quindi in grado di sviluppare un muco protettivo che non viene identificato dall’anemone Stichodactyla haddoni come estraneo.

Amphiprion clarkii

    
Amphiprion clarkii (Foto Roberto Sozzani)

Lunghezza
Misura massima di 15 cm.

Diffusione
Oceano Indiano (coste africane escluse) e Pacifico.

Biotopo
Barriera corallina ma anche lagune interessate dalla presenza di qualche formazioni corallina solitaria.

Comportamento in natura
Gli anemoni contattati sono: Cryptodendrum adhesivum, Psychobrachia douglasi, Radianthus koseirensis, R. kuekenthali, R. malu, R. paumotenis, Stoichactis gigantea, S. kenti, S. haddoni, S. mertensil, Entacmaea quadricolor, Heteractis aurora, H. crispa, H. magnifica e H. malu.
Esemplari adulti che formano una coppia possono convivere, in genere, con pesci giovani nello stesso anemone.

Habitat in acquario
Non si registrano problemi nell’allevamento di questa specie visto che inizialmente accetta perfino mangime morto di origine animale.
Se si ha l’accortezza di introdurre in vasca il suo anemone simbionte, è possibile constatare che i benefici conseguenti si riflettono in primo luogo sulle capacità riproduttive dell’animale.

Purtroppo l’allevamento delle larve risulta alquanto problematico malgrado la riproduzione in scala ottimale dell’habitat naturale; infatti naupli di Artemia risultano indigesti agli avannotti e per sperare di ottenere qualche risultato apprezzabile bisogna ricorrere a forme nutritive alternative.

Rispetto a quanto registrato in natura, A. clarkii denota un tasso di longevità quasi dimezzato (12 anni naturali contro i 6 registrati in cattività).
Si nutrono senza problemi di cibo surgelato (polpa di gamberetto, pesce, o mollusco, Artemie, Krill, e Chironomus) e di cibo secco in granuli e scaglie.

Particolarità
Durante la crescita, A. clarkii è soggetto a graduali cambiamenti della livrea: la colorazione si scurisce progressivamente con l’evolversi dello sviluppo, anche se alcuni esemplari giovani possono già sfoggiare una colorazione corporea scura.
I pesci, che denotano una colorazione nera ad eccezione della pinna caudale e delle classiche strisce bianche, vivono nelle acque dell’Oceano Indiano orientale.

Amphiprion frenatus


Amphiprion frenatus (Foto Marco Milanesi)

Lunghezza
10-12 cm circa.

Diffusione
Oceano Pacifico occidentale, Giappone, Cina, Filippine e Indonesia.

Biotopo
Barriera corallina e lagune caratterizzate da coralli solitari.

Caratteristiche fisiche
A. frenatus sfoggia una colorazione rosso-marrone che diventa più intensa in corrispondenza della parte posteriore dell’opercolo.
E’ inoltre presente una striscia bianca orlata di scuro che, attraverso l’opercolo, lambisce la parte posteriore dell’occhio, mentre i pesci giovani possono denotare una striscia extra in aggiunta a quella summenzionata.
La forma delle pinne è piuttosto arrotondata e i cromatismi di queste ultime sono più pallidi rispetto alla colorazione del corpo.
Gli esemplari femminili palesano dimensioni di poco superiori rispetto a quelle maschili.

Comportamento in natura
Vive un rapporto simbiotico con l’anemone Radianthus gelae Entacmaea quadricolor.

Habitat in acquario
Trattasi di una specie particolarmente all’habitat in acquario visto che, a differenza di altri Amphiprion è meno soggetta a infezioni cutanee.
Gli acquari di piccole dimensioni rendono aggressive le coppie di A. frenatus nei confronti degli esemplari della medesima specie.

Particolarità
Esemplari di età semi adulta non evidenziano una seconda fascia sottile bianca in corrispondenza dei fianchi (a differenza dei pesci più giovani).
Osservatori poco attenti possono scambiare questa specie per A. ephippium che, peraltro, non presenta la fascia bianca sulla testa se non negli esemplari più giovani.

Amphiprion ocellaris

   
Amphiprion ocellaris(Foto Roberto Sozzani)

Lunghezza
10 cm circa.

Diffusione
Oceano Indiano orientale, Arcipelago Indo-Australiano, Filippine e parti meridionali della Cina e del Giappone.

Biotopo
Barriera corallina.

Caratteristiche fisiche
Il corpo di colore giallo-arancio luminoso è attraversato da ben 3 bande bianche orlate di nero.
Lo sviluppo della banda centrale è proteso anteriormente lungo la linea mediana.
Tutte le pinne, prive di spigolosità, evidenziano la medesima colorazione del corpo e sono bordate da strisce bianche e nere.
La parte centrale del bulbo oculare è contraddistinta da una colorazione nera mentre la testa è connotata dalla forma smussata.

Comportamento in natura
Contatta principalmente i seguenti anemoni: Stoichactis gigantea, S. kenti, S. mertensil, Heteractis magnifica e Radianthus ritteri.
In questi anemoni possono risiedere svariate coppie di pesci adulti e in genere anche una coppia di esemplari giovani.

Habitat in acquario
Analogamente agli altri Pesci pagliaccio può essere gestito da un acquariofilo senza alcun patema, anche se è opportuno ricordare che tale specie è abbastanza cagionevole rispetto ai suoi “cugini”. Sono soggetti ad infezioni cutanee in particolar modo la malattia dei puntini bianchi.
In particolare, i pesci giovani stentano nelle fasi iniziali del regime in cattività anche se dopo poco tempo si riprendono e conducono una vita all’insegna della regolarità.
L’allevamento in piccoli branchi di pesci giovani si rivela alquanto indicato se una grande Attinia è presente in vasca.
Tuttavia, un impianto caratterizzato da spazi angusti e ristretti inasprisce il temperamento dei pesci che risultano aggressivi addirittura in modo mortale nei riguardi dei propri simili.
Tale specie prospera in cattività, soprattutto se viene abbinata al proprio anemone simbionte.
I pesci si affezionano alle zone in cui hanno deposto le uova al punto che le usano come zone di riferimento per successivi cicli riproduttivi, questo nonostante il loro anemone abbia scelto un’area diversa rispetto a quella originaria.

Particolarità
In passato tale specie è stata confusa con Amphiprion percula.
Sussistono differenze di stampo morfologico e cromatico tra i maschi e le femmine; queste ultime sono più voluminose (i maschi sono più snelli e denotano un tasso di crescita palesemente inferiore) e palesano un’angolatura della seconda fascia bianca più ampia rispetto a quanto visto per il maschio.
In questa specie è piuttosto evidente il dimorfismo sessuale.

Amphiprion percula


Amphiprion percula

Lunghezza
Fino a 10 cm.

Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico, Arcipelago Indo-Australiano.

Biotopo
Barriere coralline e lagune caratterizzate da formazioni sporadiche di coralli.

Comportamento in natura
Vive con i seguenti anemoni: Radianthus malu, R. ritteri, Stoichactis gigantea, S. kenti, S. mertensil e Heteractis magnifica.

Habitat in acquario
Risulta di difficile gestione per un acquariofilo alle prime armi, visto che tale specie incontra qualche resistenza nella fase di acclimatazione.

Queste difficoltà sono anche riconducibili alla fibra poco robusta che caratterizza questi pesci rispetto a quelli dello stesso genere. Sono soggetti ad infezioni cutanee in particolar modo la malattia dei puntini bianchi.

L’allevamento risulta più agevole se circoscritto a esemplari più giovani; i pesci adulti manifestano un’ostilità tenace nei confronti degli esemplari della stessa specie.

Si nutrono senza problemi di cibo surgelato (polpa di gamberetto, pesce, o mollusco, Artemie, Krill, e Chironomus) e di cibo secco in granuli e scaglie.

Particolarità
A. percula è strettamente affine a A. ocellaris, sebbene esistano ovviamente le consuete differenze: A. percula sfoggia una colorazione nera più intensa negli spazi esistenti tra le fasce bianche, e una pinna dorsale più bassa, caratterizzata dalla presenza di un numero inferiore di raggi duri (per la precisione uno in meno).

Amphiprion perideraion

   
Amphiprion perideraion (Foto Roberto Sozzani)

Lunghezza
7.5 cm.

Diffusione
Filippine, Hong Kong, Thailandia, Australia settentrionale e Oceano Indiano.

Biotopo
Barriera corallina.

Caratteristiche fisiche
Il corpo di colore rosa dorato è attraversato da una stretta striscia bianca che si estende dalla punta del muso fino alla parte terminale del peduncolo caudale.

Un’altra striscia bianca, dalla conformazione più sottile, si sviluppa verticalmente coprendo l’opercolo.

Il bulbo oculare è contraddistinto da un cerchio dorato attorno alla pupilla mentre le pinne arcuate sfoggiano una colorazione più chiara rispetto a quella corporea.
Tonalità arancioni rifiniscono i contorni della pinna caudale e dorsale degli esemplari maschi.

Comportamento in natura
Le attinie con cui avviano rapporti simbiotici sono: Parasicyonis actinostoloides, Radianthus ritteri, Stoichactis kenti, S. gigantea, Heteractis crispa e H. magnifica.

Un gruppo di almeno 5 pesci ( anche esemplari giovani) può insediarsi nelle maglie tentacolari dell’Attinia.

Questa specie è molto affiatata con l’anemone simbionte e difficilmente se ne separa.
A. perideraion trae sostentamento alimentare dalle alghe brucate nelle vicinanze della residenza del partner simbionte.

Habitat in acquario
Similmente ad Amphiprion ocellaris, è soggetto a problemi di ambientamento, riconducibili alla fase iniziale del regime in cattività: in questo periodo soffre principalmente di infezioni parassitarie di tipo cutaneo.
L’introduzione in vasca dell’anemone (anche appartenente a specie diverse rispetto a quelle contattate in natura) agevola sensibilmente il suo habitat in cattività.

Particolarità
2 connotazioni rispettivamente di ordine cromatico e morfologico differenziano gli esemplari maschili dai femminili: una sottile linea arancione, sviluppatasi attraverso la parte molle della pinna dorsale e lungo la parte superiore e inferiore della pinna caudale, caratterizza esclusivamente il maschio; la femmina è connotata da fattezze maggiormente corpulente rispetto alla controparte maschile.

Amphiprion akallopisos


Amphiprion akallopisos

Lunghezza
Misura media di 8 cm, con picchi di 10.

Diffusione
Oceano Indiano, Malaysia, Indonesia e parte occidentale dell’Oceano Pacifico.

Biotopo
Barriere coralline e bacini lagunari.

Comportamento in natura
Entra in contatto con Radianthus ritteri, da cui non si allontana mai (se non per qualche decina di centimetri).

Per alimentarsi si procaccia sostanze planctoniche e sembra che si nutra di particelle presenti nei tentacoli del partner simbionte (nell’intestino di A. akallopisos sono state rinvenute tracce di Zooxanthelle e cellule urticanti).

Nella “comunità anemonare” possono vivere piccoli gruppi di pesci giovani oppure una coppia adulta insieme a qualche esemplare giovane.

Habitat in acquario
Per rendere l’habitat in acquario più confortevole è meglio introdurlo in vasca unitamente alla sua Attinia; Infatti la mancanza del partner simbionte lo pone in stato di netta soggezione rispetto a pesci ospiti troppo vivaci e di natura vorace.

Risulta ostile verso i propri simili anche se il livello di aggressività non sfocia mai nell’accanimento, come risulta, invece, per A. sandaracinos, specie con cui è strettamente imparentato.

Come per altri Pesci pagliaccio, è opportuno dividere il processo nutrizionale in alcune fasi: inizialmente occorre somministrare crostacei vivi per rendere meno traumatico l’approccio alimentare su scala “artificiale”; quando il pesce ha preso confidenza con il nuovo habitat è possibile variare il regime alimentare e, quindi, somministrare mangime morto d’origine animale e alghe finemente tagliuzzate.

Particolarità
Tale specie denota un grado di affinità veramente notevole con A. sandaracinos, caratterizzato dalle ovvie differenze del caso.

In primo luogo, in A. akallopisos a conformazione dentale denuncia un certo appiattimento , mentre la specie “gemella” è caratterizzata da denti aguzzi.

In materia di discrepanze cromatiche si segnala lo sviluppo di una fascia bianca sul dorso: in A. akallopisos è stretta e in posizione terminale (tra i bulbi oculari) è delimitata da una punta; A. sandaracinos denota una conformazione più larga di tale fascia (perfino in corrispondenza della testa), che termina perlopiù sul labbro superiore.

Amphiprion polymnus


Amphiprion polymnus

Lunghezza
Fino a circa 15 cm.

Diffusione
Arcipelago Indo-Australiano, Malesia, Filippine e Cina.

Biotopo
Barriere coralline e lagune profonde circa 30 m.

Comportamento in natura
Vive con i seguenti anemoni: Heteractis crispa e Stichodactyla haddoni (solo una coppia convive con l’anemone del caso).
La fonte principale di alimentazione è costituita dal plancton.

Habitat in acquario
Rispetto ad altre specie, crea maggiori grattacapi all’acquariofilo, in particolare i pesci adulti; gli esemplari di tutte le età risentono di scompensi fisici riconducibili perlopiù a infezioni cutanee.
Le vasche dotate di spazi limitati acuiscono l’aggressività introspecifica tipica di A. polymnus, pertanto si raccomanda di formare la comunità ittica con animali di specie diverse.
La presenza del partner simbionte rende l’habitat meno disagevole per questa specie.

Amphiprion sandaracinos

   
Amphiprion sandaracinos (Foto Roberto Sozzani)

Lunghezza
La misura massima è di 11 cm.

Diffusione
Filippine, Nuova Guinea e Isole Salomone.

Biotopo
Barriere coralline e lagune.

Comportamento in natura
Si lega ai seguenti anemoni: Stoichactis gigantea, S.mertensil e Heteractis crispa.

Habitat in acquario
Simile a quanto visto per A. akallopisos, sebbene A. sandaracinos risulti meno tollerante verso gli esemplari della stessa specie.

Particolarità
Consultare l’analogo paragrafo della scheda dedicata a A. akallopisos per scoprire le differenze esistenti tra le 2 specie.

Amphiprion bicinctus

   
Amphiprion bicinctus (Foto Roberto Sozzani)

Lunghezza
Fino a circa 15 cm.

Diffusione
E’ l’unica specie Amphiprion che vive nel Mar Rosso.

Biotopo
Barriera corallina.

Comportamento in natura
Le Attinie contattate sono: Entacmaea quadricolor, Heteractis aurora, H. crispa, H. magnifica, Stichodactyla gigantea e S. mertensil.

Habitat in acquario
Non presenta alcuna difficoltà l’allevamento di questa specie.
In assenza dell’anemone simbionte è consigliato munire l’habitat di numerosi nascondigli, necessità che si rende tale per attenuare il problema dell’aggressività introspecifica che riguarda la specie A. bicinctus.
Tale aggressività è destinata a scemare del tutto nel caso i pesci ospiti appartengano ad altre specie o generi.
Si nutrono senza problemi di cibo surgelato (polpa di gamberetto, pesce, o mollusco, Artemie, Krill, e Chironomus) e di cibo secco in granuli e scaglie.

Particolarità
Sussistono differenze di carattere cromatico tra gli esemplari di diverse età: i pesci giovanissimi (lunghi circa 11 mm) hanno una livrea scura decorata da 3 fasce verticali bianche posizionate in altrettanti punti diversi (una nell’area posteriore all’occhio, una sui fianchi e l’ultima in corrispondenza del peduncolo caudale), mentre le fasce posteriori si sviluppano sino alla pinna dorsale e alla parte iniziale di quella caudale; i pesci giovani-adulti si vedono gradualmente privati della colorazione scura in favore di una marroncina o arancione e perdono anche la fascia che ricopre il peduncolo caudale; gli esemplari totalmente sviluppati mantengono la fascia centrale sui fianchi ma ne perdono la diramazione che si estendeva fino alla pinna dorsale.

Premnas

Diffusione
Zona Indo-Pacifica.

Breve descrizione
Tempo addietro questo genere veniva classificato come subgenere del genere Amphiprion; alcune differenze significative hanno indotto gli esperti a revisionare questa classificazione e a tagliare il cordone ombelicale che legava Premnas ai Pesci pagliaccio: trattasi di 2 aculei presenti sotto i bulbi oculari e delle squame alquanto minute.

Premnas biaculeatus

   
Premnas biaculeatus (Foto Roberto Sozzani)

Lunghezza
Raggiunge massimo 15 cm di lunghezza.

Diffusione
Risiede in una vasta area che si estende dal Madagascar alle Isole Salomone, passando per le Filippine e le acque territoriali Australiane (Queensland).

Biotopo
Barriere coralline e talvolta scogliere.

Caratteristiche fisiche
Maggiormente imponente rispetto ad alcune specie di Amphiprion, vanta un’intensa colorazione scura composta da una tonalità rosso-marrone, interrotta da 3 strisce bianche verticali (una all’altezza dell’opercolo, la successiva nella parte centrale del corpo mentre l’ultima “separa” il corpo dalla pinna caudale).
Rispetto ai pesci pagliaccio mostra 2 grossi aculei sotto il bulbo oculare e presenta meno scaglie sulla testa.

Comportamento in natura
Entra in simbiosi (insieme a un altro esemplare) con Radianthus gelam e Entacmaea quadricolor.
I mezzi principali di sussistenza alimentare sono organismi planctonici ed alghe.

Habitat in acquario
In piccoli acquari l’ostilità si manifesta non soltanto verso gli esemplari della medesima specie ma anche nei riguardi di altri Pesci pagliaccio.
L’acquariofilo può inserire in vasca anemoni che non siano necessariamente quelli che P. biaculeatus contatta allo stato brado; comunque la specie dimostra di adattarsi all’habitat in cattività anche senza la presenza del compagno simbiotico.

Particolarità
La diminuzione di spessore delle fasce scure e la progressiva sparizione delle tonalità nerastre nelle pinne sono direttamente proporzionali al livello di crescita dei pesci.


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Ringraziamo Roberto Sozzani per le foto fornite ed invitiamo a visitare
il suo bellissimo sito di foto subacquee.


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